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Attilio Fontana e Letizia Moratti

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Nell’affannosa rincorsa alle somministrazioni si distingue ancora una volta la Lombardia. E se non è il vaccino a generare polemiche sono i vaccinati. La Regione vorrebbe iniziare a immunizzare gli over 40 e i turisti ma mancano all’appello circa 80 mila anziani over 80, le persone più esposte con il tasso più alto di mortalità. Un’amnesia non da poco. A sostenerlo, numeri alla mano, è il segretario regionale di Fnp Cisl Lombardia, Eugenio Didoné. Ogni giorno il Pirellone aggiorna i dati per dimostrare che la falsa partenza è solo un ricordo. Che ora tutto funziona e tutto è cambiato.

Ormai si viaggia su una media di 85-95 mila vaccini al giorno, «lasciando indietro – attacca il sindacato –  molti anziani che non hanno completato il ciclo delle iniezioni e tanti altri che non lo hanno mai iniziato». Strano modo di seguire alla lettera le prescrizioni del generale Figliuolo, commissario all’emergenza che aveva richiamato l’attenzione dei governatori delle regioni invitandoli a non utilizzare l’arma del vaccino come propaganda personale e dare dunque la priorità agli anziani e ai fragili.

«Le prenotazioni online – ricorda il sindacalista – soprattutto nella prima fase di con il portale di Aria, hanno messo in crisi non pochi anziani. Questo problema lo abbiamo sollevato in tempi non sospetti. Perché – pone una domanda Didoné – non ci hanno ascoltato quando abbiamo allertato e consigliato di rivolgersi subito ai sindaci di piccoli e grandi comuni che conoscono le situazioni particolari e sociali dei loro cittadini anziani e soli? In questi casi un po’ di umiltà e di ascolto da parte dei vertici della regione Lombardia non avrebbe guastato. E oggi non saremmo qui a parlare».

RSA: TAMPONE  GRATUITO PER OSPITI E PARENTI

Non è semplice raggiungere le persone anziane casa per casa. E La medicina territoriale non è decisamente il punto di forza della sanità pubblica lombarda svuotata e sostituita nel corso degli anni dai privati. Non un problema contingente, legato solo alla pandemia, dunque, ma il tallone d’Achille, il vulnus strutturale. «Va completata la più presto – incalza il leader sindacale – la vaccinazione nelle Rsa, le residenze sanitarie per gli anziani, dei loro caregiver e e parenti perché solo così si potranno riaprire in sicurezza quelle strutture dove si vive segregati da 14 mesi senza il conforto di una visita in presenza di persone care». 

 Al sindacato giungono ogni giorno decine di segnalazioni di Rsa, anche fuori dalla provincia di Milano. Non si applica l’ordinanza che autorizza le visite degli ospiti. Riferimento al provvedimento nazionale del ministero della Salute in vigore dall’8 maggio scorso che disponeva la riapertura in sicurezza delle residenze per anziani alle visite dei parenti e dei propri cari. «Non si può continuare a farsi belli con la politica degli annunci – accusa il segretario Cisl – davanti all’opinione pubblica e le cose poi vanno avanti come prima e nei fatti non cambia nulla. I cittadini lombardi meritano più rispetto».

Per un caso di probabile telepatia proprio ieri alle Rsa lombarde è stato fornito il modulo per la richiesta di test antigenico rapido tale da consentire l’ingresso in sicurezza di visitatori e familiari. Con questo provvedimento ospiti e parenti avranno la gratuità del tampone e si ridurrà il pericolo di contagio. Prima di poter accedere nelle strutture si dovrà però firmare un «patto di condivisione del rischio».

Ma le polemiche all’ombra del Pirellone non finiscono mai. Ad innescarle è stata nei giorni scorsi l’impossibilità per un caregiver “straniero” di accedere alla vaccinazione.

Un caso segnalato dal consigliere regionale M5S Luigi Piccirillo, che ha chiesto una verifica delle procedure. «Le persone di nazionalità straniera per la Lega valgono meno dei lombardi», ha sollevato la questione l’esponente grillino. Si dà il caso che la maggior parte dei lavoratori che assistono e accompagnano gli anziani in Lombardia siano stranieri. Filippini, rumeni, peruviani, etc, etc.

«Svolgono un importante ruolo sociale – sottolinea Piccirillo – ostacolare il loro accesso alla vaccinazione rischia di far perdere numerosi posti di lavoro, mettendo in crisi le famiglie degli assistiti e i lavoratori stessi».

E non è finita. Gli stessi che vorrebbero accogliere i turisti con un kit anti-Covid, compreso di vaccino di richiamo omaggio, ce l’hanno con l’assessorato regionale al Welfare. Il casus belli è la proposta di somministrare anche agli homeless il vaccino Johnson&Johnson (monodose). Impresa tutt’altro che semplice trattandosi di senzatetto non rintracciabili se non strada per strada, uno ad uno. Soggetti fragili per definizione ancora prima che per patologia.

VACCINO AI BARBONI. LA BECCALOSSI: NO GRAZIE

Viviana Beccalossi, presidente del gruppo Misto spara ad alzo zero: «È un autentico schiaffo a tutti coloro che pazientemente stanno attendendo in coda il loro turno per vaccinarsi». E ancora: «Penso ai commercianti provati da un anno di chiusura o alle cassiere dei supermercati scavalcati da extracomunitari irregolari per la gioia dei buonisti già pronti ad esultare». Ma Gregorio Mammì, consigliere M5S ribatte: «Non viviamo sotto una campana di vetro, chi calpesta le nostre strade, chi respira la nostra aria, deve essere vaccinato: non possiamo farne una questione di bieco razzismo, di classe superiore dettata dal timbro di lombardo doc con il Pil giusto come fa qualche politico». Una pentola sempre in ebollizione, la Lombardia. Se può servire a consolare lady Moratti e soci le polemiche non risparmiano neanche le altre regioni.

VACCINO FACILE: IN UNA CLINICA ROMANA

 Anche il Lazio, fino a ieri un modello da seguire, è finito nella bufera. La Procura di Roma ha acceso una lente sulla Casa di cura Annunziatella (Asl Roma2) che avrebbe somministrato nei giorni scorsi vaccini a persone di qualsiasi età. Per prenotarsi bastava utilizzare il portale della Regione. Gli accertamenti sono scattati dopo una segnalazione.
Al centro vaccinale della Casa di cura venivano destinate 150 dosi giornaliere di AstraZeneca. Scattato il tam tam sui social, dinanzi alla struttura si creavano lunghe file di persone in attesa di ricevere il vaccino. La vicenda potrebbe finire al vaglio delle autorità competenti.  


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