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PER prevenire l’infezione da Sars-Cov 2 nei bimbi di età compresa fra i 5 e gli 11 anni e gli effetti collaterali che il virus può determinare, la  mossa giusta  “è la vaccinazione che è efficace e sicura. Penso che i genitori debbano affidarsi, come hanno fatto fino ad ora, alla comunità scientifica ed essere supportati dalle evidenze della scienza e da notizie chiare. Il vaccino rappresenta l’unica arma per fronteggiare la pandemia. Le nazioni che non hanno raggiunto coperture vaccinali adeguate, come nell’Est Europa, stanno vivendo i nostri periodi bui del passato. La differenza fra l’Italia e questi paesi ha una certezza: il tasso di vaccinazione”.

Così la presidente della Società Italiana di  Pediatria (SIP), Annamaria Staiano, interviene per sciogliere le “perplessità” dei genitori, mentre dal sito della Società scientifica rassicura: “Il vaccino è sicuro, con effetti sovrapponibili a quelli delle altre vaccinazioni. Ho due nipotini, uno di sei e uno di sette anni e sono ben contenta di farli vaccinare proprio per l’efficacia e la sicurezza”.

Intanto, il conto alla rovescia è partito: da giovedì prossimo, 16 dicembre, gli hub vaccinali accoglieranno con percorsi ad hoc i più piccoli per la vaccinazione anti-Covid 19.  Staiano si dice “fiduciosa” sulle scelte delle mamme e dei papà per i propri figli. ”I genitori italiani – dichiara al Quotidiano del Sud –  sono persone consapevoli, sono stati guidati dai loro pediatri e dal SSN, che è unico in Europa, e continueranno ad ascoltarli”.

E’ incessante il lavoro di moral suasion per fugare i dubbi e rispondere agli interrogativi delle famiglie, con la SIP e l’Istituto Superiore di Sanità in prima linea con documenti, video “pillole” di spiegazioni scientifiche e risposte alle domande più frequenti (FAQ), consultabili on line sui rispettivi siti istituzionali.

“Dobbiamo vaccinare i 3,5 milioni di bambini in età 5-11 anni che vivono in Italia, perché è vero che le manifestazioni cliniche del Sars-CoV-2 nei bimbi sono lievi ma non possiamo escludere manifestazioni severe fino anche a decessi”, le parole di Staiano giovedì scorso a Porta a Porta. “Nelle ultime settimane – ha detto – stiamo assistendo ad una crescita significativa dei contagi, con l’incidenza maggiore nei bambini, soprattutto nella fascia fra i sei e gli undici anni”.

La Presidente SIP, Ordinaria di Pediatria e Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali alla Federico II di Napoli, pone l’attenzione sui bambini a rischio: ”Devono essere la priorità nelle vaccinazioni- avverte – in Campania i primi ad essere vaccinati saranno loro. Su dieci milioni di soggetti in Italia nella fascia di età 0-19 anni, i “fragili” sono un milione, pari al 10%. Di questi, 350 mila sono a rischio nella fascia 5-11 anni. Dobbiamo fare una buona educazione sanitaria verso i genitori sull’importanza del vaccino sia per questi bambini, sia per tutti i loro coetanei”.  

Il principio attivo, le dosi, la sicurezza

“Il vaccino pediatrico approvato dall’Ema, quello di Pfizer-Biontech – spiega l’ISS – ha lo stesso principio attivo di quello per gli adulti (vaccino a mRna). Nel caso dei più piccoli però la dose è di circa un terzo rispetto agli altri. La vaccinazione avviene in due dosi a tre settimane di distanza l’una dall’altra”. Importante sapere che “le informazioni di sicurezza non riguardano solo i 3mila bambini che hanno ricevuto il vaccino nell’ambito della sperimentazione clinica, ma comprendono anche i primi dati raccolti negli oltre 3 milioni di bambini di 5-11 anni già vaccinati negli Stati Uniti. La sicurezza del vaccino sarà comunque mantenuta sotto costante e stretto monitoraggio da parte di tutte le agenzie regolatorie del mondo”.  

