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Il team internazionale di ricercatori guidati dalla scienziata Simonetta Grilli

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È nata a Pozzuoli la scommessa europea di diagnosticare il morbo di Alzheimer con una goccia di sangue, attraverso un kit da banco che si potrà acquistare in farmacia. A guidare un team internazionale di ricercatori per questa sfida epocale  è una scienziata, Simonetta Grilli, project leader del Consorzio europeo coordinato dall’Isasi – Istituto di Scienze Applicate e Sistemi intelligenti – del CNR, diretto da Pietro Ferraro. Laurea in  fisica con lode all’Università Federico II di Napoli, PhD (dottorato di ricerca) a Stoccolma presso l’Istituto di Tecnologie KTH, Simonetta, a soli 44 anni, coordina una sessantina fra ricercatori e tecnologi a vari livelli, sparsi in tutta Europa, su un progetto rivoluzionario per la salute, che cambierà la vita di molte persone. 

Il progetto SensApp (Super-sensitive detection of Alzheimer’s disease biomarkers in plasma by an innovative droplet split-and-stack approach) ” ha l’obiettivo di sviluppare un super-sensore per la diagnosi precoce e non invasiva del morbo di Alzheimer, così da offrire una terapia mirata e tempestiva, tramite un semplice esame del sangue dal braccio o una goccia dal dito” – spiega. Ha ottenuto dalla Commissione Europea un finanziamento da più di 3 milioni di euro per i prossimi tre anni e l’assegnazione all’ISASI del coordinamento del consorzio di ricerca formato ad hoc. Ne fanno parte l’Università di Bruxelles (Belgio), l’Università di Linz (Austria), il Centro ricerche VTT della Finlandia, l’IRCCS Bonino Pulejo di Messina e l’azienda Ginolis specializzata in sistemi di automazione per la diagnostica (Finlandia), oltre a ricercatori e professori universitari del Dipartimento di ingegneria chimica, dei materiali e della produzione  dell’ateneo Federico II di Napoli, associati al Cnr-Isasi. 

Firmato il Grant Agreement a dicembre e partito il primo gennaio 2019, il progetto, spiega Grilli, è stato selezionato fra 375 proposte nell’ambito del pilastro “Scienza di eccellenza” denominato FET Open  “Future and Emerging Technologies”, che promuove l’adozione di idee radicalmente innovative del programma quadro comunitario Horizon 2020. Secondo il World Alzheimer Report 2018, The State of the art of dementia research:New frontiers, nel solo 2018  sono stati censiti  circa 50 milioni di pazienti  nel mondo affetti  da demenza e si stima che questo numero sia destinato a crescere di più del triplo  entro il 2050. Attualmente, rivela la ricercatrice, una diagnosi certa della malattia non è possibile. 

«Un indizio di diagnosi si può ottenere da un prelievo molto invasivo del liquido spinale, con un’iniezione a livello lombare, su pazienti tendenzialmente anziani e aggravati spesso da altre patologie. In più, i costi per il Sistema sanitario sono elevati, sia per la necessità di ospedalizzare il paziente, sia perché sono richieste figure specializzate per il prelievo». L’idea di fare squadra fra le eccellenze della ricerca in questo ambito è nata dall’esigenza di dare una risposta innovativa, «per  individuare in modo univoco – aggiunge Grilli — il morbo di Alzheimer che spesso si “confonde” con altri tipi di demenze, attraverso uno strumento poco costoso, prescrivibile con le analisi di routine. Il kit sarà un prodotto da banco,  analogo a quelli venduti in farmacia per il colesterolo o il diabete». Com’è partita l’idea? «All’ISASI – dice –  da tempo lavoriamo a una tecnica totalmente innovativa per concentrare molecole presenti  in piccole quantità. I ricercatori dell’IRCCS Apulejo, dal lato clinico hanno sollevato l’urgenza di riconoscere i marker dell’Alzheimer da un prelievo non invasivo. Abbiamo proposto il nostro metodo per addensare le molecole poco concentrate, pubblicato già su Nature. Ci sono voluti oltre due anni per definire l’idea, individuare i partner giusti, creare il consorzio». L’approccio, denominato “droplet-split-and-stack” – dividi la goccia e concentrala – consente di far attrarre fra loro le tracce di molecole.  Ginolis farà i test per le applicazioni cliniche e sarà il ponte con il settore  farmaceutico. L’Istituto di cura a carattere scientifico Pulejo, leader nello studio delle terapie per le demenze, farà i test preclinici su pazienti affetti, per verificare la diagnosi da prelievo spinale. 

 


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