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La nave Libeccio intervenuta per i soccorsi

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Alle 18.40 i pescherecci Aliseo e Artemide e Nuovo Cosimo sono stati rilasciati dalla guardia costiera libica, hanno invertito la rotta puntando dritto verso il porto di Mazara del Vallo dove arriveranno domani in tarda serata scortati dalla nave Libeccio della marina militare.

Finisce dunque in poche ore il sequestro dei tre pescherecci attaccati dai libici a circa 35 miglia dalla costa libica davanti a Misurata. Secondo le testimonianze dell’equipaggio la motovedetta libica ha sparato decine di colpi di mitragliatrice ad altezza uomo, ferendo ad un braccio il comandante dell’Aliseo Giuseppe Giacalone.

«Per fortuna mio padre è stato colpito di striscio ad un braccio, le sue condizioni mi hanno assicurato sono buone – racconta il figlio Alessandro, rimasto sempre in contatto con le due imbarcazioni – Stanno già rientrando, viste le premesse è finita nel migliore dei modi. Mi chiedo se ci deve scappare il morto prima che il governo affronti e risolva questa situazione».

La nave Libeccio della Marina Militare, che si trovava a poche miglia dalle tre imbarcazioni italiane, è intervenuta per prestare i primi soccorsi al comandante.

Sull’episodio il commodoro Masoud Ibrahim Abdelsamad della marina libica ha sottolineato che i pescherecci erano in acque libiche e ha smentito di aver sparato “contro” i pescherecci, ammettendo però che sono stati esplosi «colpi di avvertimento in aria».

Opposta la versione dell’armatore, dei marinai italiani e del sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci che ha più volte ribadito: «Hanno sparato ad altezza d’uomo» dopo aver trascorso il pomeriggio in contatto con i pescatori della Aliseo e delle altre due barche.

La vicenda dell’attacco libico ai pescherecci italiani ha scatenato la reazione di tutte le forze politiche che in coro chiedono al ministro degli Esteri Luigi Di Maio di riferire in aula su quanto accaduto. Dalla Lega di Salvini: «Chiediamo un intervento diplomatico per garantire la sicurezza dei pescatori», al Partito Democratico: «Episodio grave e preoccupante, non ci accontentiamo di vaghe spiegazioni». Da Fratelli d’Italia: «E’ il secondo episodio in pochi mesi, il governo non pieghi la testa», a Noi con L’Italia: «Mediterraneo sempre più instabile, paradossale continuare ad addestrare la guardia costiera libica per riceverne in cambio colpi di mitraglia alle nostre navi».

Dal governo arriva la solidarietà del ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna: «Sono vicina ai pescatori e agli armatori siciliani, in particolare al capitano Giuseppe Giacalone e alla sua famiglia, vittime di un attacco armato. Resterò in contatto con il Ministero della Difesa per seguire gli sviluppi della situazione».


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