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Francesco Urraro

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La transumanza, sai, è come il vento. Francesco Urraro, classe 73, è un avvocato un po’ piacione di San Giuseppe Vesuviano. Ugo Grassi, classe’64, è un livido docente di diritto civile a Napoli. Sono due partenopei veraci: amano la pastiera, Pino Daniele e Totò anche se in queste ore appaiono traversati da un velo di tristezza. Comprensibile.

Se sei un tenace senatore Cinque Stelle formalmente campano fino all’osso, e passi alla Lega di Matteo Salvini; be’, la cosa ti deve produrre un rovello interiore non da poco. Certo, dura dieci minuti.

Eppure, dev’esserci un che di romanzesco nel fascino del barbaro padano. Naturalmente, tra i transfughi cambia-casacca c’è pure il senatore di Spoleto Stefano Lucidi il quale a Tagadà su La7, alla conduttrice Tiziana Panella, spiega tutto il dramma del suo trapasso: “Lei ha mai visto qualcuno salire sul carro dei perdenti?…”. Mai.

Ma il punto non è l’umbro pragmatico, sono i due napoletani. Perché, in effetti, è vero. Salvini da tempo esercita questa inspiegabile, ruvida, quasi sessuale attrazione verso i politici del sud. E Urraro e Grassi “sono solo l’inizio”, fanno trapelare da via Bellerio, preannunciando un esodo biblico da Calabria, Sicilia e tavoliere pugliese. Naturalmente, riferendoci ai due suddetti non parliamo, in quanto a statura politica, di Adenauer e Churchill. Urraro è noto al mondo per essere stato il presidente dell’Ordine degli avvocati di Nola; Grassi per aver fatto il preside di un dipartimento universitario e per un unico intervento, quello con cui giustifica la sua folgorazione sulla via di Pontida: “Il punto è che il mio dissenso non nasce da un mio cambiamento di opinioni – si legge in un passaggio della lettera diffusa dallo staff della Lega – bensì dalla determinazione dei vertici del Movimento di guidare il Paese con la granitica convinzione di essere i depositari del vero e di poter assumere ogni decisione in totale solitudine”.

Cioè, tradotto: io rimango fisso nella mia incoerenza, semmai sono gli altri che si spostano. Hai voglia, poi, a dire Luigi Di Maio: “Dicano quanto costa al kg un senatore per la Lega. Questa è la solita dinamica dei voltagabbana degli ultimi 20 anni”, invocando la magistratura per fermare questa allegra transumanza di nuovi Scilipoti (ma, caro Di Maio, la Costituzione non prevede vincolo di mandato anche, a volte, ci piacerebbe che ci fosse). Il senatore Lucidi, pacatamente ribatte all’ex capo_: _“So che usciranno 20 o 30 persone e che stanno valutando di fare un nuovo gruppo ma non credo che avranno la forza per farlo, quindi non li aspetto” .

E tutto questo conferma che, probabilmente, Salvini ha già in mano -tra Gruppo Misto e transfughi vari- un numero di senatori sufficienti a fra crollare il governo. Nulla di nuovo, in realtà, le dinamiche parlamentari hanno volute e traiettorie inattese. Si tratta solo di capire quando e se vuole staccare la spina. Per ora, osservando il temero scintillio nello sguardo di Urraro e Grassi, mi vengono in mente le note di O’ surdato nnamurato. Così, non so perché…


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