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Cristina Galfo

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«Non mi aspettavo tutte queste visite, se continua così mi toccherà cambiare server». Nulla di più semplice per Cristina Galfo, docente di informatica che lo scorso marzo ha lanciato Codingcreativo.it, blog dedicato ai più elementari strumenti di programmazione, a uso degli studenti (dalle elementari in su) e non solo.

Quarantaquattro anni, originaria di Modica (Ragusa) da 6 anni insegna a Mantova, al Liceo scientifico delle scienze applicate e all’Istituto tecnico d’indirizzo informatico. Nella sua Sicilia, in ogni caso, spera di tornare, magari quando sarà diventata di ruolo – visto che “a oggi siamo ancora in attesa di un concorso” – e con l’ulteriore ambizione di aiutare il Sud a superare lo storico gap digitale con il resto del Paese. Per ora assolve al compito di divulgatrice attraverso il blog che, spiega, «fornisce materiale utile non solo per le scuole ma anche per il lavoro».

La piattaforma ruota attorno al concetto di coding, termine con cui in generale si definisce la programmazione informatica ma, nello specifico, si riferisce a quelle attività logiche volte alla formazione di un pensiero computazionale, prodromico alla programmazione vera e propria. Sul sito il funzionamento dei diversi strumenti – dai linguaggi c e c++ a Python, sino a Scratch e ai diagrammi di flusso – è spiegato in modo semplice, con l’ausilio di tutorial e giochi. Questo lo rende adatto a tutte le età. «La parte di Scratch – prosegue – può essere utilizzata anche dai bambini, perché si tratta di programmazione a blocchi. Il coding insegna loro i concetti di logica e quindi si può fare anche senza strumenti informatici. Alle maestre delle elementari raccomando sempre di introdurli solo a partire dalla quarta o dalla quinta».

Oltre ai contenuti, racconta, il successo della piattaforma è stato anche il frutto di un’attenta attività d’indicizzazione sui motori di ricerca. «Conosco la Seo, in passato mi sono occupata del posizionamento di siti web. Su alcune parole, oggi, siamo in prima pagina nei risultati di Google, addirittura meglio di portali storici come Html.it e Mrwebmaster.it». E, a proposito di colossi dell’informatica, è d’obbligo chiederle se punta a scalzare quello da un altro siciliano: Aranzulla.it. «Magari (ride ndr) ma non credo di poter arrivare a quei livelli. Oltretutto ci occupiamo di argomenti diversi: lui illustra il funzionamento dei software, io parlo di programmazione».

L’approccio scelto è quello del gioco, che, ricorda, «è importante a tutte le età. Aiuta a catturare l’attenzione e apre la strada a concetti, via via, più complessi». Così Codingcreativo, senza pretendere di sostituirsi a essi, si è trasformato in una valida integrazione dei libri di testo. «L’ho proposto ai miei studenti e il loro rendimento è migliorato – prosegue – prima alcuni concetti gli risultavano di difficile comprensione». E questo perché «molti ragazzi non hanno fatto nulla di tutto ciò nei precedenti cicli di studi. Una cosa molto grave». Già, ma da chi dipende? «In parte dagli insegnanti. Alcune maestre della materna, ad esempio, sostengono che il coding toglierebbe spazio all’italiano. Ignorano, però, che questo strumento può essere utilizzato anche per lo studio di altre materie». Dall’altro lato «voglio sottolineare come tantissime insegnanti abbiano ben capito l’importanza di questo metodo e si stiano auto-formando, proponendo ai bambini varie attività di coding, applicandolo alla geografia, alla storia, alla matematica e così via».

Quando si parla di informatica, però, emerge anche un gap territoriale. «Al Sud mancano gli strumenti e le conoscenze – dice amara – e questo si riverbera nell’offerta di lavoro. Qui al Nord tante aziende puntano sul digitale e la domanda di sviluppatori web è molto elevata. E’ un peccato perché l’informatica è il mezzo migliore per creare occupazione lì dove non c’è. Un giorno mi piacerebbe tornare nella mia terra proprio per cercare di invertire questa tendenza».


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