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Rocco Siffredi

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Per oggi ti chiamerai “Mattia”, il nome di chi cambia vita nella migliore tradizione letteraria (adoro Pirandello, mea culpa).

Vuoi descriverti in breve? Così, per conoscerci.

Mattia, 29 anni, sono un ragazzo “normale”, uno dei tantissimi 29enni che si vedono in giro e vivo la vita con ironia. Sono una persona molto timida ma nascondo bene questo lato del mio carattere. Conduco una vita normalissima: sono fidanzato, esco con gli amici, lavoro. Mi emoziono ascoltando la musica, preferisco la compagnia alla solitudine e… sì, faccio porno!

Quindi hai una ragazza! Lei sa di questo tuo lavoro parallelo?

No, non lo sa. Non è semplice da capire ma considero questo lavoro e la mia quotidianità come due aspetti dicotomici della mia vita. Due lati di me, ma ben separati. Non vedo quello che faccio davanti alla videocamera come un tradimento nè mi sento “in colpa”. Nei video che giro non c’è alcuna componente emotiva: non ricordo quasi nulla delle ragazze con cui ho lavorato, non ricordo il loro odore, il colore dei loro occhi o come baciavano. Delle volte devo addirittura guardare i video o le foto per ricordarmi il loro aspetto! Quando tradisci, questo non accade. Paradossalmente, sono quindi una delle persone meno inclini a tradire proprio perché qualsiasi “pulsione” la esaurisco sul set e senza alcun coinvolgimento affettivo se non il reciproco rispetto.

Quali sono state le ragioni che ti hanno spinto a voler diventare un pornoattore? Ci sono anche dei motivi economici alla base?

Nessun motivo economico: a spingermi verso il porno è stata la voglia di uscire dagli schemi ma, soprattutto, volevo prendermi una mia personale rivincita. Da sempre sono stato “criticato” fisicamente: non parlo di vere e proprie offese, quanto di battute o commenti inappropriati fatti con il preciso intento di ferirmi. Da lì ho iniziato a farmi delle foto per vedermi dall’esterno e, sai cosa? Mi sono piaciuto. Ho capito che non c’era nulla di sbagliato in me, che le critiche, le cattiverie o le battute dovevo iniziare a metterle da parte perché, semplicemente, ognuno è quello che è. Penso sia essenziale accettare il proprio corpo, accettarsi con pregi e difetti.

Come ti sei avvicinato al mondo dell’hard?

Mi ha sempre affascinato il porno. Mi sono informato tramite alcuni blog del settore, chiedendo se fossero interessati a del materiale girato e poi montato da me. Da lì ho iniziato a fare video amatoriali, montati e mandati in post-produzione per essere poi pubblicati su blog erotici. I primi video in coppia li ho girati con una mia amica che ha però poi deciso di tirarsi indietro per paura di poter essere riconosciuta e così mi sono rivolto per un po’ ad altri blog. Ero comunque rimasto in contatto con quella mia amica ed è stata proprio lei, un giorno, a dirmi che, durante un viaggio, aveva avuto modo di conoscere molte ragazze italiane interessate a girare dei video porno. Grazie a lei, ho quindi conosciuto le mie attuali “colleghe”.

Nella “vita reale” è la donna a portare la croce della “sessualità”. Come consideri le ragazze che filmano con te, da uomo e da porno attore?

Come in qualsiasi settore lavorativo, le donne fanno la differenza! Le ragazze che fanno video con me le considero preziose alleate per la buona riuscita di un video: sono loro che stimolano la mia inventiva, che a volte propongono cose nuove, che si distaccano totalmente dalla loro vita al di fuori del set per concedersi nella loro totalità, mostrandomi il loro lato più sensuale e condividendo con me i loro impulsi sessuali. Diciamo che, senza queste colleghe, non avrei fatto granché. Le donne insomma sono essenziali, nel porno come in qualsiasi altro ambito della vita.

Specularmente, nel mondo dell’hard anche l’uomo diviene oggetto del “giudizio”. La tua emotività e la tua autostima ne risentono in qualche modo? C’è differenza tra come si sente “Mattia” nella sfera intima privata e “Mattia” nella sfera lavorativa?

Sì, siamo messi sempre sotto la lente d’ingrandimento. Mattia pornoattore ne risente molto: la prestazione deve essere sempre migliore della precedente. A volte, invece, capita di non sentirsi in forma ma bisogna comunque dare il massimo, sessualmente parlando, e questo nella vita reale non succede. A chi non capita di non avere voglia di fare sesso? Quando si tratta di lavoro è diverso, non vuoi e non puoi far perdere tempo alle ragazze che sono venute per girare con te. La mia autostima, invece, è nettamente migliorata. Prima, come dicevo, ne avevo pochissima. Da quando ho intrapreso questo lavoro è aumentata a dismisura. Saranno anche i complimenti delle ragazze con cui lavoro? Perché no.

Per concludere: in una sua intervista Rocco Siffredi, il re dell’hard all’italiana, ha detto che non è compito della pornografia fare educazione sessuale e che, nonostante nella vita reale sia necessario prendere precauzioni, i film porno “fanno altro”. Insomma: gli utenti non gradiscono l’utilizzo del profilattico nei film a luci rosse (ricordiamo che l’unico anticoncezionale in grado di proteggere dalle malattie sessualmente trasmissibili è il preservativo, n.d.r.). Tu usi precauzioni in questo senso durante le riprese? Cosa ne pensi delle affermazioni di Siffredi?

Allora, qui si potrebbe aprire un dibattito infinito: il profilattico, nel mondo dell’hard, “vende poco”. Viene reputato poco gradevole a livello estetico, nell’immaginario comune limita il contatto fisico e psicologico con il partner e, indossato in un film porno, tiene vivo il contatto con la realtà, con una serie di preoccupazioni che tutti abbiamo durante un rapporto sessuale, partendo dalla gravidanza indesiderata per arrivare fino alle malattie sessualmente trasmissibili. Dal canto mio, penso che una piccola parte dell’educazione sessuale possa partire anche dal mondo del porno. Io uso il profilattico durante l’intero atto sessuale e non penso sia controproducente per le riprese. D’altra parte credo però che, dal lato dello spettatore, vedere un rapporto sessuale “non protetto” sia più eccitante. Dovrebbero essere gli attori stessi a incentivare l’uso del profilattico per renderlo il più normale possibile: i principali fruitori dei siti porno sono i giovani e credo che, vedendo usato il profilattico anche in quei contesti, comincerebbero a percepirne come normale l’utilizzo nel quotidiano.


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