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Il bicchiere tu lo vedi mezzo pieno o mezzo vuoto?

Il mondo ormai sembra dividersi tra ottimisti e pessimisti, gente di belle speranze e disillusi, positivi e negativi. Come se la differenza la facesse l’interpretazione e non il fatto in sé.

I mezzopienisti tendenzialmente ci stanno più simpatici e noi stessi, quando dichiariamo di vedere mezzo pieno, lì per lì abbiamo l’impressione di stare già meglio.

Eppure, se consideriamo le nostre vite, quante volte essere più critici ci ha messo al riparo dai pericoli? Quante volte sentirci un po’ meno al sicuro ci ha fatto porre uno scrupolo che si è poi rivelato decisivo?

Avere meno aspettative ci ha evitato il rischio di grosse delusioni e, in quei casi, la felicità ci è arrivata addosso a sorpresa, più forte ancora. Contro ogni logica, chi segnala in anticipo il problema viene spesso avvertito come colui che crea il problema, perché nominare le cose che non vanno significa risvegliare il senso di responsabilità sia in chi ha contribuito al danno sia in chi potrebbe contribuire alla soluzione.

Insomma il profeta è scomodo. Non è un caso che da sempre i potenti e gli assetati di potere preferiscano circondarsi di cortigiani e buffoni. Il mestiere del profeta è un mestiere ingrato. La storia ha ampiamente dimostrato che i profeti spesso sono stati condannati al rogo come iettatori e guastafeste; piuttosto che dare ascolto ai loro avvertimenti, si preferisce ignorarli e con spensieratezza andare incontro alla rovina.

Questa settimana c’è stata la notizia del crollo di un palazzo, per fortuna senza morti. Non è la prima volta che accade e ogni volta c’è sempre uno che per primo vede la crepa, avverte lo scricchiolio o l’odore di gas e si prende la briga di dare l’allarme, bussare alle porte dei vicini, gridare «Uscite!». Grazie a Dio, stavolta, nessun mezzopienista ha archiviato l’emergenza dicendo «Che palle! Non mi disturbare! Hai le traveggole, vedi sempre tutto nero…», magari facendo qualche scongiuro.

A volte il famoso bicchiere viene visto talmente mezzo pieno che straripa, come è successo a Venezia. Forse un giorno ci ricorderemo che, mentre disquisiamo sui mille possibili modi di vedere le cose, le cose accadono. Mentre ormai siamo convinti che la realtà dipenda dal nostro sguardo e facciamo a occhio, esistono unità di misura precise con cui potremmo valutare esattamente la quantità del contenuto.

Il rischio è quello di continuare a discutere, dividendosi tra chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi lo vede mezzo vuoto, quando il bicchiere non c’è nemmeno più.


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