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Il governatore della Lombardia Attilio Fontana

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L’UNICA vittima che non farà il Covid 19 sarà il pregiudizio. In queste giornate c’è un elemento che accomuna molti protagonisti del dibattito, prevalentemente del Nord o se del Sud, ormai votati alla causa di chi comanda. Ed è l’atteggiamento spocchioso quando si parla di Sud, che per alcuni comincerebbe da Roma.

Dalla gaffe di Barbara Palombelli per la quale forse al Sud il virus non si espande perché li la gente non va a lavorare, a quella di Paolo Liguori che si consente di dire che senza la Lombardia la Sicilia può finire in Africa. Per carità di patria evitiamo di parlare di Giletti che del populismo e del “dagli agli untori”, in questo caso ai fannulloni, mafiosi, mantenuti meridionali ne ha fatto una religione. Mentre Emiliano per essere più credibile sceglie come capo della sua struttura di emergenza l’ottimo professor Lopalco, leccese sì, ma professore di igiene all’università di Pisa. Sindrome da ultimi della classe o complesso di inferiorità qualcuno potrebbe dire.

Può anche essere, ma la sensazione diffusa è che quando si parli di Mezzogiorno chiunque si può consentire di picchiare duro, tanto lì reazione non ce n’è. Ed in ogni caso non si hanno a disposizione né giornali nazionali, né tv che trasmettono in tutto il Paese, per ribattere colpo su colpo. Ed allora Striscia la notizia si consente di offendere i ricercatori di Napoli, tanto da provocarne una denuncia, mentre lo stesso Viminale, silente rispetto ai tanti attacchi dei due governatori Zaia e Fontana, dichiara in modo piccato in un comunicato stampa che «Non risultano pertanto esatte le dichiarazioni del presidente della regione siciliana Nello Musumeci – mosse per di più in un momento in cui le istituzioni dovrebbero mostrarsi unite nel fronteggiare l’emergenza – secondo le quali sarebbe in atto un flusso incontrollato verso le coste siciliane, tant’è che, ieri, tutte le persone che hanno traghettato sono risultate legittimate a farlo». Secondo il principio diffuso di essere forti con i deboli e deboli con i forti.

Quasi che non fosse avvenuto qualche giorno prima, nel silenzio assordante del ministero, lo spostamento dalle zone del Nord, molte già contagiate, di 20.00 in Puglia, oltre 40.00 in Sicilia ed oltre 40.00 in Campania. Parliamo di gente registrata ed è a tutti noto perfettamente che altrettanti saranno non registrati. Gente di cui spesso poi si perdono le tracce e che accendono dei focolai in paesi e città del Mezzogiorno, costringendo un’area, che poteva rimanere pulita ed aiutare il Nord, ad adottare misure di chiusura totale che ovviamente mettono all’angolo tutto il Paese. Ma il Viminale si strappa le vesti per le affermazioni di Musumeci, mentre il sindaco di Messina, Cateno De Luca, malgrado le rassicurazioni, trova che il 50% di coloro che scendono dal traghetto sono abusivi dello spostamento. E non si capisce come mai siano potuti arrivare fino a Villa San Giovanni ed attraversare tutto un Paese, oltre che lo Stretto di Messina, considerata la dichiarata grande attenzione del ministero degli interni, subito appoggiata da Galli della Loggia che addirittura paventa debba esserci un intervento di polizia nei confronti del sindaco.

Mentre tutti si dichiarano contenti che il contagio non sia partito dal Sud, perché sappiamo che lì la sanità non funziona, quasi fosse un castigo di Dio dal quale non si può sfuggire e che non ci siano responsabili locali e nazionali per tali situazioni. La sensazione netta è che ci sia un Paese che decide, pensa, produce, ha il monopolio dell’informazione nazionale, della ricerca, che sopporta malamente che ci sia un Governo centrale, e dall’altra parte una colonia che si può tollerare fino a quando sta in riga ma che, se parla e vuole influire sulle decisioni del Paese, viene messa all’angolo con un “ragazzino lasciami lavorare”.

Ed è ininfluente il fatto che i ministri possano essere anche in maniera maggioritaria del Sud. Se sbagliano lo spartito che devono suonare o la parte che devono recitare vengono zittiti da una opinione diffusa pilotata che li sommerge. Tutti ricordiamo le critiche al ministro Giuseppe Provenzano, già vice direttore di Svimez, quando ha parlato di Milano estrattiva. Ovviamente in tanti penseranno che questa visione non è realistica e che nel Paese ognuno conta per quello che afferma la Costituzione all’articolo 3: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Articolo che è solo una grida manzoniana, considerato che in realtà i diritti di cittadinanza sono diversi a seconda di dove nasci.

Potrebbe essere questa una visione parziale e partigiana, ma se dovesse essere un sentimento condiviso da parte di molti nel Sud le reazioni alla Masaniello potrebbero essere incontrollate. L’unificazione del Paese non è mai avvenuta e sotto la cenere covano le braci mai spente di tanti che si sono sentiti occupati più che liberati. Facciamo in modo che le braci non portino ad un incendio, perché lo pagherebbero quei fratelli d’Italia del famoso inno di Mameli.


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