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Una nuova freccia si aggiunge alla faretra dei vaccini contro il Covid. Era nell’aria, ma solo ieri pomeriggio è giunta l’ufficialità: l’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha dato il via libera all’immissione in commercio condizionata nell’Unione europea del vaccino Nuvaxovid, prodotto dall’azienda statunitense Novavax. È il quinto vaccino autorizzato in Europa, ma ha una caratteristica che lo rende diverso dagli altri: mentre i due attualmente in uso (Pfizer e Moderna) sono vaccini a tecnologia a mRna e i due che sono stati accantonati (AstraZeneca e Johnson & Johnson) sono a vettore virale, Novavax è un vaccino proteico.

COME FUNZIONA IL VACCINO NOVAVAX

Lo scudo anti-Covid del nuovo siero è una proteina Spike (quella che si trova nel virus) prodotta in laboratorio e un “adiuvante”, cioè una sostanza che aiuta a rafforzare la risposta immunitaria del vaccino. Quando il vaccino proteico viene somministrato, il sistema immunitario identifica la proteina come estranea e produce difese naturali contro di essa. Così, in caso di contatto con il Sars-CoV-2, il sistema immunitario riconosce la proteina Spike e si attiva per neutralizzarla.

GLI STUDI

Efficacia, sicurezza e qualità: tutti e tre questi criteri dell’Ema sono stati soddisfatti dai dati forniti sul vaccino Novavax. Da un primo studio, condotto negli Stati Uniti e in Messico, si è riscontrata una riduzione del 90,4% del numero di casi sintomatici di Covid dopo sette giorni dalla somministrazione della seconda dose. Risultato simile (89,7%) da uno studio condotto nel Regno Unito. I due dati presi insieme, prosegue Ema, «mostrano un’efficacia del vaccino per Nuvaxovid di circa il 90%». La Commissione europea fa sapere che le prime dosi dovrebbero arrivare a inizio 2022 (27milioni ordinate nel primo trimestre).

DUBBI SU OMICRON

I riscontri positivi di Novavax, tuttavia, riguardano le varianti Alpha e Beta, non Omicron. Lo specifica la stessa Ema rilevando che «attualmente sono disponibili dati limitati» sull’efficacia del nuovo vaccino proteico sulla variante sudafricana. Ad ogni modo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha salutato l’approvazione di Novavax come un propulsore persuasivo verso i renitenti ai vaccini a mRna. «Possa questa autorizzazione», ha affermato, «offrire un forte incoraggiamento a tutti coloro che non sono ancora stati vaccinati o che non hanno ancora ricevuto le dosi di richiamo, che ora è il momento di farlo».

CONTAGI IN EUROPA

Resta alta l’attenzione su Omicron. I dati che arrivano dal Sudafrica e alcuni studi statunitensi sembrano confermare la maggiore trasmissività della nuova variante ma anche una minore gravità. Si predica però cautela, mentre i contagi continuano a crescere in tutta Europa. Di qui la scelta diffusa di adottare nuove restrizioni. In Germania si valuta di limitare le riunioni private ad un massimo di 10 persone dal 28 dicembre, al fine di prevenire grossi assembramenti a Capodanno. In Regno Unito, dove i casi di Omicron hanno superato quota 45mila, il ministero della Salute non esclude «azioni significative» come un coprifuoco o persino un lockdown per affrontare questa rapida diffusione. All’Italia si aggiungono intanto altri sette Paesi Ue che hanno introdotto restrizioni per i viaggiatori che arrivano nei propri confini: Austria, Germania, Grecia, Portogallo, Lettonia, Irlanda, Svezia. Restrizioni simili adottate anche dalla Svizzera.

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