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“Il pensatore” (Le Penseur) dello scultore francese Auguste Rodin

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“IL mondo va avanti”. L’illusione del futuro invita a ragionare in prospettiva, cosa conviene e cosa no. Rassicura la nostra parte più comoda; inutile affannarsi ad agire, a discutere: ci penserà il tempo a mettere a posto le cose. L’illusione del futuro trasforma un protagonista in uno spettatore, invitandolo a dare la delega al destino.

Eliminare i rami secchi, estirpare le piante infestanti è l’unico modo di far crescere un giardino, ma noi esitiamo a eseguire le potature necessarie: sopportiamo il male nell’attesa del bene o nel timore di andare incontro a un male peggiore. La pandemia ha tolto lo scettro al futuro. Non ci sentiamo più eterni. Siamo tornati ad abitare hic et nunc, qui e ora. Bloccati in casa, riordiniamo gli oggetti e assieme a quelli passiamo in rassegna le nostre vite.

Stiamo davvero dove vorremmo essere? Ci sono persone con cui non abbiamo mai avuto niente da dirci, eppure ci siamo sforzati per anni di condividere con loro tavolate e chiacchiere inutili. Oggi non abbiamo voglia di sentirle: scopriamo la superficialità e l’inutilità dei convenevoli e della convenienza.

Ci sono persone, invece, con cui un tempo avevamo così tanto da dirci; quando abbiamo smesso e perché? Quanto non abbiamo fatto? Quanto non abbiamo detto? Quanto c’è mancato il coraggio di essere? Che vantaggio ne abbiamo avuto? Che fare? L’illusione del futuro è il premio di consolazione di chi non si mette in gioco, mentre vivere il presente è correre il rischio di vincere e di perdere.

In queste settimane siamo fermi nelle nostre case, ma ciascuno dentro di sé sta disegnando strade: non possiamo più ignorare da cosa o da chi vorremmo prendere le distanze, incontro a cosa o a chi vorremmo correre, a quale porta bussare, a chi riservare il primo abbraccio.

Oggi che il futuro non riesce più a distogliere la nostra attenzione, ci accorgiamo che “Il mondo va avanti”, è vero, ma va così veloce che a volte la vita rimane indietro.


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