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OVUNQUE o quasi, ad ogni tornante di riaperture o di alleggerimento delle restrizioni, si mette in conto una recrudescenza dei contagi. È successo, ad esempio, in Regno Unito. Al di là della Manica, dopo l’allentamento delle misure nel luglio scorso, si è verificato un innalzamento della curva epidemica che ha raggiunto giovedì il picco di 45mila casi in un solo giorno.

In Italia, invece, è successo l’esatto opposto. Qui i riflettori erano puntati sulla riapertura delle scuole, tra le più delicate di sempre. Eppure, a ormai oltre un mese da quella data cruciale, la traiettoria dei contagi non ha conosciuto alcuna deviazione verso l’alto, anzi.

Il primo “check” sulla scuola

Già il 23 settembre scorso, dieci giorni dopo il suono della prima campanella, un “check” sui contagi rappresentava una situazione sotto controllo. «Il numero dei contagi continua a scendere, come quello dei ricoverati nelle unità di terapia intensiva; i decessi sono stabili», spiegava all’Ansa il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina “Coronavirus – Dati e analisi scientifiche”.

Come rilevava il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, infatti, nella settimana tra il 15 e il 21 settembre il segno meno caratterizzava le varie voci del quadro italiano sul Covid: -10,5% di casi positivi rispetto ai sette giorni precedenti, -14,9% di nuovi tamponi positivi, -10,7% di persone in isolamento domiciliare, -5,5% di ricoverati nei reparti ordinari, -6,9% in terapia intensiva.

Altro dato di interesse che si mostrava incoraggiante era il Covidex, ovvero l’indice confrontabile all’indice di contagio Rt e che viene calcolato sulla base del rapporto tra il numero dei nuovi casi positivi e i tamponi eseguiti: «Attualmente – spiegava Sestili – è pari a 0,86, indica cioè una fase di decrescita dei contagi, ed è stabile sotto il valore 1 da diverso tempo: questo significa che non ci sono al momento segnali di risalita».

Tre settimane fa il fisico proferiva un «cauto ottimismo» sul fatto che le aperture stessero andando bene. Ma aggiungeva che occorresse ottenere «dati più consolidati» per trarre conclusioni.

Dati più consolidati

Dati sicuramente più consolidati sono quelli offerti giovedì scorso dall’ultimo monitoraggio in ordine di tempo della Fondazione Gimbe. È ancora il segno meno a predominare in Italia: -8,6% di casi attualmente positivi rispetto alla settimana precedente, -13,5% di tamponi positivi, -8,5% di persone in isolamento domiciliare, -10,2% di ricoveri nei reparti ordinari, -14,5% di ricoveri in terapia intensiva.

Non solo. Rispetto al monitoraggio del 23 settembre, questa settimana si è registrata un’altra novità: ha iniziato a declinare anche il numero delle vittime, calato del 14,5% considerando per altro che nei 266 decessi settimanali messi agli atti del bollettino del ministero della Salute ce ne sono stati 25 riferiti a periodi precedenti.

Alto tasso di vaccinazione

Sembra dunque pagare la linea adottata dal Governo Draghi: gradualità nelle riapertura, con particolare attenzione al mondo della scuola per tenere lontano lo spettro della Dad. E in effetti un mese dopo la riapertura delle scuole la didattica a distanza è quasi sparita dai radar: circa il 94% degli studenti ha finora svolto sempre lezione in presenza.

L’esecutivo attribuisce il successo all’alto tasso di vaccinazione che si riscontra sia nel personale scolastico sia tra gli studenti. Soprattutto a seguito dell’estensione del Green Pass obbligatorio nei luoghi di aggregazione, vi è stato un boom di giovani che si sono sottoposti alla puntura. Ad oggi il 62,10% degli adolescenti e ragazzi dai 12 ai 19 anni ha completato la vaccinazione: si tratta di 2.873.666 giovani. Massiccia l’adesione alla campagna vaccinale da parte del personale scolastico, dove si sfonda la soglia del 90%.

Le nuove linee guida

I dati confortanti hanno spinto le autorità sanitarie e politiche, in coerenza con quel principio di gradualità che è la bussola delle scelte fin qui adottate, a suggerire un altro passetto verso una situazione di normalità. E così giovedì scorso Istituto superiore di sanità (Iss) e Governo hanno pubblicato le nuove indicazioni sulle quarantene a scuola: in caso di un alunno positivo, i compagni devono fare il tampone e, se negativo, si torna a scuola. Un passo alla volta.


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