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La sede della commissione europea

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L’Italia rischia di creare un ulteriore divario tra nord  e sud del Paese, stavolta nel settore dell’istruzione. C’è sullo  sfondo, per le regioni del Mezzogiorno, uno scenario di accesso allo  studio diversificato dal resto del Paese, con meno risorse,  infrastrutture più fatiscenti, retribuzioni peggiori per il corpo  docenti. Si va verso una “scuola di serie A” e una “scuola di  serie B”, con il meridione condannata alla seconda categoria. A  lanciare l’allarme e esprimere preoccupazione è la Commissione  europea, nella relazione annuale di monitoraggio del settore  dell’istruzione e della formazione, appena pubblicata.

IL RAPPORTO

Nel rapporto 2019 il capitolo relativo all’Italia presenta tante  criticità. C’è il problema del corpo docente più anziano della Ue  e la difficoltà a sostituire quanti sono prossimi all’età  pensionabile, c’è un basso tasso di laureati e il passaggio  dall’istruzione al mondo del lavoro «rimane difficile, anche per le  persone altamente qualificate».

Ma, soprattutto, «le differenze  regionali sono marcate», riconosce lo studio, che accende i riflettori  sull’annosa questione del gap tra nord e sud.

Al netto della specificità delle Regioni a Statuto speciale, ve ne sono  tre in questo momento che negoziano con il governo centrale più poteri  in materia d’istruzione. Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna hanno  richiesto la piena responsabilità per i servizi dell’istruzione,  oggi coordinate da Roma, in base alla disposizione  sull’autonomia differenziata prevista dalla Costituzione, ma finora  mai applicata.

DIVARIO AMPLIATO

Per la Commissione europea «le implicazioni di tale  processo non sono ancora chiare, ma si teme che possa esacerbare il  divario tra Nord e Sud nell’istruzione».

Il problema, denunciano da Bruxelles, è il finanziamento delle  politiche di istruzione. Alle regioni che godono dell’autonomia verrebbe  assegnato un costo standard per alunno dal bilancio centrale  moltiplicato per la popolazione interessata, ma tale bilancio standard  per alunno non è ancora stato fissato. Date le economie di scala nelle  zone più popolate e il sostegno finanziario concesso alle scuole dai Comuni, «si teme che gli alunni del Nord beneficino di maggiori  risorse (ad esempio migliori infrastrutture o insegnanti con  retribuzioni migliori) rispetto agli alunni del Sud, compromettendo il  pari diritto a un’istruzione di buona qualità sancito dalla  Costituzione».

IL COLPO DI GRAZIA

Sarebbe questo probabilmente il colpo di grazia per il Paese. Già  ora il sistema di formazione dei giovani al Sud e nelle Isole è tutt’altro che  all’avanguardia: il tasso d’abbandono scolastico, al 19%, è molto più alto rispetto al Nord  (11%). In sostanza, al Sud non terminano gli studi due iscritti su  10, nel resto d’Italia uno su 10. Non solo. I dati Eurostat  hanno già evidenziato che nel 2018 le tre regioni della Ue col più basso tasso d’ingresso nel mondo del lavoro per  neo-laureati sono tutte e tre del Sud Italia: Sicilia  (27,3%, contro una media Ue dell’81,6%), Calabria (31,3%) e Basilicata  (31,4%).

MESSAGGIO POLITICO

Già ora ai giovani del Sud viene offerta  una scuola non di qualità, in cui c’è più sfiducia: più  gente che  lascia, meno gente che trova lavoro. A proposito di lavoro:  le regioni meridionali sono al servizio di quelle   settentrionali. «Mentre la maggior parte degli insegnanti (80%)  viene dal Sud, la maggior parte dei posti di insegnamento sono  disponibili nelle scuole del Nord», evidenzia la Commissione europea.

Il rapporto è dunque un condensato di messaggi politici per l’Italia.  Le politiche di istruzione sono di competenza degli Stati, e sono  dunque i governi a dover  garantire una buona scuola a  tutti, a ogni livello. L’Italia invece è indietro rispetto  all’Europa, e il Sud lo è ancora di più. Il governo  ha  promesso un piano di rilancio per il meridione e punta molto  sulla collaborazione con la prossima Commissione europea per ottenere  risorse utili per favorire gli investimenti nel Mezzogiorno. La scuola,  sembra suggerire Bruxelles, dovrebbe essere nella lista dei settori su  cui intervenire.


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