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Una delle tante deviazioni presenti sull'A2 del Mediterraneo

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Il 22 dicembre la Salerno-Reggio Calabria sarà terminata come avevamo promesso, perché l’Italia mantiene i propri impegni e nessuno può ridere dell’Italia”. Era il 26 luglio del 2016 e alla cerimonia di apertura del viadotto Italia, sulla Salerno-Reggio Calabria, nel tratto della provincia di Cosenza compreso tra Laino Borgo e Laino Castello l’allora premier Matteo Renzi gigioneggiava più del solito, tagliando la cravatta a Mario Oliverio e ironizzando sull’abilità alla guida del suo ministro Delrio per poi tuffarsi in un ricco buffet allestito all’interno di una delle nuovissime gallerie appena terminate.

Il 22 dicembre dello stesso anno Renzi non era più premier e allora toccò a Paolo Gentiloni venire ad “inaugurare” la nuova autostrada in quel di Reggio Calabria. Anche l’attuale commissario europeo abbandonò il suo stile asciutto per darsi alle battute. “Scusate il ritardo”, esordì scherzando nella conferenza stampa tenuta insieme al ministro delle Infrastrutture Delrio e il presidente di Anas, Vittorio Armani. Poi con enfasi annunciò anche lui il completamento dell’autostrada, la cui costruzione era iniziata nel lontano 1955, ringraziando Renzi per tutto lo sforzo profuso nel ribaltare “l’ennesimo luogo comune sul Sud”. Per chiudere, il solito annuncio di una cabina di regia per il Mezzogiorno.

Il significato vero dietro quelle parole in realtà è che erano stati chiusi i grandi cantieri e che tutto resta cristallizzato al momento del “proclama” di Renzi (e dell’Anas), che non si faranno più grandi opere, che non si farà mai il tratto Sibari-Morano, che resterà un calvario il percorso tormentato e insanguinato tra Cosenza e il Savuto, che le minigallerie in curva e la corsia ridotta di San Mango resteranno sempre così, che niente cambierà e possono perciò rassegnarsi cittadini e turisti che da Pizzo Calabro devono risalire verso Vibo: affrontino pazienti curve e controcurve, imbuti e innesti da slalom per poi tuffarsi nella Piana di Rosarno.

La classe politica calabrese ha ingoiato i proclami e applaudito sorridendo alle battute di Renzi prima e Gentiloni poi. Tutti entusiasti del fatto che l’imponente arteria, con i suoi cantieri perennemente aperti, cessava finalmente di offrire, all’Italia e al mondo, l’immagine di una regione sprecona e incapace e che era finalmente pronta a proiettarsi nella modernità. Ma chiunque attraversi oggi l’A/2 sa che da ridere c’è davvero poco. Sa che più che un viaggio entusiasmante come quello propagandato da Giancarlo Giannini realizzato quando si decise di cambiare il nome dell’autostrada da A/3 in A/2 “autostrada del Mediterraneo, dovrà affrontare un vero e proprio calvario, costellato da continui cantieri che rendono quasi incalcolabili i tempi di percorrenza.
Non ci riferiamo solo ai tratti che sono stati, ormai definitivamente, tenuti fuori dall’ammodernamento dell’A/3, in totale circa 58 km, guardacaso tutti in territorio calabrese. In particolare parliamo dei tratti Morano Calabro – Firmo, (dal km 185+000 al km 206+500: 21 km); Cosenza – Altilia (dal km 259+700 al km 286: 26 km ); Pizzo Calabro – S.Onofrio, (dal km 337+800 al km 348+600 11 km) ma praticamente a tutto il tragitto. Il paradosso è proprio questo: i cantieri non servono mica a migliorare la viabilità o a creare le corsie d’emergenza che mancano in molti tratti calabresi, ma sono semplici quanto continui lavori di maquillage o di restyling effettuati da parte dell’Anas che è un po’ come mettere la crema sulle mani sporche e che, soprattutto, sembrano destinati a non finire mai visto che il piano di manutenzione allora stanziato dall’Anas ammonta a oltre un miliardo di euro.

