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OLTRE all’ambita coppa, è come se da Londra fosse arrivata in Italia anche la consapevolezza definitiva che la variante Delta diverrà presto prevalente. Questa mutazione del virus registrata la prima volta in India e deflagrata Oltremanica si attestava nel nostro Paese attorno al 27,7% del totale i primi giorni di luglio. Ora il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, avverte, intervistato da “La Stampa”, che «l’evoluzione sarà simile a quella che abbiamo visto in Gran Bretagna: entro fine mese i contagi saranno 3 o 4 volte quelli attuali e durante l’estate continueranno a crescere». Ma, aggiunge, «dall’altra parte, aumenteranno progressivamente i cittadini vaccinati con doppia dose, a settembre saremo intorno al 70-75% di immunizzati».

A tal proposito, prosegue Sileri, se la campagna di vaccinazione dovesse in crescere in modo troppo contenuto nelle prossime settimane anche tra i giovanissimi, potrebbero esserci ripercussioni sulla ripresa delle attività scolastiche.

Il sottosegretario ha detto che occorre aumentare le somministrazioni nella fascia di età tra 12 e 19 anni, altrimenti «non potrà essere garantita una ripresa al 100% delle lezioni in presenza, almeno nelle prime settimane». Poi, ha aggiunto, «andrà potenziata la campagna diagnostica nelle scuole, con tutti i mezzi disponibili».

L’ALLARME DI CRISANTI

Vaccini che, tuttavia, potrebbero non essere più la panacea dinnanzi alla crescita esponenziale della variante Delta. È questo l’allarme lanciato da Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, il quale, ospite di “Agorà” su Raitre, afferma che siamo «ad un passo dal diventare resistente ai vaccini», quindi meno la variante Delta «si trasmette e meglio è». Crisanti è dell’avviso «che bisognerebbe combinare la campagna vaccinale e allo stesso tempo rafforzare la nostra capacità di tracciamento».

ALLARME OMS

Mentre in Italia non si è ancora spenta l’ebbrezza per il successo calcistico in terra inglese, all’Organizzazione mondiale della sanità c’è chi ha guardato l’evento sportivo da un punto di vista del tutto diverso. Come Maria Van Kerkhove, responsabile tecnica dell’Oms per il Covid che, guardando le immagini dello stadio di Wembley quasi pieno e delle feste per le strade italiane, ha commentato su Twitter: «Suppongo che dovrei divertirmi a vedere il contagio accadere davanti ai miei occhi?». Ha quindi aggiunto: «La pandemia non si è presa un giorno di ferie stasera… la variante Delta approfitterà delle persone non vaccinate, in ambienti affollati, smascherate, urlando/gridando/cantando. Devastante».

CHI RIAPRE E CHI RICHIUDE

La situazione che l’esponente dell’Oms definisce persino «devastante» non dissuade però il governo britannico dall’intento di revocare tutte le misure anti-Covid dal 19 luglio prossimo: lo ha ribadito ieri il ministro della Salute Sajid Javid, rispondendo alle critiche alla Camera dei Comuni per la tempistica adottata dall’esecutivo di Boris Johnson. Egli ha spiegato che «non ci sarà mai un momento perfetto per fare questo passo».

Di tutt’altro avviso il premier dei Paesi Bassi, Mark Rutte, il quale si è scusato, insieme al suo ministro della Sanità, per aver preso a fine giugno la decisione di riaprire tutto. «Quello che pensavamo fosse possibile in realtà non lo era».

RISCHIO GIALLO IN ITALIA

E in Italia? Si fa insistente nelle ultime ore la voce di un ritorno in zona gialla per diverse Regioni. Sulla questione è intervenuto l’altro sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che a “RaiNews24” ha detto che «oggi dobbiamo osservare non tanto i contagi, ma i ricoveri in ospedale. L’augurio e l’auspicio è che l’Italia rimanga in bianco, ma occorre valutare i dati quotidianamente e settimanalmente. Ad oggi i dati non ci fanno presagire un cambio di colore».

I dati di ieri parlano di 888 tamponi positivi su 73.571: il tasso di positività è salito all’1,2%, per la prima volta sopra l’1% dal 14 giugno. Sono stati invece 13 i decessi (domenica 7). Stabile la situazione nelle terapie intensive, leggero aumento di ricoveri nei reparti ordinari (+15).


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