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MATERA – Sono davvero tanti, i cittadini del Materano che con gli ambulatori pubblici in affanno dopo la chiusura imposta dal Covid, hanno dovuto ricorrere all’intramoenia (visita medica del professionista dipendente pubblico, ma in regime di servizio privato in struttura pubblica, fuori dall’orario contrattuale), per vedersi garantito il diritto alla salute.


Lo si evince dai compensi, che i medici hanno dichiarato nel primo semestre 2021. Dati pubblicati dall’Azienda sanitaria materana, per il doveroso criterio della trasparenza, con l’ennesima beffa che i cittadini materani hanno dovuto subire. Tutto determinato anche dalla paralisi delle liste d’attesa, che dopo la riapertura degli ambulatori, per l’accumulo di ritardi mostruosi, ancora una volta non garantiscono il diritto alla salute nei tempi necessari al paziente, che vuole fruire del servizio pubblico. Quindi, ancora oggi, chi vuole farsi una visita, magari salvavita, deve pagare per i tempi ben più rapidi dell’intramoenia. Questo significa che chi, invece, non ha la possibilità di pagare, mette a rischio la propria salute con una diagnosi tardiva, per attendere i tempi biblici del pubblico.


Nei mesi scorsi, il tema paradossale dell’intramoenia, che marciava spedita in parallelo con gli ambulatori pubblici chiusi per Covid, era stato sollevato dal Quotidiano, raccogliendo una legittima denuncia di Cittadinanzattiva Basilicata. Dalla dirigenza dell’Asm e dalla Regione, non arrivarono risposte significative, se non il rimarcare che l’intramoenia è un diritto inviolabile del medico, per cui non si poteva fermare. Del diritto inviolabile dei cittadini ad essere visitati rapidamente, magari nel rispetto dei protocolli anti Covid, non si fa alcuna menzione. I dati sui guadagni dei medici che hanno fatto intramoenia nel primo semestre 2021, sono eloquenti sul ricorso a questo istituto. Le specialistiche più “gettonate” sono la ginecologia, con guadagni che superano i 50mila euro, distribuiti tra i professionisti che praticano l’intramoenia nelle strutture dell’Asm.

L’oculistica sfiora i 30mila euro, mentre l’otorinolaringoiaitria supera i 40mila euro nel semestre. Il primato va a cardiologia e Utic (Unità di terapia intensiva coronarica), con guadagni per i medici in intramoenia che sfiorano i 100mila euro nel semestre. Un segnale chiaro che cardiopatici e pazienti con problemi cardiaci incipienti, per non morire hanno dovuto pagarsi la visita di controllo, piuttosto che quella per prima terapia, o semplicemente diagnostica.


Poi c’è l’oculistica con 30mila euro, l’endocrinologia con circa 56mila euro e la gastroenterologia con circa 30mila euro. Numeri di tutto rispetto anche per la salute mentale adulti, con quasi 20mila euro e la chirurgia nelle varie branche, che supera i 60mila euro. Numeri che parlano chiaro, su quali siano le esigenze di salute della popolazione residente nel Materano, a cui il servizio pubblico non riesce da dare risposte nei tempi opportuni, costringendo i pazienti a ricorrere all’istituto legittimo dell’intramoenia, pagando per essere curati. Quindi, oggi la sanità nel Materano è ancora un lusso.

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