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Conte e i ministri nell'aula del Senato

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di OSVALDO VETERE

Sono da sempre un grande appassionato di storia, cresciuto con il mito degli antichi mores romani e della cultura ellenistica. Penso che la cultura classica abbia un valore inestimabile e senza tempo, di fatti, nonostante i testi si riferiscano a fatti ed eventi avvenuti migliaia di anni fa, nel leggerli si scorge subito la loro sorprendente attualità.

Tra i detentori del sapere classico vi è una figura che, da appassionato di storia, mi ha colpito particolarmente e i cui insegnamenti custodisco fedelmente: lo storico greco, ma romano “d’adozione”, Polibio. Questi nelle sue Storie afferma la cosiddetta teoria dell’ “Anaciclosi”: la storia è un continuo ripetersi di diverse fasi e forme di governo che si alternano tra di loro in modo ciclico, in quanto, in virtù del principio di decadimento, ogni cosa creata dall’uomo è destinata a degenerare; le forme di governo necessariamente si trasformano, decadono e ritornano infine al tipo originario.

Egli pertanto individua tre forme di governo positive (Monarchia, Aristocrazia e Democrazia) le quali sono intrinsecamente deboli ed instabili e perciò hanno una propensione a degenerare nelle rispettive tre forme negative (Tirannia, Oligarchia, Oclocrazia). Non mi soffermerò su tutte le forme di governo, ma mi preme sottolineare quella che, secondo lo storico di Megalopoli, è la degenerazione della democrazia e il suo successivo sviluppo.

La Democrazia (démos-kratia: governo del popolo) degenererà quando inizierà a curare con leggi frettolose e alla rinfusa solo gli interessi delle masse e non più l’interesse dello Stato e pian piano tramonterà, trasformandosi così in Oclocrazia (ochlos-kratia: governo della massa). Questa fase sarà caratterizzata dal disordine politico e dalla corruzione, ed il popolo, insoddisfatto dalle mancate risposte da parte dello Stato, svilupperà un sentimento di giustizia.

In questa fase troverà terreno fertile il populismo, che porterà ad una situazione di caos e decadenza dalla quale si potrà uscire solo con l’emergere di un uomo forte in grado di istaurare un potere dittatoriale, riportando lo Stato alla Monarchia e facendo cosi riiniziare un nuovo ciclo storico. Scommetto che la descrizione fenomenologica di Polibio sia sembrata, anche a voi, quanto mai attuale.

Disordine politico, corruzione, mancate risposte da parte dello Stato di fronte alle esigenze della popolazione, senso di giustizia (o per dirla come i Cinquestelle:”Onestà!”), leggi frettolose e alla rinfusa che perseguono solo l’interesse delle masse (come il Decreto sicurezza- per la fobia dell’uomo nero- o il Reddito di Cittadinanza); a queste caratteristiche possiamo aggiungere una politica sterile e fondata, non più sull’abilità e competenza dei propri esponenti, ma sulla “pancia” degli elettori: una politica fatta di parole, slogan e false promesse a dispetto della concretezza, priva di un dibattito costruttivo finalizzato al miglioramento della cosa pubblica ma limitata a invettive tra i diversi esponenti.

Ci troviamo ormai in una perenne campagna elettorale in cui l’unico obiettivo è accrescere il proprio consenso e non -come dovrebbe essere- individuare, affrontare e risolvere i reali problemi dello Stato e dei cittadini; in cui si creano nemici immaginari (gli immigrati che delinquono e ci rubano il lavoro) e si critica l’operato dei governi precedenti, senza mai agire, senza mai trovare delle soluzioni, e soprattutto fuggendo dalle proprie responsabilità: perché aprire una crisi di governo dalla sera alla mattina, proprio quando si dovrebbe iniziare a lavorare alla legge di bilancio, è un modo per fuggire dalle proprie responsabilità e scaricare la cattiva gestione del governo su soggetti terzi. È un modo per poter accusare un eventuale governo tecnico, o ancor meglio un governo formato da altre forze politiche, per la conseguente manovra economica e raccogliere in tal modo ancora più consensi. Tutti questi fattori possono tradursi in una sola parola: Populismo.

Ritornando alla teoria di Polibio, l’unico modo per superare questa fase è l’affermazione di un uomo forte in grado di concentrate tutto il potere nelle proprie mani. Appena qualche giorno fa un noto esponente politico chiedeva di andare subito al voto in modo da poter ottenere “pieni poteri”, ma forse, preso da manie megalomani, avrà dimenticato che il nostro ordinamento è fondato sulla divisione e il bilanciamento dei poteri, i quali- lo capisce anche un ragazzino che si cimenta per la prima volta nella lettura della più bella Costituzione mai scritta- sono assolutamente incompatibili con la sua pretesa. È ora di agire: martedì 20 il Senato sarà chiamato ad esprimersi sulla crisi di governo e a votare un’eventuale sfiducia dell’attuale Premier Conte.

Tra le diverse soluzioni paventatesi in questi ultimi giorni vi è la possibilità di un nuovo governo giallo-verde con un rimpasto dei ministri (la Lega spinge per offrire il ruolo di Presidente del Consiglio a Luigi Di Maio in cambio di due importanti e strategici ministeri: Infrastrutture e Difesa) -il che si tradurrebbe in sempre maggiori poteri concentrati nelle mani del leader leghista- o l’indizione di elezioni anticipate le quali molto probabilmente vedrebbero trionfare la Lega; infine vi è una possibile alleanza tra i Cinquestelle ed il Pd.

Emergerà una nuova e democratica soluzione o vi sarà una lenta ma progressiva affermazione di un uomo solo al potere? L’ordine ciclico di Polibio sarà confermato o sarà sorprendentemente smentito? Lo scopriremo presto.


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