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Un fiala di vaccino AstraZeneca

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Proprio nel giorno in cui la bozza del nuovo piano vaccini vede la luce, irrompe il caso AstraZeneca. In via precauzionale, ieri a metà giornata l’Aifa ha emesso un divieto di utilizzo per un lotto del vaccino dell’azienda anglo-svedese, l’ABV2856. Le dosi del lotto in questione sono state distribuite in tutta Italia.

RIFLETTORI SU ASTRAZENECA

Mercoledì mattina la morte di un militare 43enne in servizio ad Augusta (Siracusa). L’uomo ha avuto un arresto cardiaco. Il giorno precedente si era sottoposto alla prima dose di vaccinazione dello stesso lotto cui fa riferimento il divieto dell’Aifa. Sul caso ha avviato un’inchiesta la procura di Siracusa.

«Stiamo indagando e purtroppo non è facile visti i numerosi soggetti coinvolti. Non dobbiamo creare allarmismo ma le nostre scelte sono dettate dalla tutela della salute pubblica», ha detto all’Ansa il procuratore capo di Siracusa, Sabrina Gambino.

Sempre in Sicilia, la procura di Catania ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati, dopo il decesso per trombosi, il 7 marzo, di un agente 50enne della squadra mobile. Anche al poliziotto, dodici giorni prima del decesso, era stata somministrata una dose dello stesso lotto. Non è stato stabilito finora alcun nesso di casualità tra l’iniezione del vaccino e tali eventi.

L’agenzia del farmaco fa sapere che «sta effettuando tutte le verifiche del caso, acquisendo documentazioni cliniche in stretta collaborazione con i NAS e le autorità competenti. I campioni di tale lotto verranno analizzati dall’Istituto Superiore di Sanità».

E pure al personale scolastico che si è recato ieri al centro vaccinale dell’Esercito a Cosenza è stato somministrato il vaccino dello stesso lotto. Si tratta di 173 pazienti che ora verranno seguiti tramite farmacovigilanza dall’Asp della città calabrese. Anche qui è stata sospesa la somministrazione. Ma il dibattito su AstraZeneca non è solamente italiano.

Dopo «segnalazioni di gravi casi di coaguli nel sangue tra le persone vaccinate», le autorità della Danimarca – e a seguire quelle di Norvegia e Islanda – ne hanno sospeso l’uso. Il premier Mario Draghi si è messo in contatto ieri con il commissario Ue, Ursula von der Layen, e dalla conversazione, si legge in una nota di Palazzo Chigi, «è emerso che non c’è alcuna evidenza di un nesso tra i casi di trombosi registrati in Europa e la somministrazione del vaccino AstraZeneca», sul quale l’Ema ha avviato comunque una «ulteriore review accelerata».

NUOVO PIANO VACCINI

Palazzo Chigi che è intanto impegnato a redigere il nuovo piano vaccinale. Sono cinque le categorie individuate come prioritarie nella bozza. Nell’ordine: persone con elevata fragilità, cioè estremamente vulnerabili e con disabilità grave; over70; over60, persone con comorbidità sotto i 60 anni, senza la gravità riportata per le persone estremamente vulnerabili; persone sotto i 60 anni.

La bozza rivela inoltre che, «qualora le dosi di vaccino disponibili lo permettano», sarà possibile «vaccinare all’interno dei posti di lavoro, a prescindere dall’età, fatto salvo che la vaccinazione venga realizzata in sede, da parte di sanitari ivi disponibili, al fine di realizzare un notevole guadagno in termini di tempestività, efficacia e livello di adesione».

NUOVE CHIUSURE

Attesi oggi i dati del monitoraggio della cabina di regia sulla situazione epidemiologica in Italia. Le indicazioni che trapelano vanno nella direzione di misure stringenti. Il colore rosso continua ad estendersi sullo Stivale, con l’eccezione bianca della Sardegna. Verso la fascia più restrittiva sembrano dirigersi il Piemonte, il Friuli Venezia-Giulia e l’Emilia Romagna. Sempre per restare al Nord, il presidente del Veneto Luca Zaia ha detto che la sua Regione si trova «sul filo del rasoio» tra arancione e rosso.

In bilico tra queste due tinte anche il Lazio. Il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle Malattie (Ecdc) ha intanto aggiornato i colori della sua mappa: in rosso scuro Campania, Marche, Lombardia e Friuli Venezia-Giulia, che vanno ad aggiungersi a Emilia Romagna e province autonome di Trento e Bolzano.

Che la situazione non sia incoraggiante lo testimoniano pure i dati del bollettino di ieri: superano quota 25mila i nuovi casi (25.673) su 372.217 test, portando il tasso di positività al 6,9% contro il 6,2% dell’altro ieri. Crescono anche i decessi (373 contro 332 di mercoledì) e continua a crescere la pressione sugli ospedali: +365 i nuovi pazienti nei reparti ordinari (totale 23.247) e +32 pazienti nel saldo tra entrate e uscite in terapia intensiva (totale 2.859).


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