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Roberto Calderoli

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Il paradosso più divertente di questi convulsi giorni referendari è che il vero protagonista – nel bene e nel male, dipende dall’ottica- del referendum che voleva cambiare le elezioni in senso maggioritario è un senatore della Repubblica che di mestiere sarebbe dentista.

Roberto Calderoli, padano di Bergamo ma osservatore in camera di Consiglio delle Corte Costituzionale nei panni di “rappresentante regionale delle Basilicata” è il vero Metternich, l’orchestratore sommo della proposta da parte delle Lega di modifica del sistema elettorale Rosatellum (64% proporzionale e 36% maggioritario); proposta che, se approvata darebbe a chi prende il 45% dei voti -la Lega, ad oggi- il 66% dei seggi, consentendogli di cambiare la Costituzione. Calderoli, non si sa come, conosce i meccanismi Costituzionali meglio dei costituzionalisti. Tant’è che il professore Sabino Cassese – non un pirla qualsiasi- sulle pagine del Corriere della sera è rimasto sbalordito dalla capacità del leghista di “come un Tarzan, di passare di liana in liana, di legge in legge” per arrivare a fare ammettere il proprio referendum alla Consulta incrociandolo, attraverso un procedimento ardito e complicatissimo, con l’altro referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. Non sto qui a dilungarmi sugli orchitici dettagli tecnici. Ma Calderoli, con quella sua bella faccia da Renato Pozzetto e con la tigna di un Calamandrei, è stato, dal punto di vista giuridico, talmente efficace da introdurre un “piano B” rispetto alla sua idea maggioritaria: se non passa la mia proposta allora meglio il Mattarellum. Che, in realtà, nel ’94, fu smontato dallo stesso Calderoli il quale introdusse il “Porcellum” da egli stesso definito, appunto, “una porcata”. Quel che è accaduto dopo, però, appartiene alla storia: il Mattarellum e il Porcellum con la loro “torsione maggioritaria”, sono stati i migliori sistemi elettorali degli ultimi trent’anni, soprattutto in confronto ai sistemi successivi.

Il problema vero, per me, è un altro, più prosaico. Che Porcellum, Mattarellum, Rosatellum, Rosatellum bis, e i fantastici Italicum e sono tornati ad essere ossessione di popolo. Non accadeva dai tempi del referendum di Renzi nel 2016, quando la fauna dei bar sport della provincia italiana subì inquietanti mutazioni. Allora, gli avventori, davanti al cappuccio e brioche, s’erano tutti trasformati da espertoni di calcio e di gnocca in incallisti costituzionalisti. Succede ancora, purtroppo. Spero, nonostante Calderoli, che il mio barista torni, tra poco, a parlarmi dell’Inter…


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