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La Cittadella Regionale di Catanzaro

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La Regione Calabria con una ordinanza ieri ha disposto la conversione di posti letto ordinari in letti Covid-19 (LEGGI). In totale dovrebbero essere 234 ordinari e 10 in terapia intensiva. Una decisione motivata dall’«inerzia» del commissario ad acta, l’ex Cotticelli, e delle aziende sanitarie delegate da Arcuri all’attuazione del piano. Ma l’atto in sé è praticamente nullo, se non illegittimo.

È un atto che indica una strada ma ha comunque bisogno di un decreto del commissario ad acta per diventare operativo. E allo stato attuale Zuccatelli è il commissario e lui dovrà decidere. La Regione infatti non ha alcun potere sulla gestione sanitaria essendo sottoposta a piano di rientro. Ma è chiaramente una mossa “politica” per cercare di rompere le uova nel paniere del prossimo commissario.

«La Calabria non poteva più aspettare: la lentezza e l’inadeguatezza dei commissari di Governo, e il mancato controllo da parte degli organi superiori, non potevano dettare i tempi e il passo al contrasto al Covid 19 in Calabria» è stato il commento del presidente Spirlì. Una decisione in ogni caso arrivata in maniera molto tardiva, quasi ad “orologeria” rispetto al caos gestionale degli ultimi giorni.

Oltretutto la Regione sconfessa se stessa e le posizioni prese in fase di dichiarazione di zona rossa. Prima i contagi erano «ridotti» e non c’erano «problemi di posti letto», oggi invece «l’andamento epidemiologico nel territorio regionale sta registrando una crescita esponenziale e pertanto, risulta non più procrastinabile l’adozione di misure urgenti per sopperire efficacemente alla eventuale esigenza di posti letto ospedalieri per tale tipologia di pazienti». Insomma, è chiaro che in questo momento e in maniera estremamente tardiva si sta cercando di intervenire con l’unico appiglio possibile, la legge che istituisce il servizio sanitario nazionale e i poteri conferiti all’epoca alle Regioni.

La realtà delle cose, però, è grave da tempo. Da almeno due settimane a Catanzaro c’è un problema consistente sull’occupazione dei posti letto, tanto che per ben due volte si è arrivati a saturazione. Stesso vale per l’ospedale di Cosenza che due giorni fa è rimasto con 22 pazienti “parcheggiati” al Pronto soccorso per carenza di letti.

Nel frattempo le procedure sugli ospedali spoke delle varie province sono andate estremamente a rilento. Ma l’aut aut della Regione stavolta è consistente. Le aziende hanno cinque giorni di tempo per predisporre i letti necessari, utilizzando proprio gli ospedali territoriali che non rientrano nell’hub Covid. Settantaquattro posti sono previsti in provincia di Cosenza, altri 40 in provincia di Reggio Calabria e 20 in provincia di Catanzaro.

Poi c’è anche l’ennesima stoccata a Zuccatelli, che in ogni caso è il commissario straordinario delle aziende ospedaliere di Catanzaro. L’ultimo passaggio dell’ordinanza prevede l’apertura di cento posti letto in una struttura che secondo Zuccatelli non è idonea ad ospitare pazienti Covid. Insomma, più che una gestione dell’emergenza quello che si sta compiendo tardivamente in queste ore è una vendetta trasversale della regione contro le strutture commissariali e i manager nominati all’interno di Asp e ospedali.

In realtà fino ad oggi la Regione quello che poteva fare non l’ha fatto: a partire dal predisporre l’ingresso dei tracciatori nelle Asp dopo il bando nazionale della Protezione civile. In questi mesi infatti soltanto un continuo scaricare responsabilità sugli altri. Che la situazione sia grave non ci piove. Sono sette i decessi registrati nella giornata di ieri Calabria, dove salgono ancora i ricoveri nei reparti ed in terapia intensiva. I casi attivi sono 5.847 (+402). I ricoverati in terapia intensiva salgono a 19 (+3) mentre quelli in reparto a 283 (+27). I soggetti isolati a domicilio sono 5.545 (+372). I guariti sono 2.319.


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