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Il lungomare di Napoli

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Ha sempre guardato Napoli dall’alto di Posillipo, dove la città si presenta splendida, ma non si scorgono le ombre dei quartieri popolari. Da quando ricopre la terza carica dello Stato, Roberto Fico ha deciso di far sentire la presenza delle Istituzioni nel suo ventre, il centro storico e il Rione Sanità, ma soprattutto nella periferia orientale vittima della criminalità organizzata senza scrupoli che è arrivata ad ammazzare un uomo di fronte all’ingresso di una scuola.

Non usa più quel famoso autobus in cui si fece immortalare per dimostrare che non avrebbe usato l’auto blu, ma il presidente della Camera sta uscendo dal Palazzo per tracciare un ponte ideale con la sua Napoli. 

Però dall’entusiasmo delle sue parole ho percepito la portata dell’impegno che qui si sta svolgendo. E questo è un motivo non di speranza ma di certezza per il futuro, per il Rione Sanità e per Napoli”, ha detto il Presidente della Repubblica nella sua visita alle realtà associative del Rione Sanità in compagnia dello stesso esponente grillino.Nelle ultime ore gli è arrivato un riconoscimento pesante, direttamente dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. “Quando, qualche mese fa, il presidente Fico mi ha proposto di venire insieme qui, io conoscevo già qualcosa.

Mera passione per la terra natìa o ambizione politica per un futuro prossimo? Di sicuro ogni venerdì Fico torna nella sua città per partecipare ad un evento pubblico: nel solo mese di febbraio è stato alla Fondazione San Gennaro, nell’ex orfanotrofio di Ponticelli ed infine ad un convegno sulla giustizia minorale organizzato dalla Cisl. Ieri era a San Giovanni a Teduccio. Una presenza fissa, insomma. “Occorrono più presídi di sicurezza, videosorveglianza, pattuglie e operatori sociali. Anche la mia visita e le istituzioni vicine vanno bene ovviamente, ma poi deve accadere qualcosa. Il che non significa affatto militarizzare un territorio.

La militarizzazione deve essere l’altra: quella della sensibilizzazione, della cultura: serve un patto sociale per arrivare alla svolta e battere la camorra”, la sua strategia.

L’autorevolezza del ruolo rende ogni appuntamento degno di nota per l’agenda politica e per i mezzi di informazione, ma è evidente che Fico presidia il territorio non solo come numero uno di Montecitorio, luogo prestigioso costato però l’oblìo ai vari Bertinotti, Fini e Casini. Lavora dunque ad un sogno, quello di candidarsi a sindaco di Napoli (già provato con miseri percentuali) per il dopo de Magistris.

 Quest’ultimo, pronto a sfidare Vincenzo De Luca alle regionali del 2020 sempre che non faccia dietrofront come già accaduto con le Europee, non a caso ha teso una mano all’esponente grillino per accaparrarsi i consensi dell’ala più di sinistra dei pentastellati. “Io governatore, Roberto sindaco”, il pensiero del primo cittadino.

Operazione difficile, per la quale dovrebbero convincersi in primis nel Movimento. L’obiettivo di de Magistris è svuotare i Cinquestelle, che dopo le Europee potrebbero essere costretti a chiedere aiuto ad altre formazioni per non indebolirsi ulteriormente.  


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