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È una “corsa contro il tempo” quella della campagna vaccinale contro la variante delta per raggiungere gli oltre 5,7 milioni di over 60 ancora senza adeguata copertura, ovvero persone che non hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose o addirittura non hanno ricevuto neanche la prima.

In Italia, l’87,2% degli over 60 ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Al Sud, come nel resto della Penisola, la situazione è eterogenea. In Sicilia gli over 60 che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino sono il 22,6%, più di uno su cinque in questa fascia d’età, ma la Puglia è la regione più virtuosa d’Italia, con solo un 7,7% di over 60 del tutto “scoperto”. Anche al Nord, a Bolzano, manca del tutto all’appello il 19,8% degli over 60. Nel resto d’Italia, accanto alla Puglia, solo Umbria e Lazio vantano oltre il 90% di over 60 che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino.

LO STUDIO

A ripetere l’allerta sul rischio di malattia grave sia per gli over 60 non completamente vaccinati, pari a circa 3 milioni 462mila persone, circa un ultrasessantenne su cinque, sia per quelli non vaccinati del tutto, una platea di circa 2 milioni 291mila persone, pari a circa un over 60 su otto, è stata la Fondazione Gimbe, che ieri ha diffuso i dati del monitoraggio indipendente nella settimana dal 30 giugno al 6 luglio sugli indicatori del contagio.

Calo del 26,4% dei decessi, con 162 casi contro 220 della settimana precedente; diminuzione del 19,4% dei casi attualmente positivi, pari a 42mila 579 contro 52mila 824; in calo del 19,2% le persone in isolamento domiciliare, pari a 41mila 121 contro 50mila 878.

E ancora, meno ricoverati con sintomi, 1.271 contro 1.676, pari a un calo del 24,2% e il 30,7% in meno di casi in terapie intensive, 187 contro 270: sono tutti dati positivi a cui fanno da feroce contraltare il calo del 49% delle prime dosi sul totale delle dosi somministrate in tre settimane e l’incremento del 5% di nuovi casi in una settimana, a quota 5mila 571.

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, sottolinea che «dopo 15 settimane consecutive di discesa si rileva un incremento del 5% dei nuovi casi settimanali rispetto alla settimana precedente».

E Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari Gimbe, a proposito della minaccia della variante delta, diffusa in modo differente in Italia, ricorda la comprovata «elevata efficacia del ciclo vaccinale completo nel prevenire le forme severe di Covid-19, le ospedalizzazioni e i decessi. Il tallone d’Achille della campagna vaccinale – sottolinea – sono i 5,75 milioni di over 60 a rischio di malattia grave privi di adeguata copertura contro la variante delta».

TRACCIAMENTO E TESTING, ANELLO DEBOLE

Ciò che preoccupa maggiormente Cartabellotta sono il contact tracing è l’attività di testing. Quest’ultimo, sebbene abbia registrato un aumento del 15,5% dopo 7 settimane di calo, continua «ad attestarsi su numeri troppo bassi, con la conseguenza di una sottostima dei nuovi casi e un insufficiente tracciamento dei contatti».

Tracciamento e testing accurati sono gli strumenti più efficaci e rapidi per avere il polso della reale diffusione del contagio, ma dall’inizio della pandemia sono stati l’anello debole della strategia di contrasto alla diffusione del virus. I numeri non lasciano adito ad equivoci: «Dalla settimana 5 -11 maggio il numero di persone testate settimanalmente si è progressivamente ridotto del 60,3%, passando da 662mila 549 a 263mila 213, per poi risalire questa settimana a 303mila 969”.

NUOVI CASI A MACCHIA DI LEOPARDO

In 11 Regioni – Abruzzo, Campania, Liguria, Lombardia, Marche, Province autonome di Bolzano e di Trento, Sardegna, Sicilia, Toscana, Valle D’Aosta – si è registrata un’inversione di tendenza, cioè un incremento dei nuovi casi positivi per 100mila abitanti rispetto alla settimana precedente, in calo viceversa nelle restanti dieci regioni. Spiccano le Marche con una variazione del 197,1% rispetto alla settimana scorsa, con 84 casi positivi per 100mila abitanti.

Al Sud, in Sardegna 143 casi positivi per 100mila abitanti, con variazione del 22% dei nuovi casi, in Sicilia sono 71, incremento dell’11,1%. In Campania, con 131 casi positivi per 100mila abitanti, l’aumento è del 9,3%. In calo del 44,8% i nuovi casi in Basilicata, pari ora a 124 positivi per 100mila abitanti, in Calabria, scesi del 24,5%, con 140 positivi/100mila abitanti e anche in Puglia, diminuiti del 20,2%, con 65 positivi per 100 mila abitanti.

ALLARME CALO PRIME DOSI: -49% IN TRE SETTIMANE

Marco Mosti, il direttore operativo di Gimbe, spiega che la percentuale di prime dosi sul totale delle dosi somministrate è passata dal 74% della settimana 7-13 giugno al 38% della settimana tra il 28 giugno e il 4 luglio, «con un calo del 49% in tre settimane».

Al 7 luglio, circa sei italiani su dieci, il 59,6% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, per un totale di oltre 35 milioni 323mila soggetti. Il 36,4% ha completato il ciclo vaccinale, ovvero oltre 21 milioni 593 mila persone, con il Lazio che detiene il palmares con il 41,4% della popolazione, seguito dalla Puglia – 39,1% – dal Friuli Venezia Giulia – 39% – e dal Molise, con il 38,2%.

Le somministrazioni, segnala il report, sono scese tuttavia del 4,1% nell’arco di una settimana, a quota 3 milioni 734mila 39, con una media mobile a sette giorni di 524mila 202 inoculazioni al giorno. Un rallentamento che è imputabile «all’incertezza relativa alle dosi in arrivo, oltre che alla diffidenza sempre maggiore nei confronti dei vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson». Sono oltre 6 milioni le dosi già consegnate alle Regioni in attesa di essere inoculate.


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