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Mario Draghi

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Da Roma a Milano, da Torino a Napoli, la voce della protesta torna a levarsi alla vigilia di una settimana decisiva per l’estensione dell’obbligo di Green pass, dalla scuola, ai trasporti sino al posto di lavoro. Il dossier doveva essere discusso in Consiglio dei ministri nei giorni scorsi, ma si è preferito dare priorità alla riforma della Giustizia, altro argomento divisivo, su cui si è trovata una mediazione.

Si è preso tempo con un occhio puntato sull’andamento dei contagi, stella polare scelta da Mario Draghi per orientare ogni eventuale stretta. Con l’autunno alle porte e la variante Delta che cresce (sia pur a ritmo inferiore rispetto di qualche tempo fa), il premier vuole mettere il tessuto economico e sociale del Paese al sicuro da nuove chiusure. Di scuola si è già cominciato a discutere, senza però arrivare a dama, né sul fronte del Piano per la ripartenza – previsto in un primo momento per il 29 luglio – né su quello dell’obbligo vaccinale per il personale, su cui i sindacati di categoria dei presidi continuano a spingere, considerandola l’unica strada percorribile per scongiurare il ripristino della Dad.

Trovare la quadra prima di Ferragosto sarà operazione complessa ma inevitabile, nonostante gli scricchiolii nella maggioranza. Favorevole alla stretta è Italia Viva. Nel contestare la protesta anti Green pass inscenata da Fratelli d’Italia alla Camera, Matteo Renzi ha spiegato che «grazie ai vaccini si scongiureranno nuove chiusure. I vaccini impediscono morti e ospedalizzazioni, salvano la vita e l’economia».

La Lega, da parte sua, si è detta contraria a numerosi degli obblighi già adottati con l’ultimo decreto Covid. Matteo Salvini, in sede di conversione del dl, ha chiesto di modificare l’obbligo di esibire il Green pass sui treni a lunga percorrenza e nei ristoranti degli alberghi, chiedendosi come faccia «una famiglia in vacanza con i figli adolescenti, sopra i 12 anni? Mica può fare il tampone tutte le sere».

Nella sua battaglia per la linea soft, Salvini, però, non trova sponde nei suoi principali alleati di centrodestra: Forza Italia, che ha una visione decisamente più rigorista. «Se serve, facciamo una legge che obblighi alla vaccinazione la popolazione italiana o quantomeno certe categorie come quelle della sanità e della scuola» ha detto il ministro Renato Brunetta, ospite del Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta, rispondendo a una domanda del direttore del Giornale, Minzolini. «Un tempo – ha aggiunto – ci vaccinavano tutti senza poter dire né a né b. Visto che la nostra Costituzione prevede che si possa obbligare alla vaccinazione, allora approviamo questa legge. Questo dibattito scalcinato non lo capisco».

Ieri, intanto, i nuovi contagi hanno raggiunto le 6.153 unità, mentre le vittime sono state 16. Oltre 264mila i tamponi effettuati, dato che combinato a quello dei nuovi casi individuati porta il rapporto di positività al 2,4%, in lieve calo rispetto a venerdì. I pazienti ricoverati in terapia intensiva con il Covid in Italia sono 214, 13 in più rispetto a venerdì nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono stati 25. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 1.851, 39 in più.


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