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Dall’alto la piazza appare come una scacchiera di colori e di timbri differenti. Piegati dalla brezza serale del ponentino, i cartelli a forma di sardine, tenuti sottobraccio, sembrano pronti a volare sulla piazza. La sorpresa è proprio questa: avere raggiunto il traguardo fissato alla vigilia, ovvero 100mila persone in piazza San Giovanni, cuore pulsante della sinistra. Forse saranno state qualcosa di meno, (per la questura erano 35mila) ma l’effetto è stato come per le grandi manifestazioni sindacali, ovvero il gran pieno.

TUTTI GLI SLOGAN

Le luci della sera si accendono mentre i manifestanti sono ancora lì, tutti fermi, non vogliono smobilitare, forse ammaliati di aver visto tanta partecipazione da una sinistra il cui obiettivo è di fermare il sovranismo salviniano. E questa è l’immagine che fotografa l’intero evento. Non c’erano bandiere di partiti, come promesso. Non c’erano personaggi noti (a parte quelli che hanno sorriso al movimento fin dalle prime battute: Erri De Luca, Susanna Camusso, l’ex governatore della Puglia, Nichi Vendola, con il figlio ed il marito, infine il vice-sindaco di Roma, Luca Bergamo). Ma c’era, soprattutto, il popolo della sinistra. Con i suoi slogans, con quel lessico particolare, del tipo “Roma non si lega”. Oppure, “Roma non abbocca”. Oppure, armati degli “Anticorpi della democrazia”, come hanno scritto sulle magliette. Ancora: “sardine di tutti i mari, unitevi”. Ci sono tante famigliole, giovani, donne, volti anonimi ma che vogliono alzare il volume della loro voce.

IL CAMIONCINO

Nessun palco al centro, ma gli altoparlanti sono su un camioncino, come fanno gli inglesi quando trascorrono la domenica ad Hyde Park. Ci sono anche le “sardine nere”, una squadra di migranti, il cui unico slogan è quello di abolire il decreto sicurezza. Ci si chiede se sarà questa la sinistra che verrà. Quella che sconfiggerà l’uomo forte da solo al comando. Che punterà a cancellare quel sovranismo che vede in Salvini il suo capostipite italiano. La risposta non è facile, ma l’ondata di folla, partita un mese fa da piazza Maggiore a Bologna, è lì a spiegare e a sciogliere tutte le perplessità. E’ un’altra sinistra, forse trascurata, ma vuole arginare una svolta a destra.
Mattia Santori è il suo profeta. Ed annuncia i “nostri 5 punti”. Ovvero, “chi è eletto faccia politica nelle sedi istituzionali; I ministri comunichino solo attraverso i canali istituzionali; Ci sia trasparenza nell’uso dei social network e su chi finanzia le pubblicazioni dei politici; la violenza verbale sia equiparata alla violenza fisica; abrogare il decreto sicurezza; servono leggi che non mettano al centro la paura”. Non è ancora quel programma invocato dai critici del movimento delle Sardine, ma si può cominciare a vedere qualcosa di nuovo. L’idea di ieri era solo una prova muscolare per mostrare la capacità di aggregazione. “Il traguardo fino a ieri era di riempire la piazza e basta. Noi, peraltro, avevamo chiesto piazza del Popolo, ma il questore ci ha chiesto di venire qua perché sapevano che avremmo avuto un’affluenza molto alta”.

Quanto all’incontro con Conte, invocato nei giorni scorsi dal premier, nessuna fretta. “Sì, ma è ancora presto per quella fase, stiamo ancora lavorando sull’organizzazione delle piazze. Abbiamo registrato il marchio delle Sardine a Bologna per evitare che venga strumentalizzato, anche da chi non vuole fare politica”.

LE PAROLE DI GRAMSCI

Quando sale a parlare Carla Nespolo, presidente dell’Anpi, cita Gramsci, “Odio gli indifferenti” e scalda la piazza. “E’ stata la voce dei giovani a riportarci a un presente di speranza e di lotta”. La Nespolo ha un feeling immediato con la piazza. “Non è lecito a nessuno essere razzista o antisemita. Tocca a noi con i nostri applausi, ma soprattutto con il pensiero, diventare, come dice Liliana Segre, le sentinelle della memoria”. Parte “Bella ciao” e dalla piazza sale un boato. “Siamo i partigiani del 2020”. Poi tutti cantano l’inno d’Italia. E lei si dice certa che i partigiani, di fronte al clima di oggi, avrebbero detto: “Teniamoci per mano”.Applausi calorosi anche per Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa. Torniamo ad essere, dice, “l’Italia dei grandi valori”. Applausi. “Questo è il grido della piazza, ci dice che dobbiamo voltare pagina. Insieme dobbiamo resistere e ritrovare la strada maestra”. Non ci sarà nessun incontro con Casa Pound. “Volevano solo rubarci il consenso. Perché siamo un’onda che non si ferma dalla Sicilia al Piemonte. Abbiamo vinto 113 piazze a zero”. E ieri una delegazione è andata a Parigi. Ma la prima scintilla è stata a Bologna. “La piazza bolognese – ha detto Santori – ha scelto di stringersi e dire: qui non si passa”. Ma più di tanto le sardine non si stringono.


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