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Nicola Gratteri

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CATANZARO – Nicola Gratteri ha rinunciato a presentare la domanda per procuratore capo di Milano. I termini sono scaduti venerdì e l’attuale capo della procura di Catanzaro ha deciso di defilarsi.

Un colpo di scena che si abbina a quello del procuratore capo di Napoli, Giovanni Melillo, che ha scelto anch’egli di rinunciare alla corsa per sostituire Francesco Greco che lascerà la guida della procura lombarda il prossimo mese di novembre per pensionamento.

In realtà, le voci sulla partecipazione di Gratteri alla corsa per Milano erano altalenanti già da tempo. Nei giorni scorsi era circolata l’ipotesi che il procuratore di Catanzaro potesse evitare la partecipazione al bando per Milano per una sorta di consapevolezza che quell’incarico non potesse essere assegnato a uno dei magistrati più scomodi d’Italia, come d’altronde dimostrano anche le esternazioni senza filtri che lo stesso Gratteri ha pronunciato sulla riforma della giustizia.

La “partita” per la guida della procura di Milano dovrebbe riguardare, a questo punto, due nomi in particolare: Antonio Patrono, procuratore capo a La Spezia, e Giuseppe (Gimmi) Amato, attuale procuratore capo di Bologna. La scelta della quinta commissione del Csm dovrebbe arrivare subito dopo l’estate.

Ovviamente, questo cambio di rotta sulla procura di Milano, rende ancora più complessa la scelta per l’altro importante ruolo: quello di procuratore nazionale antimafia. Anche in questo caso, Gratteri aveva annunciato la sua partecipazione, ma occorrerà capire se potrà esserci una ulteriore riflessione da parte del magistrato calabrese. Anche per la procura nazionale si erano fatti i nomi di Gratteri e di Melillo, ma potrebbe entrare in lizza il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi.

Da parte sua, Nicola Gratteri ha ancora altri quattro anni a disposizione per continuare a guidare la Procura di Catanzaro. Entro questo termine, però, dovrà individuare una nuova sede, dal momento che dopo otto anni alla guida di una procura il magistrato ha due possibilità: essere trasferito in una nuova sede o rimanere come sostituto procuratore. Ipotesi, quest’ultima, da escludere.

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