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SE LA JUVENTUS taglia gli stipendi ai campioni, perché deputati e senatori non lo possono fare? E’ questo l’interrogativo proposto dai 5 Stelle, ovvero dal nuovo capo politico, Vito Crimi e dall’ex capo, Luigi Di Maio, attuale ministro degli Esteri. Gli eredi di Beppe Grillo, tornato alla ribalta con una nuova idea sul Reddito universale, battono sempre sullo stesso tasto: contenere i costi della politica. Da Crimi a Di Maio, c’è un minimo comune denominatore: “Dimezziamo i nostri stipendi da oggi alla fine della legislatura”. E Di Maio si spiega con ancora maggiore chiarezza: “In questa guerra contro il coronavirus tutti stanno facendo sacrifici enormi. Deve valere anche per la politica. Il movimento 5 stelle ha già donato 3 milioni di euro per l’emergenza. Il buon esempio vale più di un quintale di parole”.

La senatrice Paola Taverna ha annunciato la calendarizzazione della proposta. “Nei prossimi giorni chiederemo agli uffici di Presidenza di Camera e Senato, di deliberare”. Dal padre del movimento, “la via d’uscita a questa crisi, non può essere come quella del 2008, quando si è preferito salvare le banche a discapito del popolo. E’ arrivato il momento, con il Reddito universale per tutti, di mettere l’uomo al centro e non più il mercato del lavoro. Per fare ciò si deve garantire a tutti i cittadini lo stesso livello di partenza: un reddito di base universale, per diritto di nascita, destinato a tutti, dai più poveri ai più ricchi”.

Intanto, Nicola Zingaretti, leader del Pd è guarito dall’infezione del Coronavirus. Una bella notizia dopo le incertezze dei primi momenti. Ed è stato lui stesso, attraverso un annuncio su Facebook, ad annunciare l’avvenuta, completa guarigione. “Dopo 23 giorni di isolamento domiciliare – ha scritto – sono risultato negativo ai due tamponi consecutivi”.

Il Papa ed il presidente del Consiglio si sono incontrati in udienza privata in Vaticano. Malgrado l’annuncio sia stato dato dalla Santa Sede, non si conoscono particolari sul colloquio, anche se è facile intuire che sia avvenuto sulle conseguenze sociali ed economiche del Coronavirus. Evidentemente, il premier Giuseppe Conte è rimasto impressionato dall’immagine della Messa celebrata dal Pontefice in una piazza San Pietro spettrale, senza la presenza di persone. Ma è altrettanto vero che tra Papa Francesco e Conte ci sia un legame profondo. Il premier è andato ad Assisi dai frati francescani ed ha trascorso giornate insieme al segretario di Stato, Pietro Parolin. Qualcuno ha voluto leggere anche un messaggio politico, quello di rimanere, in un momento drammatico per l’Italia, attorno al capo del governo italiano e non farne bersaglio di critiche.

Intervistato da “El Pais”, Conte ha detto che “se potessi tornare indietro, rifarei tutto allo stesso modo. Ora è il momento dell’azione e della responsabilità, poi verrà quello delle critiche. Ora c’è un grande dibattito pubblico, ma nessuno ha proposto una soluzione alternativa a quello che abbiamo adottato”. Quanto all’allentamento delle restrizioni, introdotte con i vari decreti, “tutto dovrà avvenire in modo molto graduale”. La serrata delle attività economiche è durissima, dal punto di vista economico e non può prolungarsi troppo”. Mettere in guardia l’Unione europea dai rischi del nazionalismo, se la Ue non sarà all’altezza.

Sulle conseguenze finanziarie del Coronavirus, continua il pesante braccio di ferro tra l’Italia e la Germania. Paolo Gentiloni, commissario per gli Affari economici della Ue, ha detto, a Circo Massimo, che una strada c’è, ma la mutualizzazione del debito, non passerà mai. La Germania deve comprendere la nuova situazione. A giudizio dell’ex premier, un accordo è possibile se si mette al primo posto dell’agenda la condivisione degli obiettivi da raggiungere, piuttosto che la definizione degli strumenti per arrivarci. In sostanza, i Coronabond non potranno essere approvati, se saranno intesi in maniera generica come una condivisione del debito. “L’emissione di bond, genericamente per mutualizzare il debito, non verrà mai accettata”, quindi bisogna finalizzarla a una “missione” che può essere quella di finanziare gli obiettivi comuni, come “affrontare l’emergenza sanitaria, creare un nuovo strumento di garanzia per la disoccupazione e un piano si sostegno alle imprese. “Se capovolgiamo la discussione da Mes a Coronabond sugli obiettivi e come finanziarli sono positivo che la strada per un’intesa si può trovare”.


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