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Chi la fa l’aspetti. Anche (forse soprattutto) nei rapporti tra le superpotenze. Così, se gli Usa disertano i Giochi di Mosca del 1980, l’Urss non partecipa alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984.

Chi la fa l’aspetti. Anche (forse soprattutto) nei rapporti tra le superpotenze. Così, se gli Usa disertano i Giochi di Mosca del 1980, l’Urss (in tutta risposta, anche se ufficialmente per ragioni di sicurezza) non partecipa alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984.

E ancora una volta lo sport cede il passo alle beghe e alle tensioni politiche. Ma per un Paese che rinuncia – seguito, a dire il vero, da altri 17 del blocco comunista – uno ritorna: è la Cina, che manca da quasi 40 anni e ottiene un buon successo in molti sport. Assenti i sovietici, i padroni di casa hanno gioco facile a trionfare nel medagliere, anche grazie ad alcuni campioni eccezionali come il mitico “Figlio del vento”, Carl Lewis, che vince l’oro in quattro diverse competizioni (tra corsa e salto in lungo) e diventa il simbolo dei questa edizione delle Olimpiadi.

Dietro agli americani si piazza (a grandissima distanza) la Romania, unico Paese comunista arrivato in California. Va molto bene anche l’Italia, che arriva quinta con un record di ori, 14, e i grandi successi del pesista Alessandro Andrei e dei grandi fratelli Abbagnale. Ma i Giochi di Los Angeles sono uno straordinario successo soprattutto per la perfetta organizzazione e per la gestione innovativa del comitato organizzatore, che al posto dei finanziamenti pubblici cerca sponsor privati. E porta a casa un’Olimpiade che frutta ben 250 milioni di dollari.

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