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Turisti prima del blocco totale per il Covid-19

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DOVEVA essere il periodo dei fine settimana in vacanza, approfittando anche di qualche “ponte” e della primavera pronta a regalare le prime gite in famiglia e con gli amici, ma l’emergenza coronavirus ha cancellato 10,5 milioni di viaggiatori e 3,3 miliardi di consumi turistici.

Le stime negative, che fanno crollare ristoranti e alberghi, arrivano sia dal Cst Firenze per Assoturismo Confesercenti che da un’indagine dell’Osservatorio sui bilanci 2018 delle Srl del Consiglio e della Fondazione nazionale dei Commercialisti.

Secondo Assoturismo, il mese di aprile rappresenta il momento della ripresa degli spostamenti, ma anche il periodo della riapertura delle imprese stagionali del balneare, dei laghi e più in generale del segmento dell’open air. Ma lo stop improvviso mette in ginocchio l’intero settore: «Si fermano gli alberghi, i B&B, i villaggi turistici e i camping; gli stabilimenti balneari valutano di rinunciare ai preparativi d’inizio stagione. Svaniscono i ricavi – afferma Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo – anche per i servizi del settore, dalle agenzie di viaggi alle guide, dai noleggi con conducente ai bus turistici».

Con una crisi di questa portata, l’emergenza Covid19 porterà nel 2020 in Italia a un crollo del fatturato per le srl del settore ristoranti e alberghi (72.748 società che nel 2019 hanno fatturato 37,8 miliardi di euro), di 16,7 miliardi di euro, pari ad un calo, rispetto al 2019, del -44,1%.

In particolare, il comparto della ricettività alberghiera è colpito da una perdita di 7,9 miliardi, pari a meno 53,8%, mentre la ristorazione da una contrazione di 8,8 miliardi pari a -37,9%. 

A livello regionale, secondo il dossier la più colpita è la Lombardia con un calo di 3,5 miliardi di euro, seguita dal Lazio con -2,7 miliardi e dal Veneto con -1,6 miliardi.

​Una crisi improvvisa per un settore che è sempre stato in crescita. Nell’Osservatorio infatti emerge come nel 2018 in Italia, gli addetti e i ricavi aumentavano rispettivamente del +5,9% e del +5,7% rispetto all’anno precedente seguendo una tendenza positiva dell’ultimo periodo. Tra i singoli comparti produttivi spiccava la performance di ristoranti e attività di ristorazione mobile mentre l’andamento per macroaree territoriali registrava la più alta crescita di fatturato nel Sud (+6,4%) e nel Nord Ovest per quanto riguarda il valore aggiunto (+7,9%).

A livello regionale sul podio si posizionava la Basilicata con la crescita più elevata del fatturato del settore Ristoranti e Alberghi nel 2018 (+9,4%), seguita dalla Sicilia (+7,1%), dall’Emilia Romagna (7%) e dalla Campania (+7%). Le regioni che invece mostravano i cali più significativi dei tassi di crescita del fatturato nel 2018 rispetto al 2017 l’Abruzzo (-5,7%), il Molise (-3,7%), la Lombardia (-3,2%) e la Sardegna (-3,2%), pur rimanendo comunque in territorio positivo. Tra tutte, si segnala il Molise, unica regione a presentare una decrescita del fatturato nel 2018 rispetto al 2017 (-0,4%).


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