I cantieri insistono anche nel periodo di traffico più intenso come per esempio nel mese di luglio in cui ai circa 700mila residenti della provincia di Cosenza si aggiungono tutti coloro che devono attraversare la Calabria per arrivare in Sicilia. Con buona pace di chi ha avuto l’idea di ribattezzare la vecchia A/3 “Autostrada del Mediterraneo” proprio per identificarla come porta di accesso alla straordinaria scelta di mete turistiche offerte dalle aree che attraversa. Scompariranno, momentaneamente, questi cantieri sono nel periodo di vero esodo estivo (ultima settimana di luglio – prima settimana di settembre) perché queste sono le valutazioni effettuate presso le Prefetture in sede di COV (Comitato Operativo Viabilità). Nessuno sconto, quindi, per chi dovesse attraversarle in questi giorni.

Ad oggi sono in corso ufficialmente ben nove interventi per un importo complessivo di 30,7 milioni di euro. Il dettaglio degli interventi potete leggerlo nella scheda, Noi abbiamo voluto controllare di persona lo stato dei cantieri e lo scorso 23 luglio, intorno alle 14, abbiamo percorso il tratto dell’A/2 che va da Cosenza fino a San Mango d’Aquino. Per intenderci uno di quelli che non è stato nemmeno sfiorato dagli ammodernamenti nonostante ci siano i soldi già stanziati al Cipe sin dal 2018. Nel tratto non ammodernato di 34 km si rileva la presenza di ben sette restringimenti della carreggiata ad una sola corsia per lavori in corso, con conseguenti accodamenti di numerose autovetture e autocarri, soprattutto nel tratto in salita che va da Cosenza a Rogliano.

Gli effetti sul traffico sono spaventosi con vetture costrette a viaggiare quasi a passo d’uomo, soprattuto nei tratti in salita in cui arrancano i mezzi pesanti che ti viene quasi voglia di scendere dall’auto per spingerli. Ogni singolo restringimento, come si può ben vedere dalla planimetria allegata, va da un minimo di 2 km fino ad un tratto di 4 km nei pressi di Altilia. In particolare percorrere il tratto che divide Cosenza da Rogliano è roba che mette a durissima prova non solo i riflessi di chi guida, ma i nervi di tutti coloro che viaggiano. In questo tratto di undici km ci sono ben tre restringimenti di carreggiata. Il primo di un chilometro, il secondo di due e il terzo di tre chilometri. Praticamente la metà di questo percorso si caratterizza per la presenza di cantieri. Qui certamente si raggiunge l’eccesso, ma se allarghiamo lo sguardo a tutti i km che dividono Cosenza da San Mango d’Aquino, in totale 34, i tratti di riduzione della corsia risultano pari a 14 km cioè oltre il 40% del percorso. E per fortuna è estate e molti cantieri sono stati rimossi.

Così se in questa stagione l’A/2 rappresenta un bel biglietto da visita per chi decidesse di voler trascorrere le vacanze in Calabria e in Sicilia, d’inverno, quando i cantieri aumentano (Anas fa sapere che partiranno con il nuovo anno altri quattro interventi di maquillage per un investimento di 17 milioni di euro) è un vero e proprio tragitto a ostacoli . Ma non ditelo a Renzi. Per lui l’A/2 è bella che finita. Senza se e senza ma. E così la pensa anche il Governo Conte che evidentemente ha preso per buone le parole di Renzi. Infatti nelle slide del Ministero dei Trasporti “#Italiaveloce – piano delle infrastrutture e dei trasporti per un’Italia ad Alta Velocità” inserito nel Decreto Semplificazione, per quanto riguarda il tratto calabrese dell’A/2 il Ministro De Micheli ha inserito fra le opere prioritarie della rete autostradale solo il “miglioramento viabilità di adduzione (A2 Salerno-Reggio Calabria) – svincoli di Cosenza nord (località Settimo di Rende) e Cosenza Sud”. Opera di cui si parla da almeno vent’anni e che è già stata finanziata. Poi più nulla nè per l’A2, nè per le altre strade calabresi, tranne il completamento del 3° megalotto della Ss 106 jonica. Peccato che lo stesso ministro De Micheli era arrivata in Calabria circa un mese prima ad inaugurare l’inizio dei lavori,che oggi sembrano essersi nuovamente fermati. Ma questa è un’altra storia.


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