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A fronte di scorte che superano le 10 milioni di dosi, crollano i nuovi vaccinati, che in sole due settimane vedono una riduzione del 41% con solo poco più di 486.000 prime dosi effettuate dal 15 al 21 settembre.

L’esitazione vaccinale persiste negli over 50 e frena la vaccinazione nella fascia 12-19 anni. Lo evidenzia il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe.

Al 22 settembre (ore 6.16) risultano consegnate 93,5 milioni di dosi di vaccini, il 75% della popolazione (44,4 milioni) ha ricevuto almeno una dose e il 69,8% (41,3 milioni) ha completato il ciclo. Continua però a scendere il numero di somministrazioni settimanali: sono state 1,48 milioni, ma di queste solo 486.000 erano prime dosi, «un crollo rispetto alla risalita di fine agosto (831mila)».

Rispetto alla copertura vaccinale, 3,7 milioni di over 50 (13,5%) non hanno ancora completato il ciclo vaccinale, con rilevanti differenze regionali (dal 16,3% della Calabria al 6,3% della Puglia): di questi, 2,88 milioni non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose. A fronte di un appiattimento dei trend di vaccinazione in questa fascia di età, le fasce 20-29 e 30-39 anni continuano a salire, seppure ad un ritmo meno sostenuto.

Mentre la fascia 12-19 mostra segni di frenata: quasi 1,5 milioni di ragazzi non ha ricevuto una dose di vaccino. «Stante l’attuale e ingiustificata indisponibilità pubblica di dati sulle prenotazioni non è possibile sapere in che misura questi numeri saliranno nelle prossime settimane per effetto dell’estensione dell’obbligo di green pass sui luoghi di lavoro», evidenzia il presidente Gimbe Nino Cartabellotta.

Diminuiscono i casi

Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe sull’andamento in Italia dell’epidemia di Covid-19 rileva – nella settimana dal 15 al 21 settembre 2021, rispetto alla precedente – una diminuzione di nuovi casi (28.676 a fronte di 33.712) e una sostanziale stabilità dei decessi (394 contro 389).

In calo anche i casi attualmente positivi (109.513 a fronte di 122.340), le persone in isolamento domiciliare (105.060 rispetto a 117.621), i ricoveri con sintomi (3.937 a fronte di 4.165) e quelli nei reparti di terapia intensiva (516 contro 554).

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni, comunica Gimbe:

Decessi: 394 (+1,3%), di cui 33 riferiti a periodi precedenti
Terapia intensiva: -38 (-6,9%)

Ricoverati con sintomi: -228 (-5,5%)
Isolamento domiciliare: -12.561 (-10,7%)
Nuovi casi: 28.676 (-14,9%)

Casi attualmente positivi: -12.827 (-10,5%)

«Continuano a diminuire i nuovi casi settimanali – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIimbe – sia come numeri assoluti che come media mobile dei casi giornalieri che si attesta a 4.097».

Dal rapporto emerge come solo 4 regioni registrino un incremento percentuale dei nuovi casi, e come solo in 3 regioni crescano i casi attualmente positivi. Scendono a 35 le province con incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti, ma in nessuna si superano i 150 casi per 100.000 abitanti. Sostanzialmente stabili i decessi: 394 negli ultimi 7 giorni (di cui 33 riferiti a periodi precedenti), con una media di 56 al giorno, pari a quella della settimana precedente.

«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – si conferma il calo dei posti letto occupati da pazienti Covid-19: rispetto alla settimana precedente scendono del 5,5% in area medica e del 6,9% in terapia intensiva». A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (7% in area medica e 6% in area critica), seppur con notevoli differenze regionali: per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% solo Calabria (18%) e Sicilia (17%); per l’area critica nessuna Regione supera la soglia del 10%.

«Continuano a diminuire anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe – con una media mobile a 7 giorni di 32 ingressi/die rispetto ai 36 della settimana precedente».

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