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Il MInistro Giovanni Tria

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Anche sulle banche il governo si conferma a trazione leghista. Se sono in ballo gli interessi del Nord la maggioranza gialloverde guidata da Matteo Salvini è pronta a scendere sul sentiero di guerra e sfidare l’Europa e staccare assegni miliardari per risparmiatori e istituti di credito. Ma se si tratta degli interessi del Mezzogiorno l’impegno diventa tiepido, se non freddo.

Il Nord, infatti, incassa la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto firmato dal ministro Giovanni Tria che avvia i rimborsi ai risparmiatori e obbligazionisti delle banche venete e di Banca Etruria, Cariferrara, Carichieti e Banca Marche. E sempre a favore del Nord arriva la proroga fino a fine anno della garanzia statale sui bond che emette Banca Carige che è alla ricerca di un partner ma che può contare su una dotazione fino a un miliardo di euro per l’eventuale ricapitalizzazione precauzionale da parte del ministero dell’Economia.

MEZZOGIORNO IGNORATO

Niente invece per la Popolare di Bari. Sempre nell’ambito del dl crescita la maggioranza gialloverde aveva definito un emendamento per andare incontro alle esigenze dell’istituto pugliese e  favorire i processi di aggregazione delle banche medio-piccole. Insomma la possibilità di definire un contesto che può favorire la creazione di un polo bancario nel Mezzogiorno.

Sul piano tecnico non c’è alcun legame fra i tre dossier. Ma è evidente il diverso grado di interesse politico. Sui rimborsi il governo ha fatto muro davanti alle osservazioni della Commissione europea. Su Carige la risposta di Lega e M5S è stata immediata, riproponendo lo schema Mps che i due azionisti del governo avevano osteggiato quando erano all’opposizione. Invece sugli incentivi fiscali alle fusioni bancarie che interessano prevalentemente il Sud il governo e la maggioranza non intendono spendersi più di tanto.

Dopo il varo del dl crescita, Lega e M5S hanno lavorato a un emendamento per favorire le aggregazioni tra i piccoli istituti. Una misura utile anche per la Popolare di Bari. L’emendamento, però, è stato accantonato in attesa di conoscere l’orientamento di Bruxelles e dall’Europa sarebbe arrivato un giudizio negativo, secondo quanto riferito dal Governo in commissione finanze della Camera.

IL VETO DI BRUXELLES

In sostanza Bruxelles non autorizza la trasformazione in crediti d’imposta delle Dta, vale a dire le attività fiscali differite, giudicandole aiuto di Stato.  La questione è rilevante. Le attività fiscali differite non vengono conteggiate nel patrimonio a fini della vigilanza poiché il loro recupero dipende dalla capacità della banca di generare in futuro un imponibile sufficiente per utilizzarle. Il credito d’imposta, invece, è un risparmio immediato che può essere impiegato per compensare i debiti fiscali. La maggioranza aveva ipotizzato che le “attività per imposte anticipate” si potessero utilizzare subito invece di spalmarle in 10 anni nel caso di aggregazione che porti a una banca con “non oltre 30 miliardi” di attività. In questo modo si avrebbe subito un rafforzamento del patrimonio della banca (Cet1).

«La situazione diventa complicata – dice Francesco Boccia del Pd, membro della Commissione finanze – anche se sulle affermazioni del Governo c’è un confine molto labile tra la verità e la propaganda».

 L’emendamento non verrà presentato. Ma il tema degli incentivi per favorire le aggregazioni bancarie, specialmente nel Sud, meriterebbe grande attenzione da parte del governo e della maggioranza. Anche perché da mesi si parla di un progetto da realizzare intorno alla Popolare di Bari per creare una sorta di Super Popolare del Sud integrando 15-20 istituti. Si parla delle popolari del Cassinate, Frusinate, Cortona, Lajatico,  Popolare del Lazio, Popolare di Fondi, del Mediterraneo, la Popolare delle province molisane, Popolare di Puglia e Basilicata, la Popolare di Spoleto, la Popolare pugliese, la Popolare Sant’Angelo e la Popolare vesuviana.

I CRITERI DI RIMBORSO

Per famiglie e imprese meridionali sarebbe la condizione per invertire una tendenza negativa dopo che sono stati cancellati dalla mappa del credito grandi istituti come il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia.  Al Sud il credito si concede col contagocce e  a caro prezzo.

Sul fronte dei rimborsi ai risparmiatori, con la pubblicazione del decreto Tria in Gazzetta ufficiale vengono definiti criteri e modalità per erogare gli indennizzi a circa 300mila risparmiatori, di cui oltre 200mila clienti delle due banche venete. Le domande e i rimborsi saranno gestiti da una commissione tecnica istituita dalla Consap Spa. Per il funzionamento della commissione il decreto stanzia 12,5 milioni per il triennio 2019-2021. Sarà la commissione tecnica ad approvare i piani di riparto dei 525 milioni di euro l’anno a disposizione del Fir (Fondo indennizzo risparmiatori).


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