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«Sono una donna del Sud, un’imprenditrice meridionale chiamata a presiedere la Fondazione Bancaria più antica del mondo – la Fondazione Banco di Napoli – e sono indignata».

Una lettera aperta che non lascia spazio ad alcun dubbio o fraintendimento quella firmata da Rossella Paliotto, presidente della Fondazione Banco di Napoli, che con questa sua uscita pubblica si inserisce a pieno titolo nello scontro tra rappresentanti del Governo e alcuni presidenti di Regione sulla gestione dell’emergenza Coronavirus.

«A nessuno dovrebbe essere consentito di censurare l’opera di altri uomini, di altre istituzioni che vivono e combattono sulla propria pelle questo nemico subdolo e cinico, che – scrive Paliotto – certamente non si preoccupa di capire se le azioni di contrasto provengano dal Governo centrale o dalla Regione».

Ma in tutto questo «certamente, però, feriscono le parole di un Ministro della Repubblica, Francesco Boccia, che avrebbe nel suo mandato la funzione di coordinare l’azione dello Stato con quella degli Enti territoriali, e che, invece, mostrano una grande disattenzione verso l’impegno che i governatori delle regioni, i loro assessori, i loro uomini stanno riversando sul campo, a rischio della propria vita e dell’incolumità delle proprie famiglie».

In particolare, Paliotto evidenzia come «a casa il popolo italiano soffre ed è costretto ad assistere a conflitti politici ed ostensioni di virilità, a dichiarazioni e decreti che spesso hanno il senso di una concessione piuttosto che di un’espressione di vicinanza e di una solidarietà dello Stato verso i propri cittadini. La voce dei governatori è l’unica che comprendiamo perché sentiamo la loro vicinanza alle reali difficoltà, al quotidiano vissuto in un paese tramortito».

Per la massima rappresentante della fondazione Banco di Napoli, «Vincenzo De Luca, in Campania, si è fatto carico di un compito oneroso, con piglio e lucidità che solo la consapevolezza del pericolo e delle reali necessità ti può dare». Fontana e Zaia, da Lombardia e Veneto, per la presidente «sono voci ormai familiari ed a nessuno deve essere consentito criticare stando a centinaia di chilometri di distanza dalla morte e dalla sofferenza, dopo aver oggettivamente dimostrato l’incapacità dell’apparato statale ad aiutare le necessità delle diverse regioni, giustificandosi col problema della competenza regionale sulla sanità. Saremo tutti insieme Sud e Nord – conclude – al momento della ripartenza, con spirito di unità». 


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