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FCA e Psa sono infine giunti a nozze, generando un gruppo che si colloca al quarto posto a livello mondiale. Una posizione questa che non può essere mantenuta solo assommando le diverse attuali produzioni del gruppo, ma realizzando investimenti notevolissimi in tecnologie per far evolvere rapidamente un prodotto come l’automobile che deve essere profondamente ripensato. Se Psa apporta a questo matrimonio una robusta ricerca sull’auto elettrica, Fca porta con sé impianti di produzione in grado di affrontare fin da oggi quella trasformazione sostanziale del prodotto, che sarà un elemento cruciale per la competitività del nuovo gruppo. Dopo aver chiuso alcuni impianti storici del gruppo Fiat, da Arese a Rivalta, da Chivasso a Termini Imerese, Fca ha concentrato al Nord – tra Modena e Torino – la produzione di alta gamma e al Sud la produzione dei grandi numeri.

GLI STABILIMENTI

Cassino, dove si concentra la produzione con il marchio Alfa Romeo, Melfi (500 e Jeep), ed ancora Pomigliano, l’impianto di Val di Sangro già in Joint con Psa, gli impianti Termoli e Pratola Serra per i motori rappresentano un sistema produttivo che può divenire cruciale per il futuro del gruppo, ma sopratutto per l’intero Mezzogiorno che deve ritrovare un suo posizionamento in questo ridisegno della mappa mondiale della concorrenza in un settore ancora cruciale come l’industria dell’automobile. L’auto resta e resterà strategico come volano di trascinamento per l’intera industria europea e quindi valorizzare al massimo questi impianti diviene un asset fondamentale per un Gruppo che vuole assumere un ruolo significativo e responsabile in questa Europa. Certamente bisognerà investire in questi impianti, ma ancor più bisognerà connetterli con quelle realtà italiane ed europee di ricerca che stanno sviluppando le tecnologie della nuova mobilità sostenibile. Il rilancio delle produzioni automotive nel Sud diviene quindi essenziale per ricucire il nostro Paese, che oggi marcia a ritmi troppo diversi. Le stesse regioni del nuovo triangolo industriale- il triangolo Milano, Padova, Bologna – in cui si sta concentrando la capacità produttiva nei settori più innovativi, hanno bisogno di ricostruire un rapporto stabile con le regioni del Mezzogiorno, per ritrovare una propria autonomia nel grande quadro della nuova Europa.

IL TRIANGOLO TEDESCO

Una recente indagine sulle imprese più dinamiche dell’Emilia Romagna – regione top per la crescita industriale – dimostra che i due terzi di queste imprese hanno rapporti regolari con aziende del nuovo triangolo industriale tedesco – cioè Monaco, Stoccarda, Francoforte – mentre solo il cinque per cento intrattiene rapporti stabili con imprese del Mezzogiorno. Il rischio anche per le aree del nord più dinamiche di ritrovarsi come appendici meridionali del sistema industriale tedesco si supera solo rilanciando la visione di una industria italiana che nel suo insieme diviene pilastro dell’intero sviluppo europeo. Per fugare ogni dubbio sulla bontà di questa operazione, Fca-Psa debbono dimostrare che questa fusione rappresenta uno strumento fondamentale per un rilancio europeo, un rilancio che però passa necessariamente per investimenti e piena valorizzazione degli impianti nel Mezzogiorno.


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