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NON rispondeva più al cellulare, la moglie si è insospettita. Una volta recatasi al capannone nell’area orientale di Napoli – fino a 20 anni fa zona ad alto tasso di fabbriche – la tragica scoperta. Antonio, imprenditore di 57 anni, si è impiccato nella sua ditta di allestimenti per uffici nel quartiere Barra. Aveva riaperto l’azienda lunedì, la magistratura ha sequestrato una lettera d’addio in cui l’uomo avrebbe motivato il suo gesto.

È il primo imprenditore vittima della crisi economica del coronavirus? Secondo i parenti e gli amici è un’ipotesi molto verosimile. Le scadenze da rispettare, i fornitori e i dipendenti da pagare, la difficoltà di riprendere in questo scenario così complicato. Soprattutto a Napoli, soprattutto in un Sud che sta riprendendo a camminare a passo molto lento. E se prova ad accelerare, fa i conti con i drammatici costi del capitale umano. Due giorni fa l’esplosione della fabbrica di plastica dell’imprenditore Paolo Scudieri, ieri un suicidio che lascia sgomenti. Perché le regioni del Mezzogiorno non hanno riaperto tutte le attività commerciali e se lo hanno fatto, la paura la fa ancora da padrona? Si corre il rischio di rimanere indietro ed essere doppiati da un Nord avvantaggiato dalla spesa storica che gli garantisce più soldi già da prima dell’emergenza.

LE REAZIONI

Nel corso dell’incontro con Rete Imprese Italia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha riferito ai partecipanti la “dolorosa notizia” appresa dai media del suicidio di un imprenditore a Napoli. “Non conosciamo ancora i dettagli, ma siamo vicini alla famiglia”, ha detto consapevole che il clima è molto teso. Tante le reazioni politiche. “Siamo vicini alla famiglia del giovane imprenditore napoletano, il suo suicidio è una tragedia che ci addolora profondamente. Ma è anche un brutto segnale, quello di uno sconforto prevedibile al quale le istituzioni non sono riuscite a dare una risposta, non in tempo, non evidentemente sufficiente”. “Lo Stato sia ora vicino alla moglie e alla figlia”, ha detto il capogruppo regionale campano di Forza Italia Armando Cesaro.“Il Covid non uccide solo tramite il contagio, ecco perché Italia Viva sostiene da tempo che sia necessario ripartire e dare aiuto ai professionisti e agli imprenditori che sono in difficoltà”, il commento di Barbara Preziosi, coordinatrice provinciale di Italia Viva. Resta il nodo delle risorse.Servono se arrivano velocemente e con precisione, altrimenti sono promesse e le conseguenze sono drammatiche.

IL RISCHIO

C’è il rischio che ci si rivolga alla criminalità organizzata. Fratelli d’Italia, con Andrea Santoro e Luigi Rispoli, hanno proposto al Comune di Napoli “di attivare un fondo antiusura e di solidarietà, utilizzando la parte residua dei 7mln e 300mila di finanziamenti statali confluiti nel Fondo Comunale di Solidarietà o di rimodulare la programmazione del Pon Sicurezza, per piccoli prestiti a zero tasso di interessi per chiunque sia vittima dell’usura o si trovi nelle condizioni di diventarlo, versi in stato di bisogno”. Nel mirino delle accuse politiche anche la Regione che pure ha attivato il piano socio-economico. “Non sappiamo quando si vota, ma De Luca già sta facendo campagna elettorale con i soldi della Regione. I professionisti che hanno avuto il bonus di mille euro stanno ricevendo una lettera firmata dal governatore che richiama agli impegni presi. Se ne deduce che mantiene le promesse politiche con i fondi pubblici per trarne un vantaggio elettorale”, ha denunciato il consigliere regionale Luciano Passariello. Qualcosa sembra muoversi. Nel rispetto delle regole sul distanziamento interpersonale di almeno 2 metri, in Puglia da oggi è consentito sul territorio regionale lo svolgimento di tutti gli sport amatoriali e individuali all’aria aperta (come ad esempio: golf, atletica, corsa, ciclismo, vela, pattinaggio, tennis, canoa, canottaggio, equitazione, surf, windsurf e kitesurf, automobilismo, motociclismo, go-kart, tiro con l’arco, tiro a segno e simili), da praticare in forma individuale ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti. Come si sa, la Calabria ha aperto una guerra col Governo con la sua ordinanza di apertura di bar e ristoranti all’aperto. “Se in Calabria il numero di contagi, il numero di morti e il numero dei feriti, così come in altre Regioni italiane, penso al Molise, alla Basilicata e alla Sicilia, era molto inferiore da giorni e giorni rispetto ad altre zone, come la Lombardia, l’Emilia e il Piemonte, hanno fatto bene a fare un passo in avanti in più”, l’assist del leader leghista Matteo Salvini alla presidente Jole Santelli. È insomma il caso di rimettersi in cammino.

NUOVI POVERI

Le misure di assistenza a vecchi e nuovi poveri rischiano di non far ripartire l’economia meridionale. Sì, più Stato può far bene nell’emergenza tra bonus e prestiti, ma quel che conta è creare e difendere il lavoro. La regolarizzazione degli immigrati irregolari, dibattuta adesso a livello governativo, al Sud può avere un effetto molto positivo per settori come l’agricoltura, trainante nel Mezzogiorno come quel turismo ora bloccato ma che prima o poi dovrà essere rilanciato. Se in termini di crescita economica l’emergenza Covid-19 fa già aumentare il divario tra il Nord e il Sud dell’Eurozona, in termini di impatto sul mercato del lavoro lo fa aumentare ancora di più. Al Sud dell’Italia ancora di più. Il Sure da 100 miliardi di euro voluto fortemente dalla presidente della Commissione Von denLeyenpuò essere utile ma le misure di sostegno all’occupazione non saranno mai sufficienti.


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