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Un paziente ricoverato in terapia intensiva

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Come prima? Più di prima. L’Italia, un anno dopo, è un cumulo di macerie: economiche, sociali, sanitarie e psicologiche. C’è di fronte un Paese investito da una terza ondata, in cui le varianti rendono maggiormente ostico il blocco o il rallentamento della contagiosità. E’ una Italia in coda, negli ospedali e per le vaccinazioni.

Negli ospedali è lo stesso scenario di un anno fa in diverse regioni, soprattutto nel centro nord. Tra le situazioni più critiche è quella che si registra nelle Marche, dove non c’è un’ambulanza disponibile per le urgenze. Tutte sono in coda davanti ai vari pronto soccorso della Regione: non possono “scaricare” il paziente, né accettare in coda altre chiamate del 118 perché il tempo di attesa è incerto. Tre, quattro o sei ore, nessuno può saperlo. Il reparto di urgenza di Torrette, ad Ancona, è saturo da oltre due giorni, tanto che lunedì sera ha dovuto chiudere i battenti per la prima volta dall’inizio della pandemia per “alleggerire” il carico sulla divisione. Qui ci sono ambulanze con pazienti in attesa addirittura anche per 14 ore. E non va meglio in altre parti della Regione.

Il sistema sanitario è a “un passo dal collasso” con le terapie intensive ormai piene e gli altri reparti altrettanto congestionati. Nella Marche ad occupare prima le barelle delle ambulanze e poi i posti letto in reparto, oggi non ci sono più gli “anziani”. Un tempo l’età media era sopra i 70 anni mentre adesso è scesa di almeno vent’anni. In reparto, infatti, arrivano tantissimi 40-50enni.

E’ il ritorno del dramma in Lombardia. In ginocchio è la provincia di Brescia, epicentro della terza ondata di coronavirus, dove la pressione sugli ospedali continua ad aumentare, con ambulanze in coda ai Pronto soccorso. A Brescia i casi sono sempre oltre i mille casi al giorno e le terapie intensive sono occupate al 90%. Una situazione molto critica al punto che già 30 pazienti Covid, grazie al Treno Sanitario di Areu, sono stati trasferiti in altri ospedali lombardi.

Scenario drammatico anche a Bari con ambulanze in fila per ore, reparti pieni e sempre più giovani intubati. C’è anche un 24enne in grave condizioni. In generale, quasi tutti gli ospedali sono in affanno in Puglia: adesso la Regione studia nuove restrizioni per esami e interventi non urgenti.

La corsa senza freni del Covid sta mandando in tilt anche la rete ospedaliera del Salernitano. Il “Ruggi” di Salerno è in affanno già da settimane ma la situazione più grave si registra a Scafati. All’esterno del “Mauro Scarlato” ci sono da giorni ambulanze in coda che attendono con pazienti contagiati all’interno. E’ stato chiesto anche l’intervento dei carabinieri che hanno appurato che l’ospedale scafatese è saturo e per questo non può ricevere pazienti in tempi rapidi. Ma ci saranno ulteriori approfondimenti per verificare le modalità di assegnazione degli interventi.

Dal caos delle file in ospedale al caos delle code per le vaccinazioni. Nella giornata di giovedì in Italia è stata superata quota 200mila vaccinazioni anti-Covid effettuate in un solo giorno. I dati di questa settimana portano ad una media di 170mila somministrazioni ogni 24 ore. Attualmente sono 6.287.009 le vaccinazioni totali, con 1.883.632 persone vaccinate anche con il richiamo. La percentuale di dosi somministrate rispetto a quelle distribuite alle Regioni supera l’87%.

Non sono mancati disagi e criticità. La scena più surreale all’ospedale Niguarda di Milano dove per Sms sbagliati, novecento anziani si sono ritrovati “assembrati” per il vaccino. “La coda degli anziani fuori dal centro vaccinale di Niguarda per gli errori di Aria che manda 900 convocazioni al posto delle 600 previste è una vergogna! Ho mandato la Protezione Civile ad assisterli, mi scuso con tutti loro!”: è quanto ha scritto su Facebook Guido Bertolaso, consulente del presidente Attilio Fontana per il piano vaccini anti Covid in Lombardia, attaccando Aria, la società della Regione che gestisce le prenotazioni. Scenario surreale anche al Pertini di Roma, al Palazzina Q dell’Asl di Frosinone e all’ospedale “Ruggi” di Salerno.

Non va meglio in riva allo Stretto. Finiscono le dosi del vaccino Pfizer a Reggio Calabria e scoppia il caos, con anziani e malati assembrati dalle prime ore dell’alba qualche giorno fa. Con un cartello affisso all’ingresso del palazzo del Consiglio Regionale e con un megafono l’Azienda Sanitaria ha informato che erano possibile fare solo i richiami e ricevere Astrazeneca. Lunghe code per il vaccino all’ospedale di Legnano, dove la fila si è fatta tanto lunga da diventare assembramento. Decine di ultraottantenni e ultranovantenni, con i loro accompagnatori, sono stati costretti ad aspettare all’aperto. Code, attese di ore e conseguenti assembramenti anche davanti l’Urban center di Siracusa, da domenica diventato hub vacinale.

Ma cresce sempre più l’attesa per chi ancora spera di vaccinarsi prima possibile. Quando toccherà a me? E’ interrogativo più frequente. Per rispondere a questo quesito una startup polacca ha messo a punto un software che, sulla base del ritmo sinora sostenuto, indica ad ognuno quando sarà il suo turno di vaccinazione. Omnicalculator, questo il nome del programma che calcola l’attesa per il vaccino antil covid-19, pur basandosi su dati che possono variare rapidamente, può dare un’idea sugli orizzonti temporali di attesa.

Per calcolare il tuo probabile posto nella coda per il vaccino per il covid bisogna inserire la propria età: più si è avanti con l’età e prima si verrà chiamati per essere vaccinati. Viene data la precedenza agli operatori sanitari, agli ospiti o ai lavoratori di una Rsa, alle donne incinta, alle persone estremamente vulnerabili, alle persone con aumentato rischio clinico,


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