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L'aeroporto di Pontecagnano ribattezzato Salerno-Amalfi

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La firma del decreto interministeriale, che concederà la gestione totale dello scalo di Pontecagnano all’attuale società aeroportuale per i prossimi 25 anni, dovrebbe essere imminente.

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Non vi è più un solo motivo per procrastinare la snervante attesa, peraltro oscura nelle motivazioni, che sta mettendo a rischio cospicui finanziamenti (circa 140 milioni di euro) già stanziati per il potenziamento dell’infrastruttura e per il suo inserimento nella Rete integrata degli aeroporti campani, in sinergia cioè con l’aeroporto di Capodichino.

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L’OK DI TRIA

L’ultima richiesta del governo ha riguardato una serie di documenti, a integrazione dell’istanza originaria, per consentire ai ministeri dell’Economia e dei Trasporti di verificare la compatibilità degli imminenti finanziamenti dell’Europa con riferimento ai mercati interni. Gli uffici del “Salerno-Costa d’Amalfi”, nei giorni scorsi, hanno prodotto e consegnato la copiosa documentazione. Dopodiché, sull’intero incartamento e sugli atti integrativi, c’è stato l’ok (di cui abbiamo dato notizia ieri) da parte del Mef, il ministero guidato da Tria che, in un primo momento, era apparso indifferente rispetto alla richiesta di celerità e alle pressioni dell’opinione pubblica salernitana. Sull’istruttoria, redatta dall’Enac, aveva già espresso un primo parere positivo il Mit, di cui è a capo proprio il ministro Toninelli. «A questo punto – osservano i dirigenti della società aeroportuale di Salerno – con i due pareri favorevoli forniti dai propri uffici, l’istruttoria è da considerarsi chiusa con esito positivo, per cui non si comprende il motivo di questo silenzio a dir poco inspiegabile dei due ministeri, che continuano a farci attendere il decreto che richiede la firma congiunta di Tria e Toninelli». Il discorso è questo: se la pratica ha ottenuto i due pareri positivi (peraltro senza alcuna condizione), il motivo della mancata approvazione dell’atto che concede la gestione potrebbe essere di natura politica. Ed è su questo sfondo inquietante che sta crescendo la mobilitazione dei sindacati e delle associazioni produttive.

LA LUNGA ATTESA

Senza il decreto interministeriale non sarà, infatti, possibile completare il già deciso progetto di fusione con lo scalo di Capodichino voluto dalla Gesac, che consentirebbe di dislocare presso il “Salerno-Costa d’Amalfi” alcuni milioni di passeggeri all’anno, liberando il sud della Campania e la Basilicata dal loro atavico isolamento. «Dal momento della firma – assicurano i dirigenti dell’aeroporto di Pontecagnano – saremo in grado di indire la gara per il prolungamento della pista in trenta giorni». Durissimo Andrea Prete, presidente degli industriali e della Camera di commercio di Salerno: «Continua a mancare immotivatamente una firma, che evidentemente non vogliono mettere. Probabilmente a Roma sono contro questa infrastruttura, che serve al territorio e all’economia del Mezzogiorno. Ma, a questo punto, andranno chiarite le responsabilità». L’attesa è snervante, ma nel muro di inquietudine sembra si sia aperta una breccia da qualche ora. Segnali? Nessuna conferma, ma qualche sorriso enigmatico sembra aprire il cuore alla speranza.


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