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Il generale Francesco Paolo Figliuolo

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Arriva il commissario Figliuolo, ma dal suo giro mancano alcune tappe fondamentali. Secondo quanto comunicato fino ad ora il commissario nazionale per l’emergenza Covid e il capo della protezione civile Fabrizio Curcio arriveranno al mattino a Malpensa e visiteranno l’hub vaccinale di Malpensa Fiere. Poi si sposteranno al drive through del parco di Trenno – il grande spazio gestito dall’Esercito in cui i vaccini vengono somministrati direttamente in auto – e infine al centro vaccinale in Fiera. Ma oltre a questo giro potrebbe aggiungere qualche tappa, almeno per accertarsi che il sistema sia pronto: l’Amministrazione regionale continua a rimandare i propri successi a quando ci saranno diversi milioni di vaccini disponibili, ma non è stata in grado di gestirne molti meno senza una sequela di errori clamorosi.

Per adesso la visita del generale degli alpini è praticamente un tour dei centri sponsorizzati dalla giunta Fontana: perché la prima tappa è nel centro che deve servire la provincia di provenienza del governatore lombardo, lo stesso territorio dove ci sono già state vaccinazioni speciali che secondo l’assessore al Welfare Letizia Moratti “hanno permesso di abbattere fino a trenta volte il contagio”. Però almeno in questo caso si parla di “visita informale”, sembra quasi una cortesia istituzionale da etichetta romana.

Il secondo centro è uno dei pochi che ha sempre funzionato bene anche perché è stato gestito dall’Esercito e forse non a caso è l’unica vera eccellenza in tema di hub anti Covid in terra lombarda. Per altro con un potenziale ancora sfruttabile se arriveranno i milioni di dosi annunciati da tutti negli ultimi giorni.

Il terzo hub è la croce dei lombardi e l’orgoglio della giunta: costruito durante la prima ondata di Sars-Cov-2 con i soldi delle donazioni di privati cittadini e aziende, è stato da subito contestato da tutti i medici tranne Guido Bertolaso che ne stava coordinando la costruzione. Una cattedrale nel deserto che invece di aiutare gli ospedali già in crisi di personale, li ha svuotati proprio di quegli operatori sanitari che stavano sviluppando competenze sempre più specifiche per affrontare il Covid. Impermeabili alle critiche, Fontana e i suoi hanno difeso la singolare idea che un reparto specializzato possa vivere lontano da tutto il resto di un ospedale.

E forse Figliuolo potrà spiegarlo alla giunta e allo stesso Bertolaso che si prepara ad accoglierlo, ma magari potrebbe anche spendere il suo tempo in Lombardia in altro modo come indagando sul “motivo degli incredibili disservizi che sono stati causati da ARIA, che hanno portato Bertolaso a chiedere scusa – suggerisce Marco Fumagalli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle – Dato che al di là delle dimissioni del Cda i disservizi continuano e la situazione appare come fuori controllo è chiaro che è dovere del Generale “passare in rassegna la truppa” e fare “rapporto” circa ai disservizi riscontrati le cause e i possibili rimedi. Noi non abbiamo idea di cosa sia realmente successo e se non lo verifica chi ha l’autorità mi chiedo chi lo debba fare. Ci aspettiamo da parte dell’autorità di governo delle direttive a cui la Regione si debba attenere al fine di centrare l’obiettivo. Il generale scende in trincea e deve indicare come organizzare le risorse nel migliore dei modi vista l’incapacità di Regione a fare anche le attività più semplici”.

Allora un giro in Aria forse il generale poteva metterlo in agenda, quantomeno per capire quale sia la situazione effettiva mentre continuano a rincorrersi versioni diverse su quanto succede in Lombardia. Ancora oggi nel rimpallo di responsabilità tra giunta, l’ex assessore al Welfare Giulio Gallera e gli ex componenti del cda di Aria, nessuno sembra aver intenzione nemmeno di chiedere scusa. Come se i problemi della Lombardia sul tema vaccinazioni non si fossero mai verificati. Un occhio commissariale potrebbe aiutare a dirimere alcuni dubbi.

Allo stesso modo un salto nell’Ats Città metropolitana di Milano valeva la pena prevederlo, perché pur avendo il territorio più popoloso, è stata una delle prime a perdere il tracciamento dei contagi già in estate. Inanellando poi una serie di Caporetto organizzative da record. Almeno per verificare se come dice Moratti il focolaio di Bollate è stato spento grazie alle vaccinazioni speciali, se fossero confermati i dati sarebbe un ottimo modello.

Ma Figliuolo avrebbe potuto prevedere un salto a Bergamo, dove proprio gli alpini costruirono durante la scorsa primavera i padiglioni Covid di fianco all’ospedale come consigliavano i medici oltre che la logica. Sarebbe stato un bel gesto e un’indicazione per Fontana e le sue truppe che continuano a difendere l’illogico modello della Fiera di Milano. Invece così potranno dire che anche lo Stato è d’accordo con l’idea di costruire cattedrali nel deserto. Invece siamo alle cortesie istituzionali come quella di Curcio che ha riconosciuto che “I numeri della Lombardia sono ragguardevoli, è la Regione che ha vaccinato di più, 85% delle dosi ricevute, la sua performance condiziona molto la campagna nazionale”.


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