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“Un’accelerata sull’autonomia (…) noi possiamo aprire il confronto con l’Europa, poi però se restituiamo centinaia di milioni di fondi per l’agricoltura (….)

“Un’accelerata sull’autonomia (…) noi possiamo aprire il confronto con l’Europa, poi però se restituiamo centinaia di milioni di fondi per l’agricoltura (….) perché in alcune realtà non si è in grado di spenderli… allora è chiaro che con l’autonomia vengono a galla le responsabilità di chi non è in grado di spendere soldi che già ci sono”.

Matteo Salvini a Sky TG24 dopo il tavolo bis con le parti sociali inconcludente, come il primo, e sgradevolmente convocato a 24 ore di distanza dal vertice a Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Il messaggio subliminale, basato su analisi e dati non veri, è che l’autonomia differenziata non ci farà più perdere i soldi europei e metterà a nudo le colpe del solito Sud incapace.

Falso.

Anna Maria Capparelli, da par suo, ci informa che “la Calabria è una delle regioni più virtuose al livello della Lombardia” (LEGGI L’ARTICOLO) e, soprattutto, che il problema comune “sono le istruzioni dei piani dello sviluppo rurale veri e propri tomi in tutte le Regioni”.

Il male assoluto sono i carrozzoni regionali (tutti, chiaro?) e i “sacerdoti” che li gestiscono moltiplicando in modo peloso le scartoffie, oltre al vizietto del Nord di rubare al Sud il cofinanziamento. Se davvero non vogliamo perdere i soldi europei bisogna sbaraccare le Regioni e riportare tutto al centro. Altro che autonomia differenziata. Il cancro italiano è nelle amministrazioni dei 20 staterelli centro supremo dell’assistenzialismo e del sopruso miope dei ricchi a spese dei poveri.


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