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Nel 2016, per ogni pugliese, per i servizi di polizia locale, pubblica amministrazione, istruzione, viabilità, rifiuti e asilo nido la Regione governata da Michele Emiliano – tramite i trasferimenti dallo Stato – ha speso 547 euro. In Toscana, per gli stessi servizi, la spesa pro capite è stata di 734 euro, quasi 200 euro in più. In Calabria alla voce “sociale e nido” corrisponde una spesa pro capite di 53 euro, contro i 153 euro dell’Emilia Romagna, i 141 della Toscana e i 147 della Lombardia.
Sono solo alcuni esempi che raccontano di come il Sud, negli ultimi 20 anni almeno, sia stato “scippato”: stessi servizi, diverse risorse. I dati sono contenuti nel database di OpenCivitas, il portale di accesso alle informazioni degli enti locali, un’iniziativa di trasparenza promossa dal ministero dell’Economia e delle Finanze

I CONTI IN TASCA

Il progetto nasce con la legge numero 42 del 5 maggio 2009 in materia di federalismo fiscale, che ha segnato l’avvio di un processo di riforma che prevede la determinazione dei fabbisogni standard per gli enti locali. Il sito internet permette di confrontare due o più enti (Comuni, Province o Regioni) per effettuare un benchmarking rispetto ai livelli di spesa sostenuta e ai servizi erogati per le funzioni analizzate.

I servizi che possono essere confrontanti sono sei: costo della macchina amministrativa, spesa per la polizia locale, istruzione, viabilità, gestione dei rifiuti e asili nido. Mentre le Regioni del Mezzogiorno, nel 2016, per tutti questi servizi hanno sopportato un costo complessivo di 7,90 miliardi, le Regioni del Nord hanno potuto investire 16,5 miliardi, quelle del Centro 8,91 miliardi.

Per avere una idea più precisa della distribuzione delle risorse statali, al Sud la spesa pro capite è stata di 521 euro, al Nord di circa 645 euro, al Centro di 738 euro. Se le Regioni del Mezzogiorno per l’istruzione possono spendere per ogni loro ragazzo 42 euro, quelle del Nord hanno a disposizione più del doppio: circa 92 euro.

FORBICE ALLARGATA

L’elenco delle ingiustizie può proseguire con la voce “welfare e asili nido”: la spesa pro capite al Sud, nel 2016, è stata di 80 euro circa, al Nord di oltre 130 euro, al Centro 141 euro.

Viabilità: per le strade e le infrastrutture il Mezzogiorno ha investito mediamente 71 euro per ogni suo cittadino, il Nord 86. Sapete quanto spende l’Emilia Romagna per garantire l’istruzione dei propri ragazzi? Ben 117 euro per ogni studente, la Puglia 41, la Calabria 40, la Campania addirittura 37, più “fortunata” la Basilicata che può investirne circa 56.

Nulla a confronto dei 98 euro della Lombardia, dei 96 pro capite della Toscana o degli 86 del Piemonte. E’ sempre la Lombardia a far la voce grossa anche sugli asili nido: per ogni bimbo investe 147 euro, ma fa meglio l’Emilia Romagna con 153 euro pro capite. Toscana (141 euro) e Piemonte (109) non sono da meno, soprattutto in confronto ai 53 euro della Calabria o ai 73 della Campania.

Per quanto riguarda il capitolo “viabilità”, la forbice resta larga tra Sud e Nord: si va dai 63 euro investiti dalla Puglia agli 89 pro capite dell’Emilia Romagna. Ripetiamo: per gli stessi servizi lo Stato ha garantito trasferimenti diversi, penalizzando il Sud.

SANITÀ DIFFERENZIATA

La conferma di quanto avvenuto anche in altri settori, ad esempio la sanità. Dal 2012 al 2017, nella ripartizione del fondo sanitario nazionale, sei regioni del Nord hanno aumentato la loro quota, mediamente, del 2,36%.

Altrettante regioni del Sud, invece, che sono già penalizzate perché beneficiarie di fette più piccole della torta, dal 2009 in poi hanno visto lievitare la loro parte solamente dell’1,75%, vale a dire oltre mezzo punto percentuale in meno.

Tradotto in euro, significa che, considerando solamente gli anni dal 2012 al 2017, Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana hanno ricevuto dallo Stato 944 milioni in più rispetto ad Abruzzo, Puglia, Molise, Basilicata, Campania e Calabria. Mentre al Nord sono stati trasferiti 1,629 miliardi in più nel 2017 rispetto al 2012, al Sud sono arrivati soltanto 685 milioni in più.

Nel 2017 – mette nero su bianco la Corte dei conti – con qualche lieve variazione rispetto agli anni dal 2012 al 2016, il 42% del totale delle risorse finanziarie per la sanità è assorbito dalle Regioni del Nord, il 20% dalle Regioni del Centro, il 23% da quelle del Sud, il 15% dalle Autonomie speciali.

Le disuguaglianze sono ancora più palesi se analizziamo di nuovo la spesa pro-capite: nel 2017 lo Stato ha mediamente investito 1.888 euro per ogni cittadino, ma tutte le Regioni meridionali, ad eccezione del Molise (2.101 euro pro capite), spendono meno della media nazionale. In particolare la Campania (1.729 euro), la Calabria (1.743 euro), la Sicilia (1.784 euro) e la Puglia (1.798 euro), mentre la spesa pro capite più alta si registra nelle Province autonome di Bolzano (2.363 euro) e Trento (2.206 euro), in Liguria (2.062 euro), Valle d’Aosta (2.028 euro), Emilia-Romagna (2.024 euro), Lombardia (1.935 euro), Veneto (1.896 euro).


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