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Freddie Mercury durante un concerto

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IL 24 novembre sono trent’anni dalla morte di Freddie Mercury, il leader dei Queen idolatrato in ogni parte del mondo e che morì, a causa dell’Aids, nel 1991, a soli 45 anni. Lo straordinario successo del film “Bohemian Rapsody” (quattro Oscar tra cui quello per il miglior attore protagonista Rami Malek, un incasso da un miliardo di dollari a fronte di un investimento di 52 milioni) ha dato nuovo vigore al suo mito e commosso i fan.

Quello che si chiamava Farrock Bulsara, nato a Zanzibar con ascendenze parsi e indiane, con la sua band, i Queen, fondata nel 1970 insieme a Brian May, John Deacon e Roger Taylor aveva trovato la sintesi della sua personalità di rocker: esplosivo e curioso, eccentrico e geniale. Un uomo di grande curiosità musicale che amava mescolare i generi, capace di intuizioni all’inizio anche osteggiate come “Bohemian Rapsody”.

Un’icona che continua a essere venerata da un pubblico trasversale e che ha lasciato alle spalle un’impressionante serie di hit, da “We Are The Champions” a “Radio Ga Ga”, da “Love of My Life” a “Under Pressure”, da “Somebody To Love” a “Love of My Life”, “Crazy Little Thing Called Love”, “WeWill Rock You” per citare solo qualche titolo. Era un performer vero, autentico. Il palco come luogo dove superare le proprie fragilità di uomo e le catene delle proprie dipendenze.

Un artista straordinario e che nella sua morte fece capire quanto fosse pericoloso l’Aids, una minaccia che non guardava in faccia nessuno men che meno le star o i campioni dello sport (di quegli stessi anni il caso della sieropositività di Magic Johnson): fece diffondere un comunicato nel quale informava il mondo sulle sue condizioni di salute. Il male che lo affliggeva lo stroncò appena ventiquattro ore più tardi.

Dopo la sua morte è toccato a Brian May e a Roger Taylor il compito di mantenere vivo il ricordo dell’amico e compagno. La produzione del film ha anche sostenuto alcune delle iniziative lanciate da Mercury quando era ancora in vita: l’anteprima mondiale venne proiettata il 23 ottobre 2018 a Londra, alla Wembley Arena, di fronte al Wembley Stadium dove si tenne il celebre concerto Live Aid, votato come la migliore esibizione di tutti i tempi; ll’incasso è stato devoluto alla Mercury Phoenix Trust, un’organizzazione che cerca di combattere l’AIDS in tutto il mondo.


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