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Difficile non fermarsi a pensare con grande preoccupazione sulla notizia che Facebook ha oscurato molti siti italiani di fake news. Ma non fake news qualunque, bensì notizie artefatte costruite per catturare consensi elettorali per Lega e M5S. Difficile non fermarsi a pensare con grande preoccupazione sulla notizia che Facebook ha oscurato molti siti italiani di fake news. Ma non fake news qualunque, bensì notizie artefatte costruite per catturare consensi elettorali per la Lega e i Cinque Stelle. Stiamo parlando di milioni di persone che, essendosi iscritte a siti che in origine non trattavano di politica, si sono trovate bersagliate da notizie false che dovevano indurle ad entrare nel “modo di sentire” di quelli che votano per quei partiti.

GRAVE SALTO DI QUALITÀ

Siamo di fronte ad un salto di qualità notevole nelle tecniche di manipolazione dell’opinione pubblica. Intendiamoci: le notizie false nelle campagne elettorali non sono una novità. Dai comunisti che mangiavano i bambini ai democristiani “forchettoni” che dilapidavano il patrimonio pubblico se ne sono già viste di ogni genere. Ma oggi c’è una grande differenza e non è solo la quantità impressionante di persone che Facebook consente di raggiungere, per quanto già questo sia un dato non irrilevante.

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È ancor più grave il fatto che si possano raggiungere in modo così invasivo persone che non è detto avessero intenzione di essere coinvolte. Un tempo le bufale circolavano più che altro negli ambienti che erano già disponibili a crederle, sicché rinforzavano un poco i già convinti, ma era raro andare oltre. Anzi le esagerazioni propagandistiche finivano per essere materia di satira: basterà ricordare le storie di Guareschi su Peppone e don Camillo. La democrazia affronta oggi una sfida molto pericolosa, perché agenzie non identificate, a volte neppure direttamente connesse coi gruppi dirigenti dei partiti che sostengono, si intromettono nel delicatissimo meccanismo della formazione del consenso politico.

CHI C’E’ DAVVERO DIETRO?

Sembrava qualcosa che riguardasse una campagna di portata mondiale come le presidenziali USA, ma si è visto che si va molto al di là e ormai si tocca anche il nostro paese, per di più in un momento assai delicato della sua vita nazionale. Inevitabile la domanda del “a chi giova?”, ma anche del “chi c’è dietro”. Con operazioni di questo tipo si varca davvero la sottile linea rossa che fa da confine fra la democrazia e la demagogia (chiamiamo le cose col loro nome, anziché usare il solito passepartout del “populismo”).

UNA FOLLA DI CREDULONI

Detto questo bisognerebbe anche ragionare su chi ha preparato irresponsabilmente il terreno perché le fake news trovino una ampia audience di creduloni, disposti a prendere per buono quello che sentono vicino alla propaganda volgare e da curva calcistica a cui li ha abituati una politica che non è neppure più spettacolo, ma avanspettacolo. Non è una questione da poco che non può essere risolta semplicemente contando che si possano oscurare alcuni siti. Quelli li rifaranno presto sotto altro nome. La sola difesa è costruire una opinione pubblica che sa capire subito quando si è in presenza di bufale. Importante, anche se non è facilissimo quando siamo ormai arrivati al punto che si da spazio sui media, sia pure fingendo di riprovarli, a quelli che sostengono che la terra è piatta e si inventano a sostegno anche argomenti che credono scientifici.


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