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Prima momentanea battuta d’arresto per il provvedimento sull’autonomia differenziata, con le norme “cornice” entro cui vanno collocate le singole intese con le Regioni.

Bene l’impostazione della riforma, considerata equa e improntata al principio di sussidiarietà, ma la maggioranza sottolinea alcune criticità e il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, apre a possibili correttivi.

FONDO PEREQUATIVO

Novità dell’ultima ora: il fondo perequativo per le infrastrutture potrebbe essere anticipato nel ddl di bilancio, ma il condizionale è d’obbligo.

Questo è emerso ieri nel corso della riunione di maggioranza alla quale hanno partecipato il ministro Boccia e i capigruppo di Pd, M5s, Italia Viva e LeU.

A parte il fondo perequativo, le norme quadro sull’autonomia entreranno in un ddl collegato alla legge di bilancio, che però non andrà nel Consiglio dei ministri di oggi. Ipotesi che era stata ventilata, ma a cui lo stesso Boccia non aveva mai creduto molto.

NIENTE FORZATURE

Insomma, le forze di maggioranza vogliono sviscerare il testo anche in questa fase preliminare e, nonostante la bozza di riforma abbia ricevuto l’ok unanime da parte delle Regioni. governo e maggioranza torneranno a riunirsi la prossima settimana, presumibilmente martedì.

Boccia ha escluso «forzature» si è detto disponibile a correttivi condivisi del testo ma «nel rispetto di tempi certi» e con l’accordo delle Regioni e il coinvolgimento delle città metropolitane.

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico d’Inca, ha spiegato che «sono emersi alcuni elementi che meritano un approfondimento per realizzare nel miglior modo possibile una riforma necessaria».

I gruppi di maggioranza hanno espresso un giudizio positivo sul ruolo centrale e prioritario che viene attribuito alla definizione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni), affinché tutti i cittadini da Nord a Sud possano contare su servizi pubblici dignitosi.

Bene anche la perequazione infrastrutturale, voluta con forza dal ministro Boccia. Bene soprattutto l’avvio di un confronto su una riforma che, una volta attuata, cambierà profondamente l’organizzazione dello Stato e l’interfaccia per i cittadini.

QUESTIONI DI MERITO

Tuttavia nel corso della riunione sono state poste a Boccia alcune questioni di merito. Italia Viva, ad esempio, ha posto l’accento sul calcolo dei fabbisogni standard e dei Lep, sulla considerazione della capacità fiscale dei territori, sulla effettiva necessità di nuove assunzioni al ministero dell’Economia per supportare il lavoro del Commissario di governo nell’opera di definizione dei livelli essenziali della prestazioni.
Al posto delle assunzioni, ha proposto Italia Viva, potrebbero essere ricercate sinergie con la Sose (società partecipata del Mef che già oggi si occupa dei fabbisogni standard) e attribuire un ruolo di maggior centralità alla Commissione tecnica per i fabbisogni standard (la bozza oggi prevede l’istituzione di una struttura di missione presso la presidenza del Consiglio).

POLEMICA CON ZAIA

E mentre il governatore del Veneto, Luca Zaia, va in pressing («il governo vari subito la legge o vada a casa») la maggioranza intende prendersi tutto il tempo necessario. «È davvero singolare e ridicolo l’ultimatum del presidente Zaia, vista l’inconcludenza del precedente governo – commentano in casa Pd – con la Lega che sbandierava ai quattro venti il vessillo dell’autonomia. Il ministro Boccia ha aperto un confronto senza forzature e a gennaio approderà in Parlamento la legge quadro, aprendo un confronto con tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione».
Per Liberi e uguali è intervenuto Stefano Fassina, che ha giudicato «gravi e irricevibili» le prese di posizione di Zaia. «Il Parlamento – dice Fassina – deve poter valutare con la necessaria attenzione e i necessari approfondimenti una questione decisiva, di portata costituzionale».


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