Fake news e verità: la guida dell’ISS per i genitori e le video-pillole della SIP

“Dall’inizio dell’epidemia – si legge nel Vademecum ISS su “Vaccino anti-Covid ai bambini: cosa sapere”- nella fascia 6-11 anni ci sono stati oltre 263mila casi, 1453 ricoveri in reparti ordinari, 36 ricoveri in Terapia Intensiva e 9 decessi (dati all’1/12/2021). Nelle ultime settimane il numero di contagi in questa fascia di età è nettamente in crescita”. A smentita delle fake news in base a cui “è inutile vaccinare i bambini, perché non si ammalano”, altri dati: “Anche se in misura minore rispetto all’adulto, anche nell’ età infantile l’infezione da Sars-CoV-2 può comportare dei rischi per la salute, tanto è vero che circa 6 bambini su 1.000 vengono ricoverati in ospedale e circa 1 su 7mila in terapia intensiva. Inoltre anche nei casi, fortunatamente la grande maggioranza, nei quali l’infezione decorre in maniera quasi completamente asintomatica, non è possibile escludere la comparsa di complicazioni quali la sindrome infiammatoria multisistemica – una malattia rara, ma grave che colpisce contemporaneamente molti organi – e quello che viene definito “long Covid”, ovvero la comparsa di effetti indesiderati a distanza di tempo”.

Il beneficio: restituire la vita sociale più sicura ai piccoli.

Il vaccino, sottolinea il documento A proposito di vaccinazione per il Covid-19 in bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, approvato da tutte le Società scientifiche pediatriche, cui aderiscono 17 mila specialisti in Italia “si è mostrato efficace nel ridurre di circa il 91% il rischio di infezione. Nel beneficio di una vaccinazione si deve inoltre considerare non soltanto la protezione dalla malattia, ma anche la possibilità di frequentare con una maggiore sicurezza la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età”. Le Società scientifiche  SIP, FIMP, ACP, FIARPED si sentono quindi “di raccomandare la vaccinazione nei bambini tra 5 e 11 anni, in quanto capace di prevenire casi severi, sia pur rari, dovuti direttamente al virus o alle sue complicanze infiammatorie, di ridurre disagi per gli stessi bambini e le loro famiglie e di aumentare in generale i loro gradi di libertà”. Preziosa la sezione internet della  SIP “Dieci domande e dieci risposte per chiarire i più comuni dubbi sulla vaccinazione nella fascia d’età 5-11 anni”.  

Abbattere il rischio maggiore per i  bambini fragili

L’infezione da COVID-19, si legge nel documento,  “è più temibile” nei bambini che presentano condizioni a rischio quali immunodeficienze primarie o dovute a trattamenti farmacologici, malattie oncologiche, alcune patologie croniche – cardiache, renali, respiratorie -, quadri severi di obesità e di diabete non adeguatamente controllato, sindrome di Down e patologie del neurosviluppo, per “il rischio di complicanze e di mortalità che è risultato più elevato”. La raccomandazione al vaccino è “forte  anche se il bambino convive o ha contatti stretti con adulti anziani o fragili. Le controindicazioni sono rarissime e riguardano soggetti con malattie immunomediate”.

Il rischio miocardite e pericardite – rischio più alto per i non vaccinati  

E’ un punto che tanto ha messo in apprensione le mamme e i papà.  La presidente SIP ha chiarito che “gli studi di follow up stanno dimostrando che i casi di miocardite lieve si sono maggiormente presentati nella fascia superiore agli undici anni che non in quella compresa fra i cinque e gli undici”. Un’evidenza, questa, confermata dall’ISS: “Negli adolescenti e giovani adulti è stato riportato un rischio aumentato di miocardite e pericardite, che rimane però estremamente basso, intorno ai 50 casi per milione dopo due dosi”, con un decorso, “nella maggior parte dei casi assolutamente benigno”. Nei bimbi più piccoli “durante i test clinici, non sono stati segnalati casi”- ha rassicurato l’Istituto. “La possibilità di avere un’infiammazione a livello cardiaco, una miocardite o una pericardite, indotta dal virus – ha sottolineato la presidente SIP – è maggiore rispetto a un effetto collaterale del vaccino. Miocardite e pericardite esistono in età pediatrica e molto spesso sono indotte da infezioni virali, quindi il virus di per sé potrebbe dare questa complicanza”. 


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