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Il nuovo Piano vaccinale del neo commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 ha recepito le istanze suggerite dai medici di famiglia. «È stato modificato profondamente, dando la precedenza alle persone vulnerabili». E soprattutto «aiuterà ad accorciare le distanze fra le opportunità, in tema di salute, fra il Nord e il Sud del Paese, nel rispetto del significato più profondo del concetto di democrazia».

Tuttavia, quando sarà avviata la campagna vaccinale di massa, occorrerà superare le criticità, dotando i medici di famiglia di consistenti supporti. Medici che, da qualche giorno, sono impegnati a confrontarsi sul territorio con gli infettivologi sulle terapie anti-Covid domiciliari, in modo da arrivare, entro venerdì prossimo ad un documento di riferimento nazionale. Claudio Cricelli, presidente della Simg – Società italiana di medicina generale -, già  presidente, fra le altre cariche, dell’European medical association, 150 pubblicazioni  scientifiche e un H-index ( indice di citazione) pari a 32, ha intravisto più di una luce nel nuovo Piano vaccinale del Governo.

Mentre, rispetto alla temporanea sospensione del vaccino AstraZeneca si limita a commentare che occorre aspettare giovedì i risultati dell’Agenzia Europea del Farmaco per capire come procederemo. Cricelli saluta anche con favore l’ipotesi di un provvedimento di legge a tutela del personale medico-sanitario che vaccina. 

Recepite le modifiche per i pazienti fragili

Gli elementi di grande preoccupazione che nelle scorse settimane avevano contraddistinto le iniziative da parte della Simg per modificare il piano vaccinale, come ad esempio quelli contenuti nella lettera al ministro della Salute Speranza dello scorso 4 marzo, «per un nuovo approccio più uniforme nella prosecuzione della campagna vaccinale, tesa ad inserire fra le persone con precedenza i pazienti affetti da patologie croniche  con alto indice di vulnerabilità  per Covid-19», pazienti  denominati codici 048, sono stati recepiti nel Piano.

«I pazienti oncologici  – afferma Cricelli – in alcune regioni, già da lunedì  scorso possono accedere alle prenotazioni. Tutte le persone che hanno le patologie fragili inserite nel piano vaccinale sono state messe subito in condizione di prenotarsi. Hanno avuto anche la fortuna di avere una sorta di riserva, perché a loro è destinato il vaccino Pfizer, che è disponibile». 

Il problema del differente accesso alle prenotazioni a seconda della regione di appartenenza, affiora spesso. Il Presidente SIMG avrebbe auspicato un piano vaccinale unico e una piattaforma unica delle prenotazioni. Giudica favorevolmente comunque il risultato. «Il Piano unico è stato approvato – spiega – .Tutte le regioni dovranno schedulare le vaccinazioni secondo il Piano. Per quanto riguarda l’arruolamento, le regioni stanno procedendo come al solito in ordine sparso. Tuttavia sta prevalendo l’idea che le persone fragili e vulnerabili abbiano l’accesso attraverso le piattaforme. Molte regioni, come la Toscana – ha spiegato il presidente Simg -, non hanno accettato il suggerimento del Governo di  aderire a una piattaforma comune, quella di Poste Italiane, per la prenotazione delle vaccinazioni. E le piattaforme di alcune regioni, non appena vengono aperte, vanno subito in blocco».

I medici di famiglia non sono stati coinvolti nella segnalazione di persone fragili aggiuntive, almeno «non ufficialmente – dice Cricelli – anche se in  alcune regioni verrà data questa facoltà  ai medici di famiglia. Su questo fronte stiamo lavorando per essere in grado di segnalare questi pazienti».

Pari opportunità di cura  al Sud

Pur con gli aggiustamenti che ancora necessitano, il Presidente SIMG afferma che «il nuovo piano è più razionale rispetto a quello precedente, e soprattutto tende ad eliminare le differenze fra le regioni più organizzate e le regioni  con più ritardi, come molte al Sud. Dovrebbe essere particolarmente utile per il Mezzogiorno d’Italia, poiché affronta molto bene il tema della logistica e della capillarizzazione della somministrazione dei vaccini, che è una parte molto importante».

L’aspetto prioritario è però un altro. «Il Piano vaccinale unico, con indicazioni utili per tutta l’Italia, permette di riportare in  parità le opportunità delle popolazioni del Nord Italia  e del Sud Italia  rispetto al diritto alle cure e alla salute, cosa che non era mai avvenuta». Effettivamente, una rivoluzione.

Tutelare i medici che vaccinano

Il coinvolgimento dei medici di Medicina generale è previsto soltanto nella vaccinazione di massa, salvo che in alcune regioni nelle quale vengono chiamati a vaccinare gli ultraottantenni, come sta accadendo in Toscana e nel Lazio.

«Un lavoro organizzativo enorme che negli ospedali non svolgono i medici – afferma il professore -. Quando i medici di famiglia saranno coinvolti nella vaccinazione di tutta la popolazione italiana, dai 16 anni in su, bisognerà organizzare quei presidi e quelle strutture con i supporti necessari, dotandoci di infermieri, segreterie, spazi».

Occorre infine tutelare i medici che vaccinano. «Il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli, ha esposto le ragioni per le quali chi somministra un farmaco per ragioni di necessità, in condizione di urgenza, non può sapere assolutamente quali saranno gli effetti collaterali di quel farmaco – osserva Cricelli -. Occorre una sorta di “immunità”, una legge che dica che i  medici non hanno alcuna idea degli effetti collaterali di quel vaccino, autorizzato in tempi rapidissimi. Dunque non si possono accusare di colpa grave o dolo. Il governo ha risposto che è un’idea importante e  sta prendendo in considerazione un decreto legge urgente mirato ad affermare che il medico non è imputabile. Il problema, tuttavia,  è assai più complicato. Nel caso dei vaccini – conclude – penso che occorra un decreto che non generalizzi, ma che con riferimento a questa situazione, in cui stiamo sperimentando da pochi mesi i vaccini, che è una Fase 4, non si può dire al medico di dimostrare di non essere responsabile».


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