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Cacciatore con gli studenti di San Luca da Papa Francesco

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di DOMENICA CACCIATORE

«LEI è stata per noi quel pezzettino di specchio che ha fatto riflettere un raggio di sole, su di noi, nella nostra scuola e su San Luca, come, da quello che mi raccontano, nessuno mai ha saputo fare». E’ il pensiero bellissimo e colmo di grande significato che mi ha letto in pubblico una mia alunna di nove anni il 24 agosto del 2015, quando nella “mia” scuola di San Luca mi congedai dai miei alunni, dalla comunità, dalle Istituzioni, inaugurando le due ultime opere pubbliche (palestra della scuola elementare) e campetto della scuola media.

Le parole sgorgate dal cuore di una piccola bimba divenivano per me il dono più prezioso ed indimenticabile di ciò che erano stati i miei anni svolti con cura e cuore da Preside di San Luca, dove lottai senza arretrare d’un millimetro per dare ai miei alunni una scuola degna di tale nome.  Al mio arrivo, infatti, dovetti constatare con sgomento che le strutture che ospitavano lo svolgersi quotidiano delle attività didattiche e che venivano chiamate scuole, urlavano la loro ribellione ad un degrado che sviliva la dignità umana dei piccoli ospiti. Decisi fin da subito che non mi sarei arresa e non avrei arretrato il mio percorso neanche d’un millimetro fino a quando non sarei riuscita a dare ai miei piccoli e amatissimi alunni ‘la Scuola’.

A San Luca trovai due enormi “montagne” da scalare, locali scolastici fatiscenti e grave disagio comportamentale degli alunni. Strutture indecenti ed inumane, al freddo e al gelo d’inverno e con bagni dichiarati antigienici dall’Asl. Bambini e ragazzi che venivano a scuola a qualsiasi ora, una moltitudine di essi si assentavano in maniera oltremodo sopportabile, tant’è che dopo strenui tentativi dovetti denunciare alcuni  genitori per “abbandono scolastico”, e poi alla scuola media atti vandalici senza freno, molti alunni in grave disagio (certo non tutti), che quotidianamente devastavano la cosa pubblica e facevano volare giù dalle finestre banchi e sedie, rendendo impossibile agli altri alunni il fare scuola. Capii che mi aspettavano tempi duri ma che altrettanto determinata doveva essere la mia missione professionale che mi avrebbe pervaso totalmente la vita fino a quando   non sarei riuscita a condurre i miei alunni verso la ‘Bellezza’, quella che realizza qualcosa, produce qualcosa di creativo, di produttivo, di generativo, di bello appunto perché dà vita, amore, gioia.

Mossa da questo desiderio, il 1° settembre 2011 ho iniziato il mio progetto di Ri-Nascita che non è rimasto un discorso, ma un fatto con azioni concrete ed oggettivamente inconfutabili, attraverso cui toccare con mano che gli adulti,  gli insegnanti, i maestri avevano a cuore il loro bene. Si educa alla bellezza attraverso la bellezza, perché ogni alunno ha dentro un talento che non va imprigionato, bensì sostenuto per il suo successo formativo.

Ogni giorno spiegavo ai miei alunni che è Infame chi tace, chi non apre la bocca e parla dinanzi ad un’ingiustizia, che si diventa persone d’Onore solo se applichi l’onestà in ogni tuo agire. E così mentre riuscivo tra mille difficoltà a mettere in decoro gli edifici scolastici, mi impegnavo anche, e soprattutto, per progettare e  dar vita ad un’Offerta Formativa ricca di opportunità, che ha visto gli alunni impegnati a scuola anche in estate, in progetti completamente gratuiti. Ma la cosa innovativa è stato l’aver realizzato il progetto “Armoniosamente insieme” con educatrici e psicologhe che hanno guidato per tre anni a scuola gli alunni particolarmente in “disagio” a comunicare in modo sano e rispettoso con i pari e gli adulti, tanto che la scuola in totale sovversione delle regole che avevo trovato nel 2011 dopo quattro anni di intenso lavoro l’ho consegnata “normale” alla mia subentrante nel 2015. Quella era una scuola in cui avevo creato un sistema “virtuoso” con insegnanti ed esperti in pedagogia che interagivano proficuamente per guidare gli alunni più bisognosi di attenzione verso una sana relazione educativa che favoriva il loro apprendimento e formazione della “persona” alunno.

Ho sparso semi di Speranza, sono nati “Fiori di Bellezza”, i miei alunni che dai quei banchi devastati ho voluto dessero vita ad opere artistiche che simboleggiavano il viaggio di “Rinascita”  dal degrado alla Bellezza. Mi viene in mente che quei banchi che prima “volavano” dalla finestra per un disagio di diversi alunni, grazie ad una mia idea che feci concretizzare dalla professoressa di Arte, Rosa Cuzzilla, diventavano opere d’arte. Era il simbolo di Rinascita di San Luca che doveva e poteva trasformarsi compiendo un viaggio salvifico. Su quei pezzi di legno sbilenco, che spesso raccoglievo io stessa fuori dalla scuola, feci dipingere diverse creazioni e su un pezzo di sedia i ragazzi realizzarono la Madonna di Polsi, donata a Papa Francesco il 9 febbraio 2014 quando mi ha ricevuto in Vaticano in udienza privata con 12 alunni. E’ stato un momento storico e benedetto che resterà indelebile nel ricordo di tutti noi. C’è un morbo da combattere per liberare la nostra Calabria, ed è il morbo dell’indifferenza, del non assolvere quotidianamente al proprio compito, qualunque ruolo si occupi nella società, dal più piccolo al più impegnativo. Il guasto che fa arretrare è aspettarsi la “straordinarietà”, mentre ciò che può essere vincente è creare una società dove sono le azioni “ordinarie” svolte ogni giorno con passione e sinergia a dare i sani frutti della rinascita.

San Luca è il paese del grande scrittore Corrado Alvaro e non posso che augurare ai miei alunni, che porto sempre nel cuore, di ricordare uno dei suoi pensieri che ha accompagnato il mio agire quotidiano: “La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è che vivere secondo rettitudine sia cosa inutile”. Sono certa che loro l’hanno compreso e interiorizzato.

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