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L’appello ad adottare misure più drastiche per contenere i contagi rimbalza e diventa un coro di scienziati. Ieri sera è intervenuto sul tema anche l’Istituto superiore di sanità (Iss), per ricordare che «l’epidemia è in rapido peggioramento» e per invitare la popolazione a restare a casa. E in mattinata, cento ricercatori avevano fatto recapitare al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, una lettera con cui si chiedono provvedimenti stringenti «nei prossimi due o tre giorni».

Gli estensori della missiva citano le stime diffuse dal fisico Giorgio Parisi, secondo le quali il raddoppio dei decessi che si sta osservando ogni settimana potrebbe portare in breve a 400-500 morti al giorno. Decessi che ieri sono stati 91, in calo rispetto ai 136 di giovedì. Ma aumenta ancora il numero dei contagiati: 19.143 in 24 ore, a fronte comunque di un nuovo record di tamponi (182.032).

La cifra degli attualmente positivi sale così a 186.002 (+16.700), con 10.549 pazienti ricoverati con sintomi (+855) e 1.049 in terapia intensiva (+57). Sono in isolamento domiciliare 174mila pazienti mentre sono 2.352 le persone guarite o dimesse. Hanno sfiorato le 5mila unità i nuovi casi in Lombardia (circa mille solo a Milano), in Campania sono stati 2.280 e in Piemonte 2.032. Per la prima volta in undici settimane è risultato in diminuzione il numero di nuovi focolai (7.625 attivi, di cui 1.286 nuovi), sette giorni fa erano 4.913 di cui 1.749 nuovi. Dall’Iss fanno però sapere che la diminuzione sarebbe dovuta al forte aumento di casi per cui i servizi territoriali non hanno potuto individuare il percorso epidemiologico.

Serrate, proteste, polemiche

A chiedere una serrata al governo nazionale è anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, precisando che in ogni caso «la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo» perché «siamo a un passo dalla tragedia». Ad arroventare il clima le parole colorite e ficcanti che il presidente della Campania ha speso nei confronti di un esponente dell’esecutivo in una delle sue dirette social: «Anche nel governo ci sono i tangheri, gli sciacalli e le persone perbene, che ringrazio e con cui manterremo un rapporto molto stretto. Mi verrebbe da dire: affrontiamo questa situazione da uomini. Espressione che non si usa più. Di sicuro, non la userò per un ministro…».

De Luca ha poi rincarato la dose parlando «di sciacallaggio ignobile da parte di un ministro improbabile». Ma intanto in Campania, specie nelle province di Napoli e Salerno, monta la protesta di cittadini che si ribellano all’ipotesi del lockdown per le disastrose conseguenze che il provvedimento avrebbe sull’economia. Di diverso avviso il presidente facente funzioni della Calabria, Nino Spirlì, il quale ha sottolineato che «il territorio calabrese non ha bisogno di un lockdown generale che mi pare una misura esagerata».

Spirlì ha dunque stigmatizzato gli «allarmismi esasperati», limitandosi a chiudere scuole medie e superiori da lunedì fino al 13 novembre e attuando il coprifuoco da mezzanotte alle 5. Dietrofront sul lockdown da parte di Christian Solinas, presidente della Sardegna, che almeno per ora predilige una serie di provvedimenti mirati.


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