Costanzo Jannotti Pecci, presidente unione industriali di Napoli
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Si chiude una settimana da incorniciare per Napoli che ottiene anche la designazione di Capitale della cultura d’Impresa 2025
Napoli è “Capitale della Cultura d’Impresa 2025”. Passaggio di testimone con Torino. È una settimana da incorniciare per la città partenopea. Il Piemonte è sempre più un portafortuna. Prima l’elezione del sindaco napoletano, Gaetano Manfredi, a presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), poi Napoli che si aggiudica l’ambizioso riconoscimento con il progetto “Radicati nel futuro”. Il presidente dell’Unione Industriali Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, ha espresso soddisfazione per questa designazione, sottolineando che “Napoli, con la sua area metropolitana, è un polo di eccellenze produttive e filiere di livello internazionale.
Ha inoltre una forte identità, consolidata in tanti settori del Made in Italy, con un retroterra di cultura di impresa che affonda le radici nel passato. Ma Napoli è anche al centro dell’attenzione internazionale, luogo di elezione per narrazioni da differenti prospettive, meta sempre più frequente per turisti provenienti da ogni Continente, musa ispiratrice di una quantità assai elevata di produzioni culturali, locali, italiane e internazionali.
NAPOLI DESIGNATA CAPITALE DELLA CULTURA D’IMPRESA 2025
La designazione di Napoli Capitale della Cultura d’Impresa 2025, ottenuta sulla base di un articolato programma proposto dall’Unione Industriali Napoli, premia questa vocazione produttiva e culturale della città, che proprio nel prossimo anno festeggerà la ricorrenza dei 2500 anni dalla fondazione di Neapolis”.
Presente a Torino, alle Officine Grandi Riparazioni, per il passaggio di testimone, una delegazione dell’Unione Industriali Napoli, composta da: Francesco Benucci, Direttore Generale Uin; Gabriele Fasano, Vice Presidente Uin; Guido Bourelly, Presidente Gruppo Piccola Industria Uin e Vice Presidente Uin; Antonio Amato, Presidente Gruppo Giovani Imprenditori Uin e Vice Presidente Uin. Il capoluogo campano raccoglie il testimone da Torino, che nel corso del 2024 ha animato la città dando vita a un palinsesto di 130 eventi con 75.000 partecipanti, di cui 40.000 visitatori della mostra “Torino al futuro”, e oltre 650 speakers. Fra le eredità del riconoscimento, inoltre, lo stretto legame instaurato con le principali istituzioni culturali del territorio, molte delle quali hanno nell’occasione deciso di aderire all’associazione confindustriale torinese.
LA TESTIMONIANZA DEL PRESIDENTE DELL’UNIONE INDUSTRIALI DI TORINO
“L’occasione del passaggio di testimone alla Capitale della Cultura d’Impresa che subentrerà a Torino nel 2025, – ha affermato Marco Gay, presidente dell’Unione Industriali Torino – stimola una riflessione sul significato che ha avuto per noi questo riconoscimento. Ad accomunare cultura e imprenditoria è la creatività, l’impulso generatore di un’opera che sta alla base sia del gesto artistico, sia del fare impresa, espressione in entrambi i casi di quella risorsa preziosa e insostituibile che si chiama talento. La cultura è impresa e l’impresa è cultura. È il principio ispiratore che ci ha guidati nella definizione delle attività susseguitesi nel corso dell’anno per celebrare il titolo attribuitoci per il 2024 insieme ai principali attori del territorio e alle aziende che hanno supportato il progetto.
Un programma, non a caso intitolato “Spazio al futuro”, con cui non abbiamo voluto intendere la cultura d’impresa quale mera narrazione di un pur glorioso passato, quanto piuttosto come una visione dell’avvenire, proponendoci di coinvolgere e stimolare su questi temi l’intera comunità, ma di farlo soprattutto nei confronti dei più giovani. Perché è su di loro che abbiamo il dovere di investire, per generare sviluppo e imprimere un nuovo impulso economico e sociale al nostro Paese attraverso la leva dell’innovazione e della creatività” ha sottolineato Gay.
L’INIZIATIVA
La Capitale della cultura d’impresa è nata in Confindustria nel 2019 quando, sulla scia delle Capitali della cultura promosse dal Ministero, si decise di realizzare un’iniziativa permanente per valorizzare le economie locali, a vocazione manifatturiera e culturale, in grado di trainare la crescita e lo sviluppo delle aree urbane e metropolitane. In pochi anni, la Capitale è riuscita ad affermarsi nel panorama delle attività di Confindustria per la promozione innovativa della cultura d’impresa, rendendo protagoniste le Associazioni del Sistema Confindustria, le imprese e i territori.
Seppur non esista un profilo unico che connota una Capitale, si può tuttavia affermare che in essa si ritrovino diversi elementi costanti. Una Capitale infatti ha la fisionomia di una città che si è trasformata e continua ad evolversi principalmente attorno al suo sistema di imprese, seguendo le direzioni di cambiamento stimolate dal sistema imprenditoriale che si dimostra attento e sensibile a cogliere le esigenze collettive.
È una realtà in cui vivono e operano insieme impresa e territorio, in cui fermenta e lievita una cultura d’impresa in grado di alimentare processi di trasformazione sociale ed economica. La Capitale non è necessariamente un capoluogo di Provincia ma si identifica con una città, un distretto o un’area metropolitana caratterizzata da un forte, radicato e specifico elemento identitario nel fare impresa.
COME FUNZIONA IL TITOLO DI CAPITALE DELLA CULTURA D’IMPRESA
Come per le Capitali ministeriali, anche per concorrere al titolo di Capitale della cultura d’impresa le Associazioni devono presentare un dossier di candidatura, eventualmente frutto di una collaborazione tra due o più Associazioni, comprensiva di un’accurata descrizione della città o del distretto urbano candidato, la presentazione dei partner di progetto (enti locali, imprese o reti di imprese, istituzioni, fondazioni e così via) e la descrizione del programma annuale delle iniziative.
Il bilancio di questi primi cinque anni di vita della Capitale è indubbiamente positivo. Le Associazioni a cui è stato assegnato il titolo hanno colto abilmente questa opportunità per capitalizzare e mettere a sistema partenariati locali, dialogo con le istituzioni e la PA, eventi, manifestazioni, feste di tradizione e costruire attorno a questo ecosistema un nuovo racconto all’insegna della cultura e della cultura d’impresa.
Inoltre, essere Capitale della cultura d’impresa ha permesso di rafforzare le relazioni con gli enti scolastici e di formazione di qualunque grado per rafforzare l’investimento sulle giovani generazioni stimolando nuove conoscenze e un nuovo approccio con il mondo delle imprese.
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