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Il presidente francese Emmanuel Macron

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SULLA coppa conquistata dagli azzurri si riflette l’immagine di un Paese ancora lacerato dalla paura. Archiviata la festa, si consuma ora uno scontro attorno alle immagini dei caroselli in tutta Italia e del corteo romano del pullman scoperto con gli eroi di Wembley: da un lato chi avverte che questo rilassamento sportivo porterà a una recrudescenza dei contagi, dall’altro chi respinge l’ipotesi di nuove restrizioni. Il tutto, mentre la Francia ci fornisce – per restare al linguaggio calcistico – un nuovo assist di polemiche: incentivare i cittadini a vaccinarsi limitando fortemente la vita sociale di chi non vuole sottoporsi alla somministrazione.

LE FESTE CALCISTICHE PRECEDENTI

I festeggiamenti per la vittoria degli Europei potrebbero rappresentare una sorta di banco di prova involontario. Tra quattro giorni, «se osserveremo dei picchi di contagi nelle città dove ci sono stati comportamenti a rischio, vederemo se» con i caroselli «abbiamo rischiato troppo». L’avviso è di Sergio Abrignani, immunologo membro del Comitato tecnico-scientifico (Cts), ospite di “Agorà Estate” su Raitre. In realtà analoghi esperimenti fortuiti nel corso di questo anno e mezzo di pandemia non sono mancati: nel giugno 2020 a suscitare le polemiche fu la festa dei tifosi napoletani dopo la conquista della Coppa Italia della squadra partenopea, mentre nel maggio 2021 una situazione simile si è verificata a Milano in occasione dello scudetto dell’Inter. In entrambe le occasioni, sottolinea Abrignani, «non si è osservato nessun picco di casi».

La differenza, osserva qualcuno, è che sia nel giugno 2020 sia nel maggio 2021 non era così diffusa la variante Delta. «Ma c’era la variante Alfa che impazzava», risponde l’esponente del Cts, che aggiunge: «È vero che è meno diffusiva, ma comunque non c’è stato quello che temevamo. Speriamo che sia così anche stavolta, ma abbiamo paura». Perentorio è Matteo Bassetti, direttore del reparto Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, che ai microfoni di “Radio Punto Nuovo” definisce «pensieri ridicoli» quelli di chi ritiene che non si dovesse festeggiare la vittoria dell’Italia.

Secondo il camice bianco «basta fare “al lupo al lupo”», in quanto «chi ha fatto il doppio vaccino può sentirsi tranquillo». A proposito di vaccino, l’infettivologo genovese sottolinea che «bisognava dire che al massimo doveva festeggiare in piazza solo chi aveva il Green Pass».

POLEMICHE IN FRANCIA

Affermazione, questa del prof. Bassetti, che introduce il tema delle nuove misure annunciate lunedì sera dal presidente francese, Emmanuel Macron. A causa della crescita dei contagi, Parigi ha prorogato lo stato d’emergenza fino al 31 dicembre, imposto l’obbligo vaccinale per i sanitari e l’obbligo di esibire il Green Pass per tutti gli over 12 per accedere a luoghi di cultura, ristoranti e bar, centri commerciali e trasporti su lunghe distanze. L’obiettivo dichiarato di Macron è evitare in prospettiva un nuovo confinamento.

La scelta è divisiva. Larga parte della società civile la considera lesiva delle libertà individuali ed anche all’interno degli stessi partiti il dibattito è acceso. Sabato prossimo, alle 17, la leader del Raggruppamento Nazionale (RN), Marine Le Pen, ha indetto una manifestazione «della resistenza» nella capitale francese. Benché accusata da molti fronti di autoritarismo, la scelta di Macron ha comunque dato la stura alle prenotazioni dei vaccini: «Abbiamo registrato 20 mila appuntamenti per minuto, un record assoluto dall’inizio della campagna», ha sottolineato ieri Stanislas Niox-Chateau, a capo di Doctolib, il principale sito che si occupa delle prenotazioni.

L’ITALIA SEGUIRÀ L’ESEMPIO?

E intanto c’è chi auspica che l’esempio francese venga seguito qui in Italia. Tra i primi Licia Ronzulli, vicepresidente di Forza Italia al Senato e depositaria del ddl per rendere obbligatoria la vaccinazione dei sanitari. Nel centrodestra i pareri sono però contrastanti: Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, ricorda che la libertà individuale «è sacra e inviolabile», pertanto «l’idea di utilizzare il Green Pass per poter partecipare alla vita sociale è raggelante, è l’ultimo passo verso la realizzazione di una società orwelliana». Nella maggioranza sono in tanti a sollevare dubbi, più di natura pratica che di natura morale.

L’andamento della campagna vaccinale potrà dare nei prossimi giorni qualche indicazione sulle scelte del governo: a ieri pomeriggio il 45,5% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale. Scende intanto il tasso di positività: dall’1,2% di lunedì allo 0,8% di ieri, con 1.534 tamponi positivi su 192.534 effettuati. 20 le vittime, stabili le terapie intensive e in lieve calo i reparti ordinari.


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