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NON SAPPIAMO come dirlo. Noi vogliamo solo che l’Italia possa tornare a guardarsi allo specchio. Soprattutto che possa ritrovarsi unita davanti a quello specchio. Perché ciò accada, a nessuno può essere consentito di fare morire di raffreddore chi è morto di Covid 19. Non è consentito a nessuno di nascondere i morti. Non è consentito a nessuno di fare passare i martiri come eroi. Sono eroi certo tutti, i nostri medici e i nostri infermieri, ma una parte di loro qualcuno li ha mandati a morire.

Siamo ancora in piena emergenza e, per questo, non vogliamo alimentare polemiche. Chiediamo solo conoscenza e verità e le chiediamo subito perché non ci siano nuovi martiri. Il secondo report dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sui decessi nelle case di riposo degli anziani elenca i dati regione per regione dal 1° febbraio al 6 aprile e rivela numeri agghiaccianti.

Non solo i morti reali per Covid nelle case di riposo per anziani risulterebbero in Lombardia potenzialmente 14 volte di più di quelli dichiarati – che sono di loro un’anomalia mondiale – ma soprattutto si scopre che con sintomi simil-influenzali nello stesso periodo in Lombardia sono scomparse 874 persone contro le 152 dell’Emilia-Romagna, le 109 del Veneto, le 9 dell’Umbria, le 7 della Sicilia, le 4 della Campania, addirittura 1 in Puglia.

Per nessuna di queste persone è stato possibile fare il tampone e accertare quindi se avevano o meno contratto il Coronavirus e i numeri regione per regione sono il frutto delle risposte fornite dal 27% delle strutture sanitarie interpellate che sono a loro volta il 90% del totale nazionale.

Dal ché se ne deduce:

  • a) l’abnormità assoluta della differenza di decessi per lo stesso motivo (sintomi influenzali) tra una regione e l’altra pone interrogativi sui numeri veri dei morti da Covid 19, sulla gestione dell’emergenza sanitaria e sul coinvolgimento delle case di riposo nei singoli territori;
  • b) i numeri finali ancorché terribili potrebbero esserlo molto di più perché riguardano un’autocertificazione che esprime comunque meno di un terzo dei dati nazionali.

Anche a tenere conto del tasso di mortalità Covid19+sintomi influenzali, in termini percentuali, il tasso della Lombardia è più del doppio dell’Emilia-Romagna e sei volte di più del Veneto. Massima comprensione per chi ha affrontato una tragedia senza pari.

La solidarietà del Paese non è mancata.

I pazienti della Lombardia curati in ospedali pubblici di Sicilia, Calabria, Puglia sono tutti guariti o in via di guarigione. Questa è l’Italia che vorremmo rivedere unita davanti allo specchio. Libera dalle ombre del pregiudizio e dalle ipocrisie da talk. Soprattutto di chi meglio di tutti dovrebbe conoscere la realtà ma finge di sorprendersi per auto-legittimarsi. Miserie umane.


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