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Lo spoglio è in fase avanzata e il risultato appare ormai delineato con il candidato del Centrosinistra nonché governatore uscente Stefano Bonaccini in testa con oltre il 51% dei suffragi. La candidata del centrodestra Lucia Borgonzoni è invece poco sotto il 44% mentre il candidato del Movimento 5 Stelle Simone Benini è sotto il 4%.

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Preso atto della tendenza dello spoglio il governatore uscente Stefano Bonaccini ha commentato ringraziando «i tantissimi che hanno dato una mano in questa campagna elettorale che abbiamo affrontato con serenità e con il sorriso sulle labbra anche quando cercavano di portare che una c’entravano con l’Emilia-Romagna. Sono venuti a suonare ai nostri campanelli. Noi non abbiamo messo nell’agone politico argomenti che non c’entravano nulla nella campagna amministrativa. Se dici che ci devi venire a liberare, gli emiliano romagnoli sanno che siamo stati già liberati». Bonaccini ha aggiunto: «Grazie ai tantissimi che hanno dato una mano in questa campagna elettorale che abbiamo affrontato con serenità e con il sorriso sulle labbra».

Il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, ha voluto «mandare un immenso abbraccio a Stefano Bonaccini e dirgli grazie, ha condotto una battaglia eroica da grande presidente. Sono contento per i cittadini emiliani e romagnoli che avranno un grande presidente della Regione. Ha veramente combattuto, abbiamo vissuto quest’avventura con immenso passione. Il popolo dell’Emilia-Romagna ha reagito confermando il presidente» ha concluso Zingaretti.

«Di solito si commentano i dati reali, ma io ci tenevo oggi a dirvi grazie, intanto a tutte le persone che hanno votato, perché chi sceglie si prende una responsabilità». Queste le parole di Matteo Salvini, sceso in sala stampa al comitato elettorale di Lucia Borgonzoni, a Bentivoglio, per commentare i primi dati parziali. «Grazie a chi ha votato in Calabria e Emilia Romagna – aggiunge – io ci ho messo sangue, anima fatica e ascolto».

«Il confronto combattuto in Emilia-Romagna, in una regione governata da sempre dalla sinistra, è già una vittoria perché è un risultato che fino a pochi anni fa sembrava irraggiungibile», questo il primo commento di Giorgia Meloni sui risultati in Emilia Romagna.

Per Silvio Berlusconi, infine, «In Emilia Romagna si può affermare che abbiamo già conseguito una vittoria culturale: aver costretto il Pd in questa regione ad una dura sfida significa che la politica italiana è davvero cambiata e la sinistra non riesce più a intercettare e a parlare neppure al tradizionale blocco sociale di riferimento»

Il dato dell’Affluenza

Affluenza in forte crescita in Emilia Romagna. L’affluenza finale registrata alle 23 si è attestata sul 67.67% ben oltre il dato della scorsa tornata elettorale quando il dato definitivo si è fermato al 37,83%. Per quanto riguarda le precedenti rilevazioni alle 12 ha votato il 23,44%, oltre il doppio rispetto alla precedente tornata quando alla stessa ora si era recato alle urne il 10,77% degli elettori, mentre alle 19 l’affluenza registrata è stata del 58,82% contro il 30,89% dato delle scorse elezioni.

BOLOGNA – Sono oltre 3,5 gli emiliano-romagnoli chiamati al voto. Sono sette, sostenuti da 17 liste, gli aspiranti alla presidenza della Regione. Il centrosinistra rischia per la prima volta di abdicare. Lì da oltre un mese ha piantato le tende Matteo Salvini giocando il match all’attacco come da sue caratteristiche. Il leader della Lega ci ha messo la faccia mettendo inevitabilmente in secondo piano la candidata del centrodestra Lucia Borgonzoni, e trasformando la corsa al posto di governatore in quella per la guida del Paese. «Prima li mandiamo a casa domenica e poi andiamo a dare l’avviso di sfratto anche al governo», l’ultimo tweet di chiamata alle armi del “Capitano”.

Dall’altra parte della barricata il presidente uscente Stefano Bonaccini ha scelto una strada diversa, quella di una corsa imperniata sul suo nome e sui risultati ottenuti dalla sua amministrazione. Non per niente l’appello finale è quello al voto disgiunto per gli elettori del M5S e della sinistra fuori dalla sua alleanza.

Assieme a loro corre Simone Benini per il M5s, Stefano Lugli per l’Altra Emilia-Romagna, Marta Collot per Potere al popolo, Laura Bergamini per il Partito comunista, Domenico Battaglia per il Movimento 3V – Vaccini vogliamo verità. Sono invece 739 i candidati (in crescita rispetto al 2014 quando furono 507) in corsa per uno dei 50 posti nell’Assemblea legislativa (di questi, due seggi sono riservati al presidente eletto e al candidato presidente secondo classificato).

Le votazioni sono contestuali e avvengono su un’unica scheda. Tra le modalità di voto previste dalla legge regionale, c’è quella del voto disgiunto: si potrà infatti dare la preferenza per un candidato presidente, ma scegliere una delle liste a lui non collegate nell’indicare i consiglieri.

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