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Matteo Salvini

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L’immagine che viene data sulla crescita sovranista in Europa, che però rimane forza d’opposizione, è simile a quella di un’auto che sbanda in cerca di convergenza, con due ruote europeiste e altre due ruote sovraniste. Come spiega Roberto Sommella, founder of la Nuova Europa, “l’equilibrio sarà sempre piu’ precario”. E sarà inevitabile che le tensioni che animeranno i vari Paesi, da Germania, Gran Bretagna, Ungheria, Polonia e Grecia, si rifletteranno sui lavori della Commissione europea come pure del Parlamento. È giocoforza ritenere che le forze anti-elite faranno sentire la loro voce nelle scelte della Ue ed in alcuni momenti saranno in grado di frenare o bloccare decisioni importanti. Ed è proprio in questo quadro che l’ultima partita europeista si è chiusa bene per gli europeisti critici, a danno delle formazioni tradizionali.

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Ma c’è un dato che induce alla speranza. Anzi, ce ne sono due. Il primo riguarda l’affluenza alle urne, mai così alta negli ultimi anni, il secondo riguarda i giovani, spinti, così dicono gli osservatori, a fare qualcosa per il loro futuro, mai così incerto. Un po’ come successe nel 2016 con la Brexit. 

GERMANIA E FRANCIA

In Germania, ad esempio, i giovani sotto i 30 anni, hanno puntato tutto sui Verdi e sui grandi partiti europeisti, Cdu e Spd. La stessa dinamica si rifletterebbe in Francia dove ha vinto Marine Le Pen. Un esito rilevante in Germanaia la crisi dei Popolari e dei Socialdemocratici che hanno dominato il panorama politico degli scorsi decenni. Non sono solo la perdita di consensi della Cdu-Csu e della Spd in Germania e le difficoltà di Fi in Italia a segnare questo vacillare, ma soprattutto è la frantumazione dei risultati a livello continentale. 

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E poi c’è l’arretramento di Macron in Francia che si era presentato come riformatore. Ma forse la battuta d’arresto piu’ rilevante riguarda i Gilets gialli che non sono riusciti a tradurre la contestazione (ricordate la guerriglia sugli Champs Elisée nei giorni di sabato pomeriggio?) in consenso elettorale. I francesi non amano chi distrugge il loro patrimonio urbanistico e artistico, al contrario degli italiani che invece premiano i contestatori: il riferimento è quelle strade bloccate, una decina di anni fa, nel Lodigiano dove si riversavano quintali di latte, appena munto nelle stalle. Ebbene, questi uomini erano sponsorizzati dai leghisti, alcuni dei quali vennero premiati con una poltrona in Parlamento. Ora in Francia i Verdi sono terzo partito. Qualcuno parla di “effetto Greta” confermando che clima e ambiente stanno ai primi posti dell’attenzione degli elettori. Greta, va ricordato, è quella ragazzina svedese che, negli ultimi mesi, ha lanciato l’allarme ai potenti sul clima.

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In Germania, la Cdu e Csu di Angela Merkel ha perso parecchi punti percentuali rispetto a 5 anni fa. Ed ancora di piu’ ne ha lasciati sul terreno la Spd a vantaggio dei Verdi che si sono classificati come secondo partito, come anche in Finlandia. Ma quella dei Verdi è la vera novità nel quadro politico tedesco. Che segna un’avanzata ambientalista, come avvenuto nei più grandi Paesi della Ue. La riflessione sulle debolezze di Francia e Germania riguarda l’asse storico Berlino-Parigi: entrambe, queste capitali, dopo essersi proposte alla guida dell’Europa, escono indebolite dalle urne europee. Riusciranno le due debolezze, Francia e Germania, ad affrontare le sfide rappresentate da Cina, Russia e Stati Uniti?

Per quanto riguarda i populisti sono andati meno bene delle previsioni. Ma non deve essere sottovalutata l’insoddisfazione popolare generata dalla piazza. Nè i malumori che si alzano da un elettorato composito, che ha mandato una immagine di un’Europa frammentata. Ma è con quest’Europa così frammentata che si dovrà rispondere alle sfide future.

LA VISIONE DI WEBER

Una cosa è certa. Matteo Salvini, Marine Le Pen e i sovranisti sono fuori dai giochi delle alleanze nel Parlamento di Strasburgo per la legislatura fino al 2024. Manfred Weber,  candidato alla presidenza della Commissione europea ha detto che non vuole collaborare con gli estremisti sia di sinistra che di destra, ma solo con chi crede nell’Europa. I Verdi potrebbero essere, in seconda battuta, possibili interlocutori. Weber ha parlato anche di stabilità, ma per France Timmersans l’Europa non ha sbagliato ma di dinamismo. Il Ppe è ancora primo gruppo in Parlamento anche se perde 36 seggi, passando da 216 eurodeputati a 180. I socialisti democratici ne hanno perso 33, da 185 a 152. Per la prima volta, i socialisti e id il Ppe non hanno più maggioranza da soli. I Verdi avranno 15 deputati in più. Ma non vogliono essere raffigurati in una scolorita fotografia della coalizione, anche perché i sovranisti sono fuori dai giochi ma forti in Francia e in Italia.

L’euroscetticismo, allora, ha subito una sconfitta? Nello stesso Ppe vincono i partiti più nazionalisti ed euroscettici. Viktor Orban vince in Ungheria con il 50%, in Polonia Fidesz Di Jaroslaw Kaszynski, attuale alleato del Ppe batte la coalizione europeista che si era formata proprio per neutralizzarlo.

Resta comunque un dato. Il Ppe è il primo partito, anche se non ha più la maggioranza. 

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