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La povertà non è stata abolita, come annunciò quasi due anni fa l’allora vicepremier Luigi Di Maio dal balcone di Palazzo Chigi, ma è sicuramente diminuita. In parte grazie al reddito di cittadinanza, ovvero proprio la misura grillina per eccellenza. A certificarlo è l’Istat che ha fotografato gli indici di povertà in Italia nel 2019, prima che scoppiasse la pandemia e portasse in allegato al file principale una serie di pesanti effetti socio-economici. Gli ostacoli principali ad un benessere economico generalizzato sono: gli affitti delle case troppo alti, il peso dei figli minori, la giovane età che impedisce di accumulare i risparmi. Al Sud, questi fattori incidono maggiormente. Per cui, l’inversione della rotta (in questo caso tradotta in numeri) può avvenire soltanto con mutui accessibili presso il sistema creditizio, sostegno alle famiglie numerose e politiche di agevolazione per le locazioni. È con il welfare equo, in sostanza, che la povertà può ridursi sensibilmente.

I DATI

Ammontano a 1,7 milioni le famiglie considerate in condizione di povertà assoluta con una incidenza pari al 6,4% dell’intera popolazione (7% nel 2018), per un numero complessivo di quasi 4,6 milioni di individui (7,7% del totale, 8,4% nel 2018). Dopo quattro anni di aumenti, quindi, nel 2019 si riducono per la prima volta il numero e la quota di famiglie in povertà assoluta pur rimanendo su livelli molto superiori a quelli precedenti la crisi del 2008-2009. Rimane stabile il numero dei nuclei in condizioni di povertà relativa: nel 2019 sono poco meno di 3 milioni (11,4%) cui corrispondono 8,8 milioni di persone (14,7% del totale).

IL DIVARIO

Resta immutato il divario tra Nord e Sud, che parzialmente “respira” per il Reddito di Cittadinanza che ha preso il posto del Reddito di Inclusione. Le famiglie che avrebbero diritto a percepire il Reddito di Cittadinanza (RdC) e quelle in condizione di Povertà Assoluta (PovAss) sono due universi solo parzialmente sovrapponibili. L’accesso al RdC, infatti, tiene conto di criteri diversi rispetto a quelli utilizzati per la stima delle famiglie in condizione di povertà assoluta. Questo non toglie, comunque, che le famiglie in povertà assoluta del Sud siano l’8,6% contro percentuali molto più basse rispetto al Nord (5,8%) e al Centro (4,5%).

Ciò che si riduce, secondo l’Istat, è la povertà assoluta nelle aree metropolitane del Mezzogiorno: quella familiare scende dal 10% all’8,6% e quella individuale dall’11,4% al 10,1%. Da sottolineare che al Nord la soglia di povertà mensile è pari ad una cifra che va dai 754 agli 839 euro, mentre nel Meridione è di 566 euro. L’Istituto di statistica ha motivato la diminuzione della povertà assoluta con il miglioramento, nel 2019, dei livelli di spesa delle famiglie meno abbienti (in una situazione di stasi dei consumi a livello nazionale). L’andamento positivo si è verificato in concomitanza con l’introduzione del Reddito di Cittadinanza (che ha sostituito il Reddito di Inclusione) e ha interessato, nella seconda parte del 2019, oltre un milione di famiglie in difficoltà.

L’intensità della povertà, cioè quanto la spesa mensile delle famiglie povere è in media sotto la linea di povertà in termini percentuali (“quanto poveri sono i poveri”) è pari al 20,3% (19,4% nel 2018) con valori che vanno da un minimo del 18,1% nel Centro a un massimo del 21,6% al Sud. In Italia sono un milione e 137mila i minori in povertà assoluta (11,4%), mentre è pari al 26,9% l’incidenza della povertà assoluta tra i cittadini stranieri residenti (tra gli italiani è il 5,9%). Le differenze territoriali rilevate per le famiglie si confermano per gli individui: sono oltre due milioni i poveri assoluti residenti nel Mezzogiorno (45,1% del totale, di cui il 70% al Sud e il 30% nelle Isole), contro 1 milione e 860mila nelle regioni del Nord (40,5%, di cui il 58,7% nel Nord-ovest e il 41,3% nel Nord-est). Ciò si deve anche alla maggior presenza nelle regioni meridionali di famiglie numerose tra le famiglie in povertà assoluta rispetto al Nord. L’incidenza di povertà individuale è pari a 10,5% nel Sud e a 9,4% nelle Isole mentre nel Nord e nel Centro è molto più bassa, rispettivamente 6,8% e 5,6%.